Diana: «Dispiace per la sconfitta, ma resto orientato positivamente. Siamo solo al 60% della condizione»
«Gli errori possono capitare ma non devono essere un alibi: dobbiamo lavorare per migliorare. Varone? E' rimasto in panchina perché non volevo metterlo in difficoltà con il mercato»
Mister Aimo Diana è conscio della prova negativa della sua Reggiana ma prova a guardare il bicchiere mezzo pieno o almeno fa buon viso a cattivo gioco dopo il duro k.o. di Piacenza che va al di là del risultato di 1-0.
«E’ stata la partita che mi aspettavo contro un Piacenza molto più rodato di noi e che si è chiuso bene - ha dichiarato il tecnico ex Renate nel post partita del “Garilli” - Abbiamo comunque ampi margini di miglioramento, ma dobbiamo cercare di salire di tono e fisicità. Negli ultimi venti minuti si è visto che ci manca ancora qualcosa, soprattutto quando i nostri difensori facevano fatica a saltare di testa».
Hanno inciso i carichi di lavoro degli ultimi giorni?
«Potevamo scegliere due opzioni: fare una preparazione forte e difficile col rischio di perdere diversi giocatori per infortunio oppure cercare di calibrare il lavoro per portare tutti più o meno nelle stesse condizioni. Ovviamente ognuno di noi ha i suoi tempi. Dispiace tantissimo aver perso oggi, possiamo fare molto di più ma rimango comunque positivamente orientato. Il pessimismo crea troppe perplessità, credo invece che sia importante togliersi di dosso quello che è successo nella scorsa stagione».
La preoccupano gli errori dei singoli?
«Quando si chiede alla squadra di giocare la palla, l’errore può capitare. In particolare quando si è stanchi, può succedere. In ogni caso, questo non deve essere un alibi perché la partita l’abbiamo persa. In campionato troveremo tante squadre come il Piacenza e noi dovremo essere bravi a migliorarci e a fare gol, quando si ha l’occasione».
Come mai ha optato per il doppio centravanti?
«Volevo verificare la consistenza dei nostri attaccanti. Siamo in una fase in cui bisogna sperimentare e vedere chi può fare i 90 minuti e chi può farne meno. Avremo bisogno di giocare con due o anche tre punte, perciò oggi ho cercato alcune risposte dal campo».
Dal punto di vista fisico manca ancora qualcosa…
«Dopo un mese di lavoro non si può pretendere che la squadra giri a duemila. Dobbiamo sicuramente essere più bravi nelle scelte finali e trovare più cattiveria nei contrasti e nella voglia di fare gol. Se hai due occasioni da gol, devi essere più decisivo. Sono io il primo che ci deve lavorare per trovare le giuste contromisure».
Il calciomercato è ancora aperto…
«Il mercato c’è per tutte le squadre, non solo per noi. Può condizionare qualche giocatore in vista di possibili occasioni di mercato. Io come tutti gli allenatori spero che si chiuda presto, anche perché col mercato chiuso il giocatore non ha altri pensieri».
Si riferisce in particolare a Varone, oggi rimasto in panchina?
«Non conosco nel dettaglio la sua situazione, ma so che c’è una trattativa in corso. Oggi ho quindi pensato di non utilizzarlo perché mi dispiaceva metterlo in difficoltà. Questo spiega che con lui ho comunque stretto un bel rapporto, come l’ho sempre avuto con tutti i giocatori in uscita».
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