Andreoni: «Ora cerco un lavoro ma non abbandono il calcio»
La notizia era nell'aria e infatti in settimana è arrivata ufficialmente la rescissione sul contratto, in scadenza a giugno 2016: ora Cristian Andreoni non è più un giocatore della Reggiana. Lunedì sera alcuni compagni hanno organizzato una cena e una partita a bowling in suo onore mentre ieri nello spogliatoio ha ricevuto un lungo applauso prima di raccogliere i suoi effetti personali e salutare il campo di via Agosti per l'ultima volta. «Non ho rancore per nessuno, capisco benissimo la decisione della società - sottolinea il 23enne al Resto del Carlino - ho fatto una stupidata e ne pago le conseguenze. Volevo rimanere qui a Reggio per lungo tempo, ma temo che le cose andranno per le lunghe: tra una decina di giorno saprò il risultato del ricorso, spero che gli anni di squalifica non siano più di due». Ora comincia una nuova vita: «Cercherò un posto di lavoro e una squadra con cui allenarmi vicino a Grezzago (provincia di Milano, ndr) dove abito. Non abbandono il calcio, è sempre stato il mio sogno e non finirà per una sciocchezza che ho commesso». La buona fede dimostrata dalla sua difesa non è bastata per modificare la sentenza: «Chi mi ha giudicato era interessato solamente a punirmi. Ringrazio la mia famiglia e la fidanzata che in questi mesi non mi hanno lasciato solo e la Reggiana che mi ha lasciato allenare fino all'ultimo». Il commento di alcuni tifosi ha lasciato il segno: «Il giorno dopo la mia squalifica ho letto commenti di chi sosteneva che fosse giusta. Io ho sempre dato tutto in campo e dopo essere stato vittima di un mio grave errore, leggere certe frasi mi ha dato fastidio: secondo me non sono veri tifosi, io avrei difeso un mio giocatore fino alla morte». La partita col Bassano rimarrà nel cuore: «Porterò nei miei ricordi tutte le sconfitte e tutte le vittorie con la maglia granata ma soprattutto la mia ultima partita ai playoff davanti ai 10000 tifosi contro il Bassano».
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