Diana: «C'è massima concentrazione per Rimini: siamo pronti a livello fisico e mentale. Mi fido dei miei giocatori»
«Un virus ci ha dato qualche problema ma ora sembra essere superato. Gli attaccanti si stanno impegnando molto, questa è la strada giusta per tornare a segnare. È normale che ci sia un po' di tensione nell'ambiente, la squadra però è serena»
Carico e concentrato, così come la sua squadra. Mister Aimo Diana, al termine di una settimana di lavoro finalmente completa e non spezzettata, guarda alla sfida di Rimini a testa alta e pensa solamente al campo, non a tutta l'atmosfera carica di comprensibile tensione che circonda l'ambiente granata ora che mancano poche settimane alla linea del traguardo.
Mister, la squadra come sta?
«È stata una settimana tribolata con qualche virus di troppo che sembra essersi risolto in tempo e chi è stato colpito ora sta recuperando».
Gli attaccanti sono tutti a disposizione?
«Pellegrini si è allenato tutta la settimana senza grossi problemi: certamente non è al massimo della condizione, ma è a disposizione. Montalto ha accusato una botta forte nel costato che un po’ gli dà fastidio, ma gli esami strumentali hanno escluso complicazioni. Tutti si stanno mettendo a grande disposizione, vedo che si impegnano molto e questa è la strada giusta per tornare a segnare».
Le scelte di formazione saranno dunque dettate esclusivamente da motivazioni tattiche e tecniche?
«Principalmente sì, anche se magari c’è qualcuno che può stare meglio di un altro. Molto dipenderà dal tipo di partita che vorremo fare, poi dovremo valutare anche col caldo cosa sarà meglio per domani. Ad ogni modo devo dire che ho una buonissima scelta».
In assenza di Guiebre, impegnato in nazionale, ha già scelto a chi affidare la fascia sinistra?
«Fiamozzi e Nardi sono i più adatti. Fiamozzi a Empoli ha giocato spesso sinistra e tra gli esterni a disposizione, alla pari di Libutti, è quello più duttile. Abbiamo comunque Nardi e Vallocchia che possono giocare in quel ruolo e in settimana ho provato anche Varela. Guiebre forse tornerà tardi la prossima settimana, quindi non escludiamo che ci sia bisogno di una soluzione alternativa per due gare».
La squadra è in buone condizioni atletiche o rischia di soffrire questi primi giorni caldi?
«Questo è caldo secco, non umido, quindi non ci fa sudare disperatamente come accaduto in passato. La squadra mi sembra in buone condizioni e nelle tre partite precedenti c’è stata una buona rotazione: solo due giocatori hanno fatto tre gare consecutive. In sostanza la condizione fisica e mentale è buona, poi la condizione nervosa conterà tanto: c’è un po’ di tensione ma è normale che sia così».
Avvertite la tensione che si respira all’esterno?
«Non vivo molto l’ambiente esterno, devo essere sincero. All’interno viviamo la settimana in maniera giusta, il clima è sempre stato buono per noi anche quando le cose non erano ottimali. Abbiamo sempre cercato di ricreare la nostra condizione. Ma anche mia madre a casa ha la tensione e non dorme la notte prima della partite, immagino quanto possano essere tesi tutti gli altri. I tifosi ma anche noi allenatori non entriamo in campo, io però mi fido ciecamente dei miei giocatori».
La squadra quindi è serena…
«I risultati ci sono e la classifica anche: è un anno e mezzo che siamo lì in alto, quindi sappiamo perfettamente cosa ci stiamo giocando. Poi quando ci si avvicina alla partita io noto una concentrazione diversa da parte della squadra».
Che avversario è il Rimini?
«Arriva da un risultato non positivo in casa, e ha un ruolino non positivo nel girone di ritorno. Questo fattore ci deve fare drizzare le antenne perché hanno qualità e voglia di riscatto. I biancorossi sono partiti col 4-3-3 poi sono passati al 3-5-2 e nell’ultima gara al 4-4-2: cambiano molto quindi non sappiamo cosa ci possiamo trovare di fronte domani. Vediamo spesso che prima della partita le avversarie cambiano modo di giocare quando ci affrontano: penso alla Torres che è passata per la prima volta alla difesa a tre o al Pontedera col tridente. Abbiamo pertanto lavorato sulle caratteristiche dei giocatori e dell’allenatore. Santini e tanti altri sono atleti che ci possono mettere in difficoltà, ma tutte le squadre ci mettono in difficoltà. Ci siamo preparati prima di tutto su noi stessi e poi sono state fatte alcune valutazioni sulla squadra avversaria».
Nelle ultime gare tanti episodi non hanno girato per il verso giusto, e questi non sono allenabili…
«Posso dire che c’è massima concentrazione e attenzione per portarli dalla nostra parte. In settimana si provano situazioni diverse, ma il nostro impianto di gioco è una certezza e pensare di volerlo cambiare rischia di togliercela. Bisogna giocare con grande umiltà e concentrazione, essere maturi e saper leggere la gara nei 90 minuti perché cambia tantissimo. Bisogna anche essere pronti a cambiare quando è il momento di farlo e avere la lucidità per decidere se occorre farlo. Serve la concentrazione di chi è in campo e di chi da fuori cerca di dirigere la squadra».
Non pensa che ormai le avversarie abbiano capito come limitare il gioco della Reggiana?
«Abbiamo analizzato la gara con la Torres: ricordo 20-25 cross in area, tanti angoli e punizioni. Certamente noi siamo poco cinici, ma gli avversari ci fanno andare tante volte in area di rigore. Se questo è limitarci, secondo me è poco. Il problema è che siamo poco cinici e non solo con gli attaccanti, perché sulle palle inattive ci sono dentro tutti…».
Anche domani a Rimini è previsto un nuovo esodo di tifosi granata…
«Siamo abituati a questo. Loro non devono sorprenderci, sappiamo di averli sempre al nostro fianco e devono capire che devono entrare in campo con noi. Devono supportarci anche quando non siamo dominanti e brillanti. Per noi sono una grande risorsa».
Vincere a Rimini significa giocarsi la promozione in casa?
«Sì, ma onestamente fatico a ragionare sulle gare che vengono dopo. Pensiamo solamente a noi stessi e a cercare di portare a casa altri tre punti».
Per vincere il campionato servono veramente quattro vittorie?
«Noi andiamo sui dati di fatto, quindi sì. Bisogna superare gli 80 punti, poi cammin facendo vedremo quello che succederò. Non pensiamo ai risultati degli altri: Entella e Cesena hanno le qualità per vincere tutte e cinque le gare che restano, ma anche noi. Guardiamo solamente in casa nostra, le tabelle le abbiamo buttare via l’anno scorso…».
Ancora una volta giocherete prima di Entella e Cesena, impegnate domenica…
«Sinceramente non ci penso. Abbiamo superato questo aspetto e tutto sommato una bella settimana di lavoro siamo riusciti a farla».
A questo punto della stagione è meglio giocare contro chi ha poco da perdere o contro chi ancora cerca di raggiungere un obiettivo concreto?
«Tutte le squadre lottano per cercare di migliore la posizione: c’è chi si deve salvare e chi deve andare ai playoff. Devo dire che quando si gioca contro Reggiana, Cesena o Entella gli avversari hanno voglia di fare risultato: si sfruttano queste occasioni per portare gente allo stadio e i giocatori avversari le sfruttano per mettersi in mostra».
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