Luciani: «Dal prossimo trittico di gare trarremo delle conclusioni. L'affetto del pubblico mi fa emozionare»
«Grosseto ambiente ostico, non sarà facile ottenere punti. La nostra forza è quella di non sottovalutare mai nessuno. La mia stagione? Mi sono fatto conoscere sul campo, ma non voglio fermarmi qui…»
A poche settimane dal primo incontro con la stampa, Alessio Luciani torna a fare il punto della situazione in casa Reggiana ora che la squadra di mister Diana guarda tutte le avversarie dall’alto.
«Teniamo i piedi a terra come detto prima di Siena – ha ricordato il difensore 31enne ex Arezzo – Sapevamo allora di dover affrontare un numero di partite ravvicinato e ora ci risiamo. È presto per dare un giudizio, ma da questo trittico potremo trarre delle conclusioni. Affrontiamo le prossime partite nel migliore dei modi poi vedremo cosa accadrà».
Che partita vi attende sabato a Grosseto?
«Dopo avere vinto la Serie D due stagioni fa, nello scorso campionato il Grosseto si è messo in mostra con dei giovani interessanti. Quest’anno non ha ancora ottenuto dei risultati ottimi, ma è reduce da una buona vittoria a Viterbo quindi l’autostima è sicuramente cresciuta. Dobbiamo aspettarci un ambiente rinvigorito dai tre punti, affronteremo una squadra organizzata da prendere con le pinze».
La Reggiana arriva da cinque vittorie consecutive e ora ci si attende la sesta…
«Più si vince e più si crea entusiasmo. Quella di Grosseto è una piazza da rispettare, quando ero alla Salernitana ricordo di avere trovato un ambiente ostico dove portare dei punti a casa non è facile».
La forza mentale di andare là per vincere c’è?
«Prepariamo sempre la partita per portare a casa il bottino pieno. Nelle ultime due gare non abbiamo predominato nel gioco come al solito ma i risultati sono arrivati e gli episodi sono venuti dalla nostra parte. Non siamo avvantaggiati da nessuno, ci costruiamo le occasioni con le nostre gambe: la squadra si sta amalgamando nel migliore dei modi anche dal punto di vista del gruppo, sappiamo che dobbiamo dare sempre il massimo anche perché chi sta in panchina ha lo stesso valore di chi scende in campo dall’inizio».
Finora hai sempre giocato: come stai?
«Dal punto di vista personale sto bene, mi sono ambientato alla grande. Avere la stima dell’allenatore e dell’ambiente è la cosa principale e quando la testa sta bene, le gambe viaggiano a 300 all’ora. Sono me stesso da quando sono arrivato, vedo che c’è gente che mi dà grande gratitudine e questo mi fa emozionare…».
Ti riferisci ai tifosi che hanno chiesto la tua maglia dopo l’ultima vittoria?
«Sì, questa è la dimostrazione dell’affetto che sto ricevendo. Ho avuto l’onore di trovare un cartellone a me dedicato da parte di una bambina e sinceramente non me lo aspettavo; quindi, regalarle la mia maglia è stato un onore. Noi difensori non abbiamo i fari puntati addosso come gli attaccanti, quel gesto mi ha commosso molto e le sono davvero grato».
Destra, sinistra o centrale: ovunque ti mettano, tu giochi…
«Non ho mai capito se questo può essere un pregio o un difetto. Io mi metto a disposizione dell’allenatore con grande volontà».
Ti manca solo il gol?
«Me lo auguro, ne ho fatti solo 3 in 12 anni di carriera. Avere questa gioia sarebbe bellissimo e penso di meritarlo dal punto di vista personale. Io baso la mia vita sul sacrificio e l’apice per un calciatore è fare gol o vincere qualcosa: spero intanto di poter segnare e dedicare la rete alla mia famiglia e a mio figlio. Domenica ho avuto una buona occasione, ma potevo fare di meglio…».
Sei un calciatore scaramantico?
«Non sono un atleta scaramantico e non credo in questo genere di gesti, con tutto il rispetto di chi li fa: credo nel lavoro quotidiano perché sono cresciuto così».
La capacità della squadra di cambiare pelle in corso d’opera però è un vantaggio per voi?
«Sicuramente. Va dato atto a chi ha costruito questa squadra che lo ha fatto bene pensando anche a queste situazioni. In rosa siamo tutti duttili e in grado di cambiare le carte a partita in corso».
Perché la Reggiana è prima secondo te?
«Innanzitutto devo dire che le pretendenti alla vittoria sono altre e non noi perché ci sono squadre che hanno sbandierato il loro obiettivo e noi no. La forza della Reggiana è quella di non sottovalutare mai nessun tipo di avversario. Il nostro è un girone molto particolare: si può perdere o vincere contro chiunque e il fatto di non sottovalutare chi sta sopra o sotto è fondamentale per noi, mettiamo tutti sulla stessa linea d’onda. Le pretendenti alla promozione come Entella, Modena e Pescara sono un po' attardate ma potranno sicuramente risalire la china con gli organici e gli allenatori preparati che hanno. Noi abbiamo predominato il gioco nelle prime partite mentre nelle ultime due abbiamo dimostrato che possiamo sempre recuperare una gara. Giocare in casa non è mai facile perché gli avversari vengono qui e si chiudono, ma contro l’Olbia siamo stati bravi a concedere poco e a fare male al momento giusto sfruttando nel migliore dei modi le poche occasioni capitate».
A Reggio ti stai ambientando bene?
«In città abbiamo preso una casa carina e giriamo tutto il centro a piedi assaggiando i prodotti tipici come erbazzone e gnocco fritto, ma ci piace anche studiare il territorio dove ci troviamo partendo con lo zaino in spalla. Mia moglie Michela ha iniziato un tirocinio come psicologa in un’associazione di Reggio, mio figlio Samuele ha appena 5 mesi ma tra qualche giorno avrà la maglia granata con scritto Luciani sulle spalle».
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