Gyamfi si è preso la Reggiana: «Non ho mai smesso di lavorare e di crederci»
Il difensore ghanese è uno dei giocatori più in forma della Reggiana: «Nasco come terzino, poi un giorno Inzaghi...»
Bright Gyamfi è stato il primo rinforzo portato a Reggio da Doriano Tosi in vista del ritorno dei granata in Serie B dopo 21 anni di attesa. Un oggetto misterioso in estate e nelle prime giornate di campionato, ma da diverse settimane il classe ’96 ghanese, utilizzato da centrale e anche da terzino, ha dimostrato di meritare le opportunità che gli sta concedendo mister Alvini.
Sabato contro il Pisa bisogna dare continuità alla vittoria con il Vicenza…
«La B è un campionato difficile dove non esistono partite facili. A parte tre o quattro squadre costruite per puntare alla promozione, c’è poca differenza tra le altre quindi dare continuità di risultati non è facile ma stiamo lavorando duramente in questa direzione».
Nelle ultime giornate hai dimostrato di essere in crescita, anche mentalmente…
«Non è facile adattarsi subito in una squadra nuova con un modulo di gioco diverso. Piano piano con i consigli del mister e di chi è qui da tanto ho preso fiducia e ho iniziato a considerarmi un giocatore importante».
Il cambio di assetto tattico visto con il Vicenza ha portato dei benefici?
«La linea a quattro ci fa restare più compatti dietro per uscire in fase di costruzione. Abbiamo lavorato molto nell’approccio alla gara. Il mister cerca di metterci nel posto giusto e noi diamo il massimo per fare il meglio».
Nasci come terzino, poi ti sei adattato a fare il centrale. Quando è capitato?
«A Benevento non trovavo spazio da terzino e nella partita contro il Crotone mancavano tanti centrali così Inzaghi decise di provarmi in quel ruolo: fui il migliore in campo. Ricordo che giocai da centrale anche contro Trapani e Ascoli fornendo delle buone prestazioni».
Giocare poco negli anni precedenti pensi che possa aver rallentato il tuo processo di inserimento?
«Si è possibile. A Benevento il primo anno con mister Baroni ho fatto 24 presenze poi dopo la promozione in A lo spazio è calato e in B l’anno successivo avevo davanti due giocatori forti come Maggio e Letizia. Però non ho mai smesso di lavorare bene».
C’è un giocatore al quale ti ispiri?
«Non ho un modello preciso, cerco di prendere spunto da tanti giocatori. Alcuni dicono che ho delle caratteristiche simili a Cafu e una volta Inzaghi mi disse che avevo giocato una partita come Baresi...».
Quando sei arrivato in Italia?
«Sono arrivato dal Ghana nel 2013 a 16 anni per fare un provino con il Genoa di Liverani nella formazione under 17, ma non ho avuto la possibilità di giocare in campionato poiché ero senza tessera. Quando è capitata l’opportunità di fare un provino con l’Inter e non me la sono lasciata sfuggire. Ho passato due anni in nerazzurro vincendo la Coppa Italia e il Torneo di Viareggio con mister Vecchi in panchina».
Che ricordi porti dell’esperienza con l’Inter?
«Ricordo con piacere la mia rete nella finale del Torneo di Viareggio segnata contro il Verona allo scadere. Tra i professionisti invece devo ancora realizzare il primo gol…».
È a Milano che hai conosciuto Yao?
«Sì. Lui era uno dei difensori più forti del campionato ed eravamo amici, ma dopo il suo trasferimento a Lugano ci siamo un po’ persi di vista. Sono contento di ritrovarlo qui a Reggio».
Sogni ancora di arrivare in nazionale?
«Da giovanissimo, quando ancora ero ancora in Ghana, ero stato convocato ma da quando gioco in Italia non sono più stato preso in considerazione. La nostra nazionale ha tanti giocatori che vengono da Italia, Germania e Inghilterra: quando arriverà il mio momento mi farò trovare pronto».
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