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Menichini: «Südtirol avversario ostico, vietato abbassare la guardia»

Le parole del tecnico granata alla vigilia di Südtirol-Reggiana

10.02.2017 18:00

«Nonostante le condizioni atmosferiche abbiano reso molto pesanti i campi - ha sottolineato Leonardo Menichini in conferenza stampa alla vigilia di Südtirol-Reggiana - i ragazzi si sono allenati molto bene e con grande entusiasmo. Ci siamo trasferiti sul sintetico dove la circolazione della palla è più veloce e i giocatori si affaticano meno. A Bolzano ci aspetta un terreno di gioco molto pesante, ma non sarà un alibi anche se preferiremmo giocare su di un campo diverso per esprimere al massimo le nostre qualità».

La Reggiana è tornata una grande squadra dopo le ultime due vittorie?
«I ragazzi hanno fatto cose importanti nel girone d'andata e ci stiamo riproponendo ora a buoni livelli, ma non possiamo abbassare la guardia perché andremmo incontro a brutte figure. Sotto il profilo nervoso l'attenzione deve essere alla pari con quella dell'avversario poi bisogna fare valere le nostre qualità. Gli stimoli e le motivazioni devono essere sempre al massimo altrimenti si fa fatica in tutti i campionati...».

Quella del Südtirol è una classifica bugiarda?
«Penso di sì. Il girone B di Lega Pro è un campionato dove ogni squadra ha giocatori importanti e che si fanno valere, e da quel che ho visto il Südtirol non fa eccezione. I biancorossi hanno un ottimo centrocampo e sono molto pericolosi in attacco. Il collettivo di mister Viali sa esprimersi bene in casa, dovremo tenere le antenne dritte...».

Che partita vi aspetta domani?
«Una gara molto ostica. Ho giocato contro di loro tanti anni fa e anche Genevier, avendoli affrontati in tempi più recenti, mi ha confermato la difficoltà nel giocare "Druso", campo dove l'avversario ti aggredisce fin dal primo minuto».

Ha dei dubbi di formazione?
«Io so già chi giocherà domani e anche i calciatori penso lo abbiano intuito, ciononostante cerco sempre di tenere tutti sulla corda fino all'ultimo. Titolari o riserve, per me non c'è differenza: chi è certo di una maglia la deve difendere e chi non ce l'ha deve provare a sottrarla al compagno. Anche chi subentra a partita in corso può essere determinante e decisivo per la squadra, non dimentichiamolo...».

Potremmo vedere un centrocampo con una mezzala più di rottura come Maltese o Calvano?
«Nella fase di non possesso si può riconquistare la palla con gli incontristi ma la possiamo riprendere anche chiudendo le linee di passaggio agli avversari. La scelta su chi schierare a centrocampo dunque mi lascia tranquillo: voglio sempre giocatori che sappiano cosa fare in entrambe le fasi...».

Domani è più importante la continuità di risultati o la prestazione?
«Entrambe. Voglio che ci sia una crescita generale poiché dobbiamo migliorare certi aspetti del gioco, ma non possiamo trascurare il risultato che è la cosa più importante del calcio».

Che cosa critica ai suoi giocatori dopo i primi venti giorni assieme?
«Noi allenatori non siamo mai troppo contenti. Nel dare giudizi però non bisogna mai dimenticare l'avversario che per un motivo o per l'altro può rovinare i piani preparati in precedenza. La Reggiana deve sbagliare meno sotto porta e negli ultimi passaggi: siamo in Lega Pro dove regna l'agonismo e si pensa prima a distruggere che costruire; col Modena per esempio siamo stati pazienti sfiancando l'avversario ma dovevamo mettere al sicuro il risultato molto prima...».

Cos'è invece che l'ha sorpresa in positivo?
«Sono contento che ci sia tanta voglia di assecondare l'allenatore. C'è chi fa fatica a capire quello che gli chiedo però mi segue lo stesso. Sto cercando di insegnare un nuovo disegno tattico e i ragazzi sono molto ben disposti a venirmi incontro: questa grande disponibilità per me è la sorpresa più importante. Quando c'è voglia di fare allora c'è sempre un margine di miglioramento. Mi ha stupito in positivo anche il carattere e la voglia di raggiungere il risultato con grande sacrificio da parte di tutti».

I suoi giocatori dicono che lei ha portato grande serenità...
«Probabilmente il mio modo di pormi dà loro tranquillità. In italia si deve vivere il calcio come uno svago e tutti devono godere di questo spettacolo. Mi fa piacere che i giocatori parlino così di me e che gradiscano il mio atteggiamento e quello che propongo: da parte mia cerco sempre di metterli in condizione di poter dare un contributo maggiore alla squadra. Se loro mi seguono alla lettera possono anche migliorare nelle carriere personali oltre che a fare il bene del gruppo».

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