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La tattica di Ascoli-Reggiana: i granata non approfittano del vantaggio numerico, la reazione arriva solamente dopo il raddoppio dei bianconeri

18.05.2015 17:00

 Alberto Colombo, per l’esordio nei play off promozione, opta per il consolidato 4-3-3. In difesa la coppia centrale è formata da Spanò e De Giosa (preferiti a Sabotic), Bruccini, Vacca e Angiulli compongono il centrocampo, con Parola pronto a subentrare, in prima linea Giannone recupera per la panchina, ai lati della punta centrale Ruopolo giocano Siega a sinistra e Ricci a destra. PRIMO TEMPO Ritmo alto, nonostante il caldo torrido, all'inizio del match, che dopo una decina di minuti viene subito condizionato dal rigore a favore della Reggiana, in vantaggio e in superiorità numerica. Il copione della partita prosegue con l’Ascoli chiuso con due linee di quattro uomini negli ultimi 35 metri, per poi cercare il lancio lungo per Perez; atteggiamento, quello dei padroni di casa, ancora più accentuato dopo il pareggio raggiunto dopo soli cinque minuti su palla inattiva. E la Reggiana? I granata iniziano a macinare gioco, mantenendo l’iniziativa ma con un possesso palla lento, quasi scolastico, senza sfruttare adeguatamente la costante propulsione sulle fasce di Andreoni e Mignanelli. Con Ricci in difficoltà ad entrare nelle pieghe della partita è il solo Siega, sulla sinistra, a tentare l’uno contro uno. Il ritmo basso dell’undici reggiano, al confronto di quello indiavolato dei bianconeri, annulla di fatto l’uomo in più sul terreno di gioco, che i granata non sfruttano, provando solamente a pungere con qualche tiro dalla distanza. SECONDO TEMPODagli spogliatoi esce una Reggiana invariata negli uomini ma con uno spirito diverso. I granata sembrano avere anche la personalità giusta per riportare il match dalla propria parte. Per aumentare la pericolosità e la verve offensiva, Colombo inserisce Giannone per Ricci; il fantasista si sistema a destra per accentrarsi e lasciare spazio agli inserimenti dell’instancabile Andreoni. Ma dopo un buon inizio di ripresa, complice anche la giornata sotto tono del metronomo Vacca, i granata ritornano ad una circolazione palla fine a se stessa, senza lucidità nella giocata finale, che spesso si traduce in un lancio lungo in area, per la gioia della difesa marchigiana. Per aumentare il peso offensivo, mister Colombo inserisce la seconda punta Petkovic per Siega, per un 4-4-2 con Bruccini dirottato a  sinistra; a passare però è ancora l’Ascoli, su corner, con la squadra granata (schierata forzatamente a zona, per tentare di ovviare una statura media modesta), poco reattiva nell’uscire in contrasto su Mustacchio. Entra Alessi per Vacca, Bruccini torna al centro in coppia con Angiulli, il capitano si posiziona a sinistra nel 4-4-2 che con il passare dei terribili minuti finali, e De Giosa punta aggiunta, si trasforma di fatto in un 3-4-3. Bella reazione di cuore, orgoglio e qualità e Spanò, dopo un altro paio di buone occasioni, regala il 2-2 e la mezz’ora addizionale di match. TEMPI SUPPLEMENTARI Il pareggio subito nei minuti di recupero e la logica stanchezza di chi in inferiorità numerica ha comunque saputo mantenere un ritmo alto, si abbattono sull’Ascoli; esce la Reggiana con le qualità individuali e di squadra, positiva in particolare la fascia destra dalla quale Andreoni trova il cross con continuità, assist per Ruopolo del 3-2 compreso. I marchigiani si sbilanciano nel tentativo di recuperare, in ripartenza i granata giocano a memoria e anticipano i titoli di coda del match con il 4-2 (splendida l’iniziativa dell’ottimo innesto Petkovic, ad inizio azione) di Giannone. Resta da attendere il fischio finale, tra il nervosismo degli ascolani che chiudono in otto.  

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