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Viali: «Il derby è una partita diversa dalle altre. Non possiamo tornare indietro come atteggiamento e coraggio»

«La Reggiana ha trovato un’anima da risultato e la deve mantenere. Il Modena con Mandelli ha intrapreso un percorso da playoff e sa fare male in tutti i modi. La formazione? Reinhart e Sampirisi sono in dubbio, Kabashi può partire dall'inizio»

13.12.2024 17:00

Il derby con il Modena per la Reggiana è solitamente la partita più importante della stagione - almeno nei campionati in cui non è presente anche il Parma - e quello di quest'anno arriva in un momento particolare: la squadra granata sembra avere trovato la strada giusta da seguire dopo un periodo travagliato che ha visto scivolare Bardi e compagni nelle parti bassi della classifica ma per confermare quanto di buono visto di recente, soprattutto a Cremona, è necessario dare un segnale forte anche domani.

«Eravamo convinti di essere in crescita già prima di Cremona e la prestazione con il Sassuolo ha fatto capire che con un certo ritmo, intensità e coraggio si può fare partita contro qualsiasi avversario e l’ultima vittoria l’ha confermato – ha sottolineato mister William Viali alla vigilia dell’attesa sfida con il Modena – Sarebbe inaccettabile abbassare la tensione in questo momento perché ora arriva un derby in cui tutti sperano di passare una bella giornata, per motivi diversi, ed è anche una gara che conta per la classifica. Attenzione, determinazione e intensità dovranno essere le stesse delle ultime partite».

Sceglierà chi mandare in campo pensando alla Reggiana o all’avversario?
«Tendenzialmente prendiamo le decisioni pensando a noi stessi e a quale può essere il giocatore ideale per poter performare meglio dentro la sfida. Abbiamo rispetto per un Modena che ha una rosa importante e giocatori di grande qualità, ma pensiamo a noi stessi».

Vedremo una Reggiana attendista o coraggiosa?
«A Cremona abbiamo giocato con il baricentro nella trequarti avversaria per quasi tutta la partita e domani voglio vedere lo stesso coraggio contro il Modena perché è la cosa che ha fatto la differenza allo “Zini”».

Gli infortuni di Reinhart e Sampirisi rischiano di complicare i piani?
«Questa parte di stagione è stata molto condizionata da vari infortuni ma non li abbiamo mai usati come alibi. Reinhart ha accusato un problema fisico nel primo tempo a Cremona ed è stato gestito tutta la settimana, oggi si è allenato in gruppo: domattina deciderò assieme allo staff medico se sarà della gara oppure no. Sampirisi ha avuto un piccolo fastidio che abbiamo gestito e per lui vale lo stesso discorso fatto con Reinhart. Ma la squadra ha dimostrato che anche con i cambi possiamo fare bene».

Kabashi ora è pronto per partire dall’inizio?
«Secondo me è pronto. Lavora a regime da un po’, ha fatto qualche spezzone ed è dentro gli obiettivi quindi si può dire che è uno dei papabili per essere scelto dall’inizio».

Su Pettinari ha fatto un lavoro più di testa che tecnico?
«Ho fatto l’allenatore e basta. Pettinari ha un’intelligenza calcistica innata ed è dotato di buona tecnica, credo che il suo amor proprio in questo momento difficile sia venuto fuori: ha voglia di dimostrare che non è il giocatore della passata stagione e che non meritava di stare in disparte a inizio campionato. L’amor proprio per un professionista è fondamentale se si vogliono disputare grandi stagioni. Ha il fuoco dentro e lo sta dimostrando».

La Reggiana è cresciuta anche dal punto di vista fisico?
«Grande verve agonistica e qualità nelle prestazioni si sono viste spesso, diciamo che nell’ultimo periodo è cambiata la consapevolezza di come stare in campo e gestire certe situazioni. Sotto quegli aspetti siamo cresciuti sicuramente molto».

Si è soliti dire che i derby non si giocano ma si vincono…
«Questo detto esiste perché il derby è una partita diversa che esula dalla classifica e dai momenti vissuti dalle due squadre. Tutti i tifosi si aspettano una prestazione gagliarda e siamo consapevoli dell’importanza di questa sfida, ma oltre al derby ci sono aspetti importanti legati alla classifica e alla continuità. In questo momento non possiamo tornare indietro come atteggiamento e determinazione: li voglio vedere domani in campo, al di là degli episodi che potranno decidere il risultato».

È sorpreso di vedere il Modena alle spalle della Reggiana?
«La classifica fino a oggi è relativa per noi e per loro. Mi sono focalizzato sulle gare del nuovo allenatore e finora non ha ancora perso una partita improntando un percorso da playoff. La squadra sta dimostrando quello che ci si aspettava nel precampionato: i gialloblù hanno qualità, cambi, forza, sono bravi nei calci piazzati e possono fare male in tutti i modi, anche sulle ripartenze con i loro giocatori veloci».

Mancano tre gare al giro di boa: a quanti punti vorrebbe svoltare?
«È difficile da dire perché ogni settimana ci sono risultati inattesi. Voglio pensare solamente alle nostre gare: dobbiamo dimostrare di avere capito la lezione e continuare a giocare con un’identità ben precisa. E quando dico identità mi riferisco all'anima, non alla tattica. Siamo riusciti a trovare un’anima da risultato e la dobbiamo assolutamente mantenere».

Pensa che quest’anima la Reggiana l’abbia trovata a Bari?
«In gruppi nuovi come il nostro lo spirito nasce nei momenti di difficoltà. Quando va tutto bene si raspa poco il fondo del barile per capire cosa non va, nei momenti di difficoltà invece ci si confronta per capire cosa si può migliorare. In quei momenti si può crollare o risalire e questo gruppo ha grande stima reciproca e nei momenti di difficoltà reagisce. Eravamo stanchi di fare grandi prestazioni portando a casa poco e alla fine il salto di qualità è arrivato».

L’organico allargato vi ha dato una mano a ripartire?
«Sicuramente avere un gruppo allargato aiuta in tutte le partite, non solo nel derby. Ho provato a mettere in pista più giocatori possibili e per arrivare ad avere un equilibrio bisogna passare da quello che abbiamo fatto. Oggi l’equilibrio sembra reggere di più rispetto a un paio di mesi fa».

La Reggiana è ora una squadra “mentalizzata” che ha trovato le sue certezze anche nell’assetto tattico?
«Di sicuro non c’è nulla, neanche nello sport. Quella di domani è una gara determinante per essere più sicuri di avere conclamato questo atteggiamento e quest’anima. Se tutti si mettono in discussione e vengono recepiti dalle varie componenti, allora sì che si può fare il salto di qualità».

Le parole di Amadei alla vigilia della Cremonese hanno pesato?
«Pesano sempre perché lui non fa mai nulla a caso. Ha scelto il timing giusto per condividere con noi un momento complicato a livello di classifica. Quando le componenti societarie sono consapevoli delle difficoltà e vogliono superarle insieme a noi, trasmettono grande forza e serenità alla squadra».

 

 

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