Antonioli al passo d'addio: «Nessuno mi aveva chiesto di vincere il campionato, si era parlato di un progetto pluriennale... »
«Girone di ritorno alla pari della Pergolettese, a gennaio però ci siamo indeboliti. Ringrazio i tifosi che mi sono stati vicini e anche quelli che mi hanno criticato, capisco il loro amore per la maglia granata»
Mauro Antonioli questa sera era presente in Piazza San Prospero all'aperitivo con cui la squadra ha salutato la città e i tifosi al termine della stagione sportiva e non si è sottratto alle inevitabili domande sul suo futuro, facendo anche una disamina sul campionato da poco concluso.
«C'è ancora grande amarezza per l'ultima partita - spiega il tecnico granata - Il Modena ha capitalizzato tutte le chances avute mentre noi su 6 occasioni abbiamo fatto un solo gol. Un errore, e me ne assumo la responsabilità, è stato quello di volere giocare troppo aperti e non chiusi come aveva fatto la Pergolettese nello spareggio. Se tornassi indietro disegnerei una squadra più attenta e meno propositiva...».
Una stagione senza Pergolettese forse avrebbe cambiato il giudizio finale su squadra e allenatore?
«Sicuramente la Pergolettese ha stravolto i piani di tutti, ma si sapeva che la favorita era il Modena. Quando sono arrivato in agosto nessuno mi aveva chiesto di vincere il campionato: essendo la stagione della ripartenza, si era parlato di lavorare su base pluriennale perché serviva tempo per ottenere dei risultati in una società nata da poco. Qualche errore c'è stato ma sono contento del lavoro svolto, tutti si sono impegnati al massimo».
Ci può anticipare qualcosa sul suo futuro?
«Vedo che sono già uscite delle sentenze sui giornali, ma io non ho ancora ricevuto alcuna comunicazione da parte della società. Qualche altra squadra mi ha contattato: se arriverà una separazione sinceramente spero di tornare ad allenare in Serie C».
Qual è il giocatore che l'ha sorpresa maggiormente?
«Sarebbe facile dire Zamparo, ma ci aspettavamo tanto da lui ancora prima che arrivasse. La vera sorpresa per me è stata l'approccio di Cigagna, alla sua prima vera esperienza tra i grandi: è il giovane che è cresciuto più di tutti nonostante abbia ancora dei limiti tecnici da migliorare».
Anche lei è cresciuto?
«Sì perché per la prima volta ho trovato delle difficoltà che negli anni precedenti erano mancate. L'esperienza però è stata positiva: ho conosciuto una città bellissima e tante persone che ci sono rimaste vicine fino alla fine. So che tutti si aspettavano altri risultati ma forse si sono venute a creare false aspettiative perché era quasi impossibile vincere. Sarebbe dovuto accadere un qualcosa di straordinario che non è capitato...».
Quali sono state le maggiori difficoltà?
«La partenza in ritardo è stata il primo handicap, la fortuna poi non ci ha mai dato una mano nella rincorsa al Modena anche se nel girone di ritorno abbiamo fatto meglio dei canarini. A gennaio dopo il mercato anziché rinforzarsi, la squadra si è indebolita a causa degli attriti societari che hanno condizionato certe decisioni...».
Scendere in Serie D è una scelta che rifarebbe?
«La rifarei, però si era parlato di un progetto a lungo termine. Essere inseriti nel girone con una corazzata come il Modena poi non ha aiutato...».
Il suo ricordo più bello di questa stagione?
«Direi il 5-0 con la Pergolettese. Venivamo da un inizio difficile ed era la prima vera partita in casa dove abbiamo festeggiato alla grande con la doppietta, quasi tripletta, di Spanò».
Quale invece l'immagine da cancellare?
«Ovviamente il derby in finale al "Braglia" al quale aggiungo anche la sconfitta a Crema con la Pergolettese».
Vuole lasciare un messaggio ai tifosi?
«Li ringrazio tutti, anche quelli che mi hanno criticato: capisco il loro amore per la maglia e il senso di appartenenza. A tutto il popolo granata dico di stare vicino alla società perché è composta da brave persone e di continuare ad incitare i giocatori come hanno sempre fatto. Gli applausi dopo il 4-1 nel derby testimoniano l'affetto della gente di Reggio per la squadra. Complimenti a loro e un abbraccio a tutti».
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