Goretti sul finale del calciomercato: «Non sono mai contento, accetto le critiche perché sono giuste e fanno bene»
«Moro e Bonfanti dipendevano dalle decisioni di altre società, non è finita bene. Angori un errore anche nostro, a Rozzio proporrò il rinnovo e con Okwonkwo e Stramaccioni guardiamo al futuro. Pettinari? Dovrà pedalare più forte degli altri»
Il direttore sportivo Roberto Goretti come di consueto si è presentato davanti a telecamere e microfoni della stampa per fare un riassunto di quello che è stato il calciomercato invernale della Reggiana. Il ds granata accetta le critiche ricevute e racconta le dinamiche che hanno portato all'arrivo dei pochi rinforzi e perché diverse obiettivi alla fine non sono riusciti a vestire la maglia granata. QUI la seconda parte dell'intervista incentrata sul campionato.
Direttore, che voto darebbe al suo operato sul mercato?
«Non mi do mai dei voti, ma sono sempre autocritico e mai contento. A gennaio tengo molto a centrare gli obiettivi difficili, come possono essere le uscite».
Si era detto che la Reggiana avrebbe pensato prima agli acquisti che alle cessioni, ma non è andata così…
«Le dinamiche del mercato hanno portato a rientrare sul budget iniziale che in agosto era stato sforato. Avevo la possibilità di sforarlo anche a gennaio ma non sono capitate le occasioni giuste e non era opportuno buttare via dei soldi».
Ci può dire quali sono stati gli intoppi che si sono presentati?
«In generale il calciomercato a gennaio si è presentato difficile per parecchie squadre di Serie B perché il numero di calciatori potenzialmente liberi e che potevano cambiare casacca era limitato. Chi ha voluto incidere ha dovuto fare spese veramente importanti. La mia idea, anche dopo aver parlato con la proprietà, era quella di intervenire in alcuni ruoli precisi ma lo avrei fatto solo se avessi trovato i giocatori adatti per alzare il livello della squadra e funzionali al nostro gioco. Erano pochissimi quelli che corrispondevano a queste caratteristiche e non sono riuscito a prenderli. Nell’ultima settimana ho capito che la situazione non era semplicissima e le operazioni che potevo fare non dipendevano da noi ma dalla decisione finale di altre società. Ma la Reggiana non è stata l’unica squadra che ha fatto fatica. Ho tentato anche un paio di opzioni all’estero con giocatori che mi piacevano, ma sono sfumate».
Le critiche ricevute le hanno fatto male?
«No, fanno crescere e ragionare. Hanno fatto bene a criticarmi e mi sono criticato anche io sapendo che poteva finire in quella maniera. Fa parte del gioco».
Con Luca Moro era già tutto fatto?
«Avevamo un accordo con il Sassuolo e con il ragazzo che voleva venire qua, ma sapevamo che lo Spezia prima aveva bisogno di altri attaccanti. Nel primo pomeriggio dell’ultimo giorno di mercato ci avevano dato il via libera, poi una squadra di Serie A si è inserita su un loro obiettivo (la Salernitana su Weissman, ndr) ed è saltato tutto. Non avevo un “piano B“: o Moro o niente. Potevamo dare una spinta in più al mister e non è successo, ma sono contento di chi è arrivato perché sono ragazzi che hanno qualità e buona intensità e soprattutto continueranno il percorso con noi anche nella prossima stagione».
Qual è stato l’ostacolo che ha impedito di portare in granata i difensori Bonfanti e Bettella?
«Bettella aveva dato un’apertura, ma quando ha avuto il contratto davanti non se l’è sentita di scendere in Serie B: meglio così perché è stato onesto nei confronti della società. Bonfanti è un caso simile a Moro, sapevamo che l’Atalanta avrebbe deciso all’ultimo e ha preferito tenerlo nella rosa della prima squadra».
Se ne potrebbe riparlare nella prossima stagione?
«Possono fare al caso nostro e noi saremmo una buona opportunità per la loro carriera. Vedremo».
Okwonkwo era un obiettivo che aveva già in testa?
«Ho parlato di lui per la prima volta due mesi fa quando l’ho visto allenarsi assieme a Vido all’Isokinetic a Bologna, ma lo avevo conosciuto nel suo secondo anno in Italia quando stavo per portarlo al Perugia. Ritengo che sia un’opportunità tecnico-finanziaria importante anche se avrà bisogno di mesi per tornare nelle condizioni in cui era prima dello stop. Ma ci può già dare una mano quest’anno e nella prossima stagione sarà un attaccante importante per la categoria a un costo più che giusto».
Blanco cosa può dare in più alla Reggiana?
«L’idea iniziale era quella di dare a Nesta un giocatore di qualità di piede mancino sulla trequarti e abbiamo puntato su Pafundi: con l’Udinese l’accordo c’era, il ragazzo aveva dato l’ok ma non siamo mai arrivati alla conferma finale. A un certo punto ho chiamato l’Udinese e i rappresentati del ragazzo dando un ultimatum al quale non ho ricevuto risposta, poi la settimana dopo il ragazzo ha optato per la soluzione all’estero (il Losanna, ndr) che probabilmente era il suo obiettivo. Ci sono state altre opportunità valide, in particolare una che non siamo riusciti a concludere, e Blanco era tra le opzioni. Penso che il ragazzo possa fare bene sia come quinto a sinistra e come trequartista, anzi da esterno può crescere molto perché ha qualità e strappo. Con Nesta però c’’è bisogno di tempo, ho già detto ai ragazzi che prima di farli giocare il mister li vuole studiare per bene».
Il cipriota Loizou è l’altro giocatore sfumato sulla trequarti?
«Era l’altro trequartista che mi piaceva, un giocatore davvero forte ma la sua società ha preferito darlo in prestito in una squadra che gioca in prima divisione (l’Heerenveen in Olanda, ndr)».
Angori lo potremo rivedere a Reggio in estate?
«Vedremo. Nel suo caso è stato commesso un errore di leggerezza da parte nostra e anche dalla segreteria dell’Empoli: non abbiamo valutato che il ragazzo è stato tesserato dai toscani a inizio luglio e quel primo passaggio ha fatto saltare il trasferimento. Abbiamo chiesto una deroga simile a quella concessa a Milan e Salernitana nel caso di Pellegrino e per me la federazione avrebbe dovuto darci l’ok e cogliere l’occasione per allinearsi al resto d’Europa come regolamento, dove non c’è un limite ai trasferimenti ma solamente alle maglie indossate in una stagione, invece non è andata così. Angori è un ragazzo con grandi potenzialità, vedremo in estate cosa succederà…».
Stramaccioni è un ulteriore investimento per il prossimo campionato?
«È un’opportunità che abbiamo colto anche se ha avuto una stagione difficile, ma parliamo di un ragazzone giovane alto più di un metro e novanta, mancino, che deve ancora crescere e mi auguro possa farlo bene con noi dall’inizio della prossima stagione».
È quindi corretto affermare che ha lavorato più per il futuro che per il presente?
«Se uno guarda ai contratti firmati, direi di sì».
Sempre in ottica futura sta valutando anche il rinnovo del capitano Rozzio?
«Sicuramente a Paolo proporremo il rinnovo poi ci vorrà la volontà anche da parte sua, ma non penso ci saranno problemi per lui e per gli altri nel continuare insieme».
Ha colto un po’ di sorpresa la decisione di reinserire nelle rotazioni Pettinari…
«Io sono sempre stato chiaro e nel primo allenamento di gennaio ho parlato con chi era in uscita: Lanini, Pettinari, Pajac, Nardi e Da Riva. Ognuno poi reagisce come vuole: Nardi è rimasto a disposizione fino all’ultimo secondo, Lanini anche, mentre Pettinari per sua scelta ha chiesto di allenarsi a parte perché era convinto di andare via e io ho acconsentito. Alla fine è rimasto, ma è sempre stato a disposizione dell’allenatore: avendo fatto quella scelta particolare vorrà dire che per riconquistare la fiducia dei compagni e dell’allenatore dovrà pedalare più forte degli altri».
Perché Pajac è rimasto?
«Non ci sono state le condizioni affinché potesse uscire. A mio avviso voleva rimanere, ma non ci sono state squadre veramente determinate nel prenderlo».
Ci sono state richieste per i vostri giocatori, Girma in particolare piace a diversi club di Serie A…
«Girma ha ricevuto degli interessamenti ma deve fare ancora molta strada e la farà con la Reggiana almeno all’inizio, poi vedremo se saprà migliorare. Abbiamo ricevuto tante proposte per i giocatori nostri e in prestito, ma tutti sono rimasti a Reggio con lo spirito giusto rifiutando seccamente il trasferimento perché sono contenti di stare qua e continuare il percorso iniziato».
Marcandalli e Pieragnolo hanno rischiato di tornare ai club di appartenenza?
«Il Genoa con grande intensità ha richiesto Marcandalli, la stessa che dovrebbe mettere sul campo in ogni partita».
Pensate di ricorrere al mercato degli svincolati?
«Non tessereremo dei calciatori svincolati».
Neanche Mbaye, se si dovesse sbloccare la sua situazione burocratica?
«Gli vogliamo tutti bene, si allena sempre con noi e lo consideriamo come un nostro compagno, ma anche se dovessero arrivare tutti i permessi e la cittadinanza non credo sarà tesserato. Anche se è rimasto un posto over disponibile».
Quale squadra esce più forte dal mercato, secondo lei?
«Non saprei, guardo solo in casa nostra e alle cose che ci sono da fare. Il nostro obiettivo è chiaro ed è lo stesso del girone d’andata: raggiungere la salvezza».
Con il recupero di Gondo e il reinserimento di Pettinari pensa che manchi ancora una punta alla Reggiana?
«Noi giochiamo in una maniera con una punta fisica e peggio senza. Tanti giocatori si possono adattare in quel ruolo, bisogna capire chi può essere la giusta alternativa a Gondo. Varela a Genova in Coppa Italia aveva fatto bene, sabato Girma a un certo punto è stato provato come “falso nueve” e anche questa può essere una soluzione. Ci sono quindi varie opzioni, col tempo anche Okwonkwo potrà darci 15-20 minuti ma dovremo vedere come si troverà con gli allenamenti e con le dinamiche del gruppo».
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