Diana: «Sapevo che sarebbe stata dura. Dobbiamo continuare a correre e a fare punti»
«In questo gruppo c'è grande disponibilità anche ad accomodarsi in panchina. Devo essere bravo a gestire 20 giocatori titolari»
«Sono contento della prestazione della squadra perché vincere oggi non era facile, sapevo che l'Olbia ci avrebbe impegnato» ha subito sottolineato Aimo Diana in sala stampa al termine della sofferta vittoria contro i sardi.
Mister, è soddisfatto del centrocampo con Rossi, Cigarini e Radrezza insieme dal primo minuto?
«Sì, avevo la necessità di farli giocare insieme in una partita difficile come questa. Sono contento perché hanno fatto una buona prestazione e non era assolutamente facile. Nella gestione della partita è normale che qualche giocatore importante rimanga fuori e che questo possa cambiare l’inerzia della squadra. A turno sono stati fuori più o meno tutti, a parte i difensori che stanno avendo più continuità: ciò significa che in questa squadra c’è predisposizione sia a giocare che a non giocare. L’importante è che i miei giocatori abbiano sempre quella voglia che mostrano quando entrano in campo».
Ancora una volta le soluzioni giuste sono arrivate dalla panchina. Si può affermare che una rosa lunga come quella della Reggiana non ce l'ha nessuna avversaria?
«Secondo me di rose come la nostra ce ne sono tante. Non è semplice gestire venti giocatori che sono quasi tutti dello stesso livello, altrimenti sarebbero tutte prime in classifica. La verità è che devi essere bravo nei tempi e nelle motivazioni. In Champions League vince una sola squadra, nonostante ce ne siano altre dieci di altissimo livello. Lo stesso vale per i campionati. Riuscire a gestire venti giocatori è quello che io volevo per il mio step di carriera. Non so se sarà una formula vincente, ma sicuramente preferisco allenare dei giocatori bravi perché sono quelli che sanno che tutti possono giocare dall’inizio o entrare dopo. L’importante è che ognuno sia in grado di meritare il suo spazio».
Lanini protagonista assoluto del match: si aspettava che potesse essere subito determinante?
«Ci speravo. Eric è arrivato dopo un po’ di tempo, senza aver fatto la preparazione, di conseguenza, è importante tenere in caldo anche gli altri giocatori. Quando un atleta non fa una preparazione adeguata, dopo 8-10 partite ci può stare che ci sia un calo. Ora l’importante è correre, fare punti e mettere fieno in cascina, in attesa di possibili momenti difficili: meglio farsi trovare con le spalle coperte».
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