Padova, la rabbia dei dirigenti e dei giocatori: «Un furto legalizzato»
Tutte le roventi dichiarazioni dei patavini in sala stampa
Il tanto discusso episodio del rigore prima concesso poi negato ai patavini non è stato digerito bene, come prevedibile, dal Padova che per bocca dei suoi dirigenti e dei giocatori in sala stampa non le ha mandate a dire al direttore di gara Camplone.
«Quello di oggi lo definisco un furto legalizzato - ha sentenziato l'amministratore delegato Roberto Bonetto - Venezia e Parma stanno sempre a lamentarsi, noi stiamo zitti e questo è il risultato. Siamo allibiti, chi tace ha sempre torto. Il Venezia parla sempre e gli danno i rigori. Il Padova meritava di vincere, abbiamo giocato contro una grande squadra, il rigore per noi era netto. L'arbitro ha detto che il fischietto gli è partito. Non abbiamo la disponibilità economica di Venezia e del Parma, però meritiamo rispetto».
Gli fa eco il presidente Giuseppe Bergamin: «Il torto arbitrale c’è, non ho capito come mai l’arbitro abbia cambiato idea. I giocatori granata hanno fatto pressione e ha invertito la decisione. Quando i punti contano così tanto è un peccato subire un’ingiustizia».
Più compassate le dichiarazioni del ds biancoscudato Giorgio Zamuner, ex calciatore granata a fine anni '80: «Non si è mai visto che venga cambiata idea sul rigore. L'arbitro ha dato un paio di versioni, sicuramente il guardalinee gli ha fatto cambiare idea. Non c'è rabbia nei confronti della Reggiana ma è un episodio che può pregiudicare il campionato. Non ci sono sedi dove parlare, è stato un errore tecnico grave. I granata hanno dei valori importanti, sono una squadra costruita bene che ha superato il momento negativo; un gruppo che avevo pronosticato al pari di Venezia e Parma. La distanza dalla vetta è quasi proibitiva ma noi dobbiamo crederci, soprattutto dopo la partita vista oggi. Mister Brevi era particolarmente amareggiato e non voleva parlare a caldo, per questo non è salito in sala stampa».
Il difensore brasiliano Emerson racconta come sono andate le cose sul rettangolo di gioco: «Aspettavamo di battere il rigore ma ad un certo punto l’arbitro si è avvicinato al suo assistente, pressato contro regolamento dai giocatori della Reggiana, e ha cambiato idea. Ha detto che si è trattato di un tocco di mano involontario in area. In 20 anni da giocatore non ho mai subito un torto del genere e sono stato ammonito perché ho minacciato di lasciare il campo dopo una decisione così grave. Noi abbiamo accettato il rigore della Reggiana, anche se sbagliato, ma non accettiamo quanto successo dopo».
(Nella foto: i tifosi patavini sugli spalti del "Città del Tricolore" © Andrea Iori)
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