Il saluto di Varone: «Vi ho dato il mio cuore e voi avete dato a me il vostro. Ovunque andrò, tiferò sempre Reggiana»
«Quando non si sanno le cose è facile puntare il dito: non posso farmi una colpa se la mia vita è aggrappata ad un sogno. Il mio addio potrebbe contenere tracce di un arrivederci...»
Le strade di Ivan Varone e della Reggiana si sono separate. In attesa dell'annuncio ufficiale della cessione del centrocampista classe '92 al Panetolikos in Grecia, il Puma tramite il suo profilo Facebook ha condiviso una lunga lettera dove ripercorre i due anni trascorsi a Reggio e saluta compagni e tifosi.
... tutto è cominciato il 29 luglio di 2 anni fa; quel giorno avevo una sensazione strana, percepivo qualcosa di magico nell'aria, qualcosa che mi avrebbe spinto a breve, a prefissare nuovi obbiettivi... Quando arrivai a Reggio fui travolto sin da subito dall'entusiasmo dei miei compagni di squadra; il gruppo era compatto e determinato e sapeva già cosa voleva e dove voleva arrivare.
Cominciammo il campionato aspettandoci tutto e niente, sapevamo di essere una squadra forte e i risultati lo confermavano, ma di lì a pensare di vincere il campionato sembrava ci fosse un abisso. Poi, arrivarono i playoff e quel sogno a cui ci aggrappammo sia noi, che tutta la città di Reggio Emilia di lì a poco, non ci sembrava più così lontano. Minuto dopo minuto, partita dopo partita la consapevolezza di compiere quel "miracolo" non ci mollava neanche per mezzo secondo, finché arrivammo all'ultima partita di playoff.
... Ma come vi spiego le emozioni di quella sera?
Mi dispiace, ma non posso.
Non avevamo nulla da perdere e tanto da guadagnare, ma a prescindere da tutto, sapevamo che dopo 21 anni Reggio Emilia meritava quella promozione... e la raggiungemmo; finalmente la Reggiana ritornava nel calcio che conta. Quell'anno non ero solo riuscito a far gioire una città intera, avevo avuto anche la fortuna di condividere questo traguardo importante con persone fantastiche, persone che da semplici compagni di squadra sono diventati amici.
Ricordo come fosse ieri, quando Spanó mi chiamò e mi disse che decise di porre fine alla sua carriera calcistica; fu un colpo al cuore, ma sapevo che inseguiva quella che era la sua felicità ed ero felice per lui. Poi c'è il professore, detto anche Fausto Rossi 🤣. Una persona incredibile, sempre disponibile, con un cuore grande e puro. Ecco lui è uno di quelli che chiamo campioni, perché prima di essere un campione in campo, è un campione nella vita di tutti i giorni. Arrivo anche a te, mio caro amico Paolo; per me sei un gigante buono, sei stato un po' la mia razionalità e senza di te, mi sarei sentito perso. Se molti errori non li ho commessi è stato anche merito tuo. Poi ci sei tu, Libu... Penso che persone come te, siano rare al mondo. Spero di essere riuscito a trasmetterti qualcosa in questo tempo trascorso insieme e sappi che ci sarò sempre, per qualsiasi cosa. Vorrei spendere parole dettagliate su ognuno di voi, ma se volessi dilungarmi non basterebbe un libro. Grazie a Mattia, Augustus, Gabri, Igor, Marcos, Martino, Scappo, Jack, Zampa. Vi voglio bene ragazzi e scusate se ho dimenticato qualcuno.
Presi dall'entusiasmo della nuova serie e cavalcati da quell'onda di positività e felicità, che sfido chiunque a non avere dopo ciò che con tanti sacrifici e sudore avevamo conquistato, iniziamo un altro campionato, con qualche pedina fondamentale in meno, rispetto all'anno prima. Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo cercato di fare un buon campionato; purtroppo si sa, la felicità di un qualcosa per cui hai lottato è quasi sempre momentanea e così è stato per noi. Tanti infortuni, tanti errori collettivi e singoli, ci hanno portato ad un periodo buio; poi ci siamo ripresi, ma poco dopo il sole ha smesso di nuovo di sorgere. Inutile stare qui a dare delle colpe; ognuno di noi da professionista, si è assunto le proprie responsabilità. Personalmente, sono certo di aver dato tutto me stesso e nonostante non sia bastato, posso assicurarvi di aver onorato in ogni momento, la maglia che ho indossato.
Vi ho dato il mio cuore e voi avete dato a me il vostro; Reggio sarà sempre casa per me e la mia famiglia e io sono contento di aver fatto parte di questa bellissima realtà.
In questo preciso momento, non credo che alzare un polverone o fare della polemica possa servire a qualcosa, ma ci tenevo solo a dire che quando non si sanno le cose è facile puntare il dito. Più volte sono stato accusato di voler fuggire da Reggio, di aver fatto cose che non fanno parte della mia persona, solo per poter andarmene via... Non voglio scendere nei dettagli non serve, ma non posso farmi una colpa se la mia vita è aggrappata ad un sogno. Quando persi mia madre, avevo solo 19 anni e una delle nostre ultime conversazioni prima che andasse via, fu una promessa; quella promessa non posso dimenticarla.
Non voglio dilungarmi ancora, ma ci tenevo solo a ringraziare delle persone speciali che mi hanno accompagnato in questa esperienza di vita. Parto da mister Alvini, a colui che nonostante avesse un carattere molto caldo proprio come me, è stato capace di rendermi non solo un calciatore migliore, ma anche un uomo. Grazie a Renato, a Damiano, a te prof... A Michele, un team manager a dir poco meraviglioso, a Matteo, ai gemellini che sono dei personaggi pazzeschi. A voi fisioterapisti, Nik, Ivan, Simo, Pippo; grazie davvero per tutto, ci siete sempre stati. Ringrazio Amadei, ma soprattutto Salerno, per la stima che ha sempre dimostrato nei miei confronti, stima che non può che essere reciproca. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito al bene della Reggiana; ed infine, volevo ringraziare mister Diana, una persona vera e diretta e al suo meraviglioso staff.
Le nostre strade si dividono mia cara Reggio, ti lascio un pezzettino del mio cuore. Ovunque andrò, farò il tifo per voi.
Il mio addio chissà, potrebbe contenere tracce di arrivederci.
Ciao mia cara Reggiana, sono con te, anche da lontano.
Con affetto il puma Varone.
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