foto Silvia Casali
foto Silvia Casali

A due giorni dalla trasferta contro il Brescia, mister Davide Dionigi in conferenza stampa ha fatto il punto della situazione sul lavoro svolto nelle ultime settimane e sul momento della Reggiana. L’allenatore granata ha sottolineato la crescente intensità degli allenamenti e la disponibilità del gruppo, elogiandone l’atteggiamento e la voglia di risalire. Con solamente cinque gare da giocare, serviranno compattezza, coraggio e un salto di qualità in fase realizzativa in ciascuna delle prossime sfide.


Mister, avete avuto nove giorni di tempo per preparare la gara con il Brescia…
«Abbiamo lavorato bene. Col passare dei giorni, i ragazzi si allenano con convinzione sempre maggiore. Le proposte che stiamo dando trovano riscontro, sia nell’applicazione che nella voglia. A volte anche troppa: c’è chi forzerebbe la mano pur di esserci all’allenamento, anche correndo qualche rischio. Questo dimostra che si sta formando un gruppo solido anche sul piano del lavoro, e questo mi fa ben sperare. Abbiamo fatto due settimane piene da quando siamo arrivati. L’adattamento era necessario, perché la metodologia era molto diversa da quella precedente. Ma il gruppo sta rispondendo bene».

Quanto è importante conoscere a fondo la rosa che ha a disposizione?
«Conoscere le caratteristiche dei giocatori e le dinamiche interne è fondamentale. Sono rimasto colpito positivamente dall'atteggiamento dei ragazzi: questo è un gruppo sano, che vuole uscire da questa situazione difficile. Le aspettative sono alte, e lo sappiamo, però mi hanno sempre insegnato che un allenatore deve pensare al campo, a lavorare. Non ad altro. Ed è questa la mentalità che sto cercando di inculcare: pensiamo solo al lavoro».

Qual è la situazione di Portanova e Vergara?
«Portanova ha avuto solo una botta, ci eravamo spaventati ma per fortuna non è nulla di grave. Anche Vergara ha lavorato a parte la scorsa settimana per essere presente in questa. Sono due rientri fondamentali: ci danno quell’estro in più che può fare la differenza».

Come sta Rozzio?
«Ha messo dentro una settimana in più di lavoro, che gli è servita dopo quattro mesi di stop. Ha mostrato grande applicazione e carattere. È un rientro importante non solo dal punto di vista tecnico ma anche per il valore umano e simbolico: tutta Reggio conosce la sua importanza e il suo attaccamento alla maglia. Dietro siamo un po’ contati: Meroni non è grave ma non ci sarà, Sampirisi è fuori da tempo, Sosa ha qualche problema però dovrebbe essere disponibile». 

Con il rientro del capitano tornerà la difesa a quattro?
«Abbiamo lavorato su entrambe le soluzioni, sia a tre che a quattro. Difendendo a tre non abbiamo fatto male: non dimentichiamo da dove venivamo perché abbiamo tenuto testa a due squadre molto forti, da Serie A. Abbiamo creato tante occasioni, purtroppo senza raccogliere quanto meritavamo. Abbiamo giocato una partita e mezza ad alta intensità. Peccato per il risultato, ma ora è il momento di iniziare a raccogliere quello che stiamo facendo».

Destro sta ritrovando la condizione migliore?
«Sta lavorando. Contro il Pisa, se non ci fosse stato l’infortunio a Meroni, gli avrei dato qualche minuto. Il suo percorso in settimana è ancora differenziato, ma sarà in panchina e se ci sarà l'occasione entrerà. Dovrà darci il contributo per cui l’abbiamo voluto qui».

A cinque minuti dal termine, sullo 0-0, cosa farebbe?
«Dobbiamo centrare tre vittorie. Possono arrivare anche nelle ultime tre giornate, ma ogni partita è fondamentale. La gestione dipende da ciò che accade in campo, anche mentalmente e fisicamente. Queste situazioni vanno lette durante la partita».

Si può pensare che un pareggio a Brescia possa andar bene, essendo in vantaggio negli scontri diretti?
«Non possiamo entrare in campo pensando che un pareggio vada bene. È difficile fare calcoli in questa fase della stagione. Dobbiamo andare con la mentalità di giocarci la partita a viso aperto, come fatto con la Cremonese e in parte col Pisa. Un risultato positivo è utile, ma andiamo là per giocarcela».

Nonostante i risultati negativi, avrete al vostro fianco almeno 700 tifosi granata…
«È una grande responsabilità e un motivo di ringraziamento. Nelle due partite che ho vissuto, ho visto atteggiamenti corretti: applausi dopo la Cremonese nonostante la sconfitta, e giustamente fischi col Pisa per una parte di gara. Si guarda più al risultato rispetto al giocare bene o male, è comprensibile essere applauditi o contestati, ma i tifosi hanno sempre dato segnali di grande equilibrio».

Che impressione ha del Brescia?
«È strano vederli così in basso. Hanno qualità, fisicità ed esperienza: ti fanno credere di poter gestire la partita e poi ti colpiscono. Se sono in quella posizione di classifica, vuol dire che qualche problema c'è, ma dobbiamo pensare a noi. Vorrei rivedere l’atteggiamento dei primi 30 minuti con il Pisa e del primo tempo con la Cremonese. Solo che questa volta dev’essere prolungato per almeno 70 minuti».

La Reggiana sarebbe ancora credibile se non riuscisse a vincere questa partita?
«La credibilità viene dai risultati. Brescia non è l’ultima spiaggia, per entrambe le squadre, ma è fondamentale fare punti. Abbiamo cinque partite per ottenere un certo numero di vittorie, e dobbiamo provarci in ogni occasione. A Brescia l'avversario è alla nostra portata e bisogna cercare di vincere, così come ci abbiamo provato nelle ultime due gare».

La squadra fatica a concretizzare e subisce troppo: state lavorando su questo aspetto?
«Sì, stiamo lavorando molto sulla compattezza difensiva. Ho rivisto tutti gli errori, anche quelli precedenti al mio arrivo: molti sono stati individuali. Serve più concentrazione. In attacco è un vero peccato non segnare, perché creiamo molto. Ho parlato con gli attaccanti: da ex attaccante so cosa vuol dire. Bisogna cercare il gol in modo maniacale, con convinzione. Solo così arriva».

Nel secondo tempo contro il Pisa è sembrato di vedere una squadra rassegnata. È così?
«No, assolutamente. Quel gol preso allo scadere del primo tempo ci ha tagliato le gambe. Se fossimo andati al riposo sotto solo di un gol, nel secondo tempo sarebbe stata un’altra partita. Ho visto una grande reazione con la Cremonese, e un ottimo primo tempo col Pisa. Nessuna rassegnazione, ma dobbiamo insistere sul lavoro e sulla convinzione che abbiamo tutte le armi per potercela fare».

La società ha smentito ufficialmente le voci sul suo possibile esonero…
«Significa che stiamo lavorando bene. Io penso solo al campo. I problemi c’erano e li sto affrontando, ma non esistono bacchette magiche. Solo il lavoro può farci uscire da qui, anche se il tempo a disposizione è poco».

Se il Mantova ha fatto 7 punti in 3 partite, perché non può farlo anche la Reggiana?
«Infatti, possiamo farlo anche noi. Le ultime due partite erano proibitive, ma le abbiamo giocate alla pari, o quasi. Meritavamo almeno un punto. Ora inizia un mini campionato: dobbiamo fare punti. La squadra è convinta, io guardo il lavoro in allenamento, il resto non mi riguarda. Devo pensare alle mie due settimane e a ciò che si è visto in campo. Con margini di miglioramento, ovvio, altrimenti non avremmo perso le partite».

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