Crnigoj: «Sono qui perché la Reggiana mi ha voluto fortemente. Mi piace lottare, darò il 100% per questa squadra»
«Contro lo Spezia potrei essere convocato, poi sfrutterò la sosta di ottobre per inserirmi ancora meglio. Ho sempre giocato in piazze in cui il primo obiettivo era salvarsi e poi vedere quello che succede: credo che anche a Reggio sia così...»
«Ho deciso di venire alla Reggiana perché mi hanno convinto le parole del direttore Goretti e di mister Nesta - ha confessato Domen Crnigoj ai nostri microfoni a margine della presentazione della squadra andata in scena lunedì sera al Tecnopolo - Loro mi hanno spiegato la situazione generale e io gli ho detto la mia, visto che avevo qualche problema sia a livello professionale che personale. Ho chiarito che mi sarebbe servito del tempo per tornare in forma però sono sicuro che quando starò bene, darò il mio contributo alla squadra. Ho apprezzato molto l’aspetto umano della società nei miei confronti, oltre al fatto che mi hanno voluto fortemente. Inoltre, guardando qualche partita ho visto una squadra che gioca bene, perciò ho detto “sì”».
Quali sono le tue caratteristiche principali?
«Sono una mezzala che corre tanto, dà il massimo per la squadra e ogni tanto fa qualche gol. Non sono più giovanissimo perciò sono più maturo e pronto ad aiutare i compagni più giovani. Mi piace lottare e darò sempre il 100% per questa squadra».
Quanto dovranno aspettare i tifosi granata per vedere in azione il vero Crnigoj, giocatore che ha calcato i campi della Serie A e che può far la differenza in B?
«Finora ho lavorato a parte e mi hanno dato tutto il tempo necessario per recuperare bene. Credo di essere già pronto per essere convocato per la partita contro lo Spezia. In queste partite vedrò un po’ come sto, anche perché un conto è allenarsi e un conto è giocare le partite. Credo che la sosta delle nazionali a ottobre mi permetterà di recuperare altro tempo utile per lavorare e conoscere meglio le idee della squadra e del mister. Questo non vale solo per me ma anche per altri compagni: ci sono tanti ragazzi nuovi che pian piano stanno mettendo ritmo gara dopo gara. Questo è un campionato nuovo per molti giocatori che vengono dalla Serie C, che è molto diversa dalla Serie B. Penso che dopo la sosta vedremo la vera Reggiana».
Cosa cambia per te passare dalla Serie A alla Serie B in una squadra che lotta per non retrocedere?
«Anche nel mio primo anno a Venezia abbiamo lottato per non retrocedere e invece siamo saliti in Serie A, mentre l’anno che siamo ritornati in B dovevamo riconquistare la massima serie e invece abbiamo lottato per non retrocedere. A Salerno invece abbiamo fatto bene e ci siamo salvati con grande anticipo, superando le aspettative di società e tifosi. Ho sempre giocato in piazze in cui il primo obiettivo era quello di salvarsi e poi vedere quello che succede: credo che anche qui a Reggio Emilia sia così. Noi puntiamo ovviamente alla salvezza, ma questa squadra ha qualità per giocare bene e per arrivare a qualcosa di più. La nostra prima idea è quella di salvarci il più presto possibile».
Che idea ti sei fatto di questa Reggiana che finora ha dimostrato qualità ma ha racimolato meno punti rispetto a quelli che meritava?
«La Serie B è questa: tante volte giochi bene e non raccogli nulla, altre volte giochi male e fai punti dove non te l’aspetti. Sicuramente bisogna portare a casa dei risultati anche perché se si crea un distacco, poi è dura recuperare. Dovremo lavorare tanto e giocare pensando che ogni partita sarà una lotta per la salvezza. Con la giusta mentalità sono sicuro che arriveranno le soddisfazioni per la squadra, per la società e per i tifosi».
Quali sono state le prime sensazioni che hai provato nel far parte della famiglia granata?
«A Reggio avevo già giocato da avversario ma con lo stadio vuoto causa Covid, perciò non avevo idea dei tanti tifosi che seguono la Reggiana, forse più che a Venezia. Sono rimasto veramente impressionato dal calore di questa piazza. Spero solo che questi primi pareggi e sconfitte di campionato non distacchino il pubblico dalla squadra, anzi spero che ne vengano ancora di più allo stadio. C’è bisogno del pubblico per sostenerci».
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