Sciaudone: «Siamo pronti a ricominciare. La rosa lunga e la forza del gruppo potranno fare la differenza»
«Nel girone di ritorno inizia un nuovo campionato e non dobbiamo dare nulla per scontato, anche pensare che sia solamente una lotta a due con il Modena. Febbraio è un mese importante, speriamo di non incorrere in degli infortuni»
«C'è grande voglia di riprendere a giocare dopo questo periodo di allenamento – ha dichiarato Daniele Sciaudone, protagonista dell’intervista settimanale presso la sede del club in via Brigata Reggio - Siamo super carichi e l’obiettivo da raggiungere mio, della società e dei compagni è uno solo. Mancano ancora tante partite e può succedere di tutto, ci vorrà anche un po’ di fortuna».
Quali sono stati gli aspetti più duri da affrontare in queste settimane?
«Per noi giocatori allenarsi è sempre un piacere e un dovere, siamo fortunati a fare un lavoro che amiamo. La partita alla domenica è la cosa che è mancata di più: possiamo allenarci quanto vogliamo, ma disputare una partita è ben altra cosa ed essendoci allenati in numero ristretto non siamo riusciti a farne tante neanche tra di noi. Ci siamo comunque preparati con grande voglia e spirito di sacrificio necessari per affrontare questi mesi di introduzione al rush finale».
Il ritorno del Covid ha creato apprensione tra di voi?
«Abbiamo vissuto queste settimane in maniera abbastanza tranquilla. Non ho la presunzione di essere un medico o uno scienziato, ma pare che la nuova variante sia più leggera quindi la speranza è che diventi presto una normale influenza da accettare. Dobbiamo andare avanti stando sempre attenti e prendendo tante precauzioni ma in maniera più tranquilla rispetto a due anni fa».
Il duello al vertice tra Reggiana e Modena rischia di logorare le due contendenti alla promozione?
«Sono dell’idea che nel girone di ritorno inizi un nuovo campionato. Si ricomincia daccapo perché molte squadre cambiano dopo il mercato, magari sono cambiati anche gli allenatori e le idee di calcio che c’erano all’inizio non ci sono più. L’ansia di dovere vincere o di doversi salvare cambia la mentalità dei giocatori. Sarà indubbiamente più tosta ma quello che faremo dipenderà solamente da noi. Ad oggi ci giochiamo la vetta con il Modena ma sarà dura fino alla fine e bisognerà prestare attenzione anche a chi sta dietro, lo dimostra quanto accaduto negli anni passati con tante formazioni che hanno recuperato svantaggi importanti. Ora si riparte e non bisogna sbagliare, serve soprattutto continuità».
Cosa potrà fare la differenza nel tour de force che vi attende a febbraio?
«Avere una rosa lunga e forte. Da noi non ci sono titolarissimi, il mister lo ha sempre dimostrato e anche chi ha giocato poco ha sempre fatto bene. Abbiamo fiducia in noi stessi e questo può essere un punto di forza. Credo che saremo pronti a dimostrare il nostro valore, sperando non ci siano infortuni perché complicherebbero molto le cose. Speriamo di riuscire a fare bene nel mese di febbraio che forse non sarà decisivo ma sicuramente molto importante».
La forza del gruppo incide davvero così tanto?
«Quando sono arrivato a fine ritiro ho trovato un gruppo compatto, formato da ragazzi splendidi che si mettono a disposizione l’uno dell’altro e soprattutto sono dei veri professionisti che sanno che in ogni allenamento bisogna dare il massimo per poter rendere in campo. Questa cosa ha permesso di avere rispetto reciproco e qualsiasi cosa succeda ci si aiuta e ci si dà una mano a vicenda. Siamo un gruppo di calciatori esperti che hanno in testa un solo obiettivo: vincere».
Quanto ha inciso invece il mister?
«Il mister ci ha sempre detto che siamo forti e ci ha aiutati a prendere consapevolezza nei nostri mezzi. Gli stessi risultati sul campo ci hanno dato una mano senza dimenticare il fatto che non diamo mai nulla per scontato e affrontiamo tutte le partite alla stessa maniera, sia che giochiamo con la prima o contro l’ultima in classifica: questa mentalità ci ha aiutati ad avere una continuità importante di risultati. A volte siamo incappati in errori contro chi sta più indietro in classifica lasciando dei punti su campi difficili, ma questi sono passaggi a vuoto che in un lungo percorso ci possono stare».
Nella rosa granata sei l’unico centrocampista che vede la porta. Speri di migliorare il tuo bottino di gol nel girone di ritorno?
«Sicuramente. Anzi, speravo di arrivare almeno a quota 4 gol a questo punto del campionato, invece sono fermo a 2. Vorrà dire che mi impegnerò di più per cercare di essere maggiormente decisivo in zona gol dove bisogna solo pensare a metterla dentro. Finora devo dire che sono stato anche un po’ sfortunato, a livello personale spero di tornare a segnare e soprattutto portare a casa vittorie importanti».
Quale pensi che sia il tuo ruolo ideale e a chi ti ispiri?
«In tutti questi anni di carriera ho giocato un po’ dappertutto e l’esperienza maturata mi permette di essere intercambiabile e sfruttare le mie caratteristiche in base alla necessità dell’allenatore. Le mie qualità principali sono l’inserimento in corsa e avere un po’ di tecnica non guasta ma reputo importante anche prestare molta attenzione alla fase difensiva. Sono contento del mio percorso e devo ringraziare tutti gli allenatori che mi hanno sempre dato fiducia. Il mio idolo fin dall'inizio è stato Kaka ma ho poco a che vedere con lui come caratteristiche. A volte sono stato accostato a Perrotta per il tipo di lavoro che faccio in mezzo al campo. Penso però che ognuno debba trovare i propri punti di forza ed esaltarli mettendoli sempre al servizio della squadra».
L’impatto con la Serie C, di ritorno dalla B, com’è stato?
«Questo è un campionato abbastanza combattuto dove c’è grande agonismo. Ci sono diversi campi bruttini dove non si gioca al massimo, quindi servono anche altre caratteristiche. Le squadre che hanno un qualcosa in più sono solamente cinque o sei, tutte le altre lottano per salvarsi il prima possibile e affrontarle non è mai facile. Però direi che per adesso ci siamo difesi alla grande…».
Gennaio è il mese dedicato al mercato: hai ricevuto delle offerte da parte di altri club?
«Di richieste non ce ne sono state, ma sono contentissimo di essere qui. Ho quasi sempre giocato quindi non avevo neanche la motivazione di dovermi guardare intorno: il mio progetto fin dal primo momento era quello di venire a Reggio per vincere il campionato».
Fuori dal campo quali altre passioni coltivi?
«Sono un grande appassionato di film e di automobili. Un film recente che ha lasciato il segno su di me è Interstellar: mi ha fatto capire l’importanza della famiglia e dello stare accanto ai propri figli. Parlando invece di auto cerco sempre di tenermi aggiornato sulle ultime novità e il sogno mio, ma penso di tutti, sarebbe quello di avere una Ferrari o una Lamborghini in garage. Mai dire mai…».
A Reggio Emilia come ti sei ambientato con la famiglia?
«Reggio è una bella città e si sta bene nonostante l’umidità che mi dà molto fastidio. Assieme a mia moglie e ai miei due figli viviamo in centro, usciamo spesso e ci godiamo le vie e le piazze con tutto quello che hanno da offrire. Ci troviamo davvero bene, bisogna solamente mettere la ciliegina sopra la torta…».
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