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Viali: «La Reggiana deve essere pronta a fare una partita vera. A Genova servirà una prestazione gagliarda»

«Il Genoa è forte e rodato, ma non avremo alcun timore: dovremo ribattere colpo su colpo. Ho già comunicato la formazione, bisogna convivere con le scelte. Ignacchiti e Štulac adatti per tutti i modi di giocare, Portanova non l'ho ancora visto...»

08.08.2024 15:30

Dopo tre settimane di amichevoli e allenamenti è arrivato il momento di fare sul serio: domani sera allo stadio “Luigi Ferraris” è previsto il debutto in Coppa Italia della Reggiana, ma sarà anche il debutto in una gara ufficiale sulla panchina granata per mister William Viali.

«Cavallini è recuperato, Bardi aveva dato disponibilità a giocare ma il confronto con lo staff medico ha portato a non rischiarlo pensando al campionato per via dell'infiammazione della spalla - ha spiegato il tecnico granata alla vigilia del match contro il Genoa - Kabashi invece è ancora alle prese con un'infiammazione che si porta avanti da un paio di settimane».

Com'è andata la prima settimana di lavoro in città dopo il ritiro?
«Abbiamo cercato di avvicinarci alla settimana tipo, lavorando su quello che faremo nel corso dell’anno. Chiaramente non ci può già essere la condizione perfetta, quindi abbiamo continuato a lavorare sui principi di gioco, mettendo poi un po’ di frizzantezza e di gamba».

Che Reggiana si aspetta di vedere a Marassi?
«Vorrei trovare una Reggiana pronta, al di là dell’avversario, a fare una partita vera e ad essere all’interno del gioco, provando a mettere in pratica ciò che è stato fatto in ritiro. Cercando, anche, di limitare il gioco del Genoa. Non avremo nessun timore nei loro confronti però ci sarà il rispetto che già dobbiamo avere durante tutte le partite, figuriamoci con una squadra con la caratura dei rossoblù che fin dalla Serie B ha mostrato solidità nel progetto. Dobbiamo pensare solo a quello che vogliamo diventare e per diventare grandi velocemente bisogna passare da prestazioni in grado di dare sicurezza alla squadra».

Quale sarà l'atteggiamento in campo della squadra di Gilardino?
«Incontreremo una formazione che gioca con un 3-5-2 qualitativo già rodato. Dunque, rispetto a noi, con soluzioni tattiche ben definite. Ma non andremo a fare la partita senza preoccuparci dell’avversario, sarebbe sbagliato: abbiamo cercato di vedere le prime amichevoli che ha fatto il Genoa, anche se sono abbastanza “ fasulle”, e ho cercato di immedesimarmi in loro. Sarà la prima partita “vera” davanti al loro pubblico, credo che partiranno forte e noi dovremo essere bravi a ribattere colpo su colpo».

Si aspetta qualcosa dal mercato prima dell'inizio del campionato?
«Chiaramente dobbiamo puntellare la squadra ed è giusto farlo. Però, visto che da d’ora in poi mi siederò io a parlare del pre partita, vorrei che si parlasse di questo e ci si focalizzasse sul match. Oggi siamo questo gruppo di lavoro, ne sono molto contento e con questo gruppo vogliamo andare a fare una prestazione gagliarda».

Il mercato aperto condiziona le sue scelte?
«Le scelte per quanto riguarda alla preparazione della gara, no. Forse ci saranno scelte relative alle convocazioni, magari chi tenere più vicino al gruppo e chi no, perché ha trattative ancora aperte…».

Portanova l'ha già visto?
«Io non l'ho ancora visto… Sapete tutti che c'è una trattativa avanzata e lui al campo non è arrivato, quindi stiamo ancora parlando di un calciatore del Genoa».

Cosa ci può dire sugli ultimi arrivati Ignacchiti e Štulac?
«Io credo che i giocatori bravi e tecnici siano adatti per tutti i modi di giocare. Štulac porta qualità anche sui calci piazzati diretti e indiretti, non c'è bisogno che aggiunga altro sul suo conto. Ignacchiti è un ragazzo che ha fatto molto bene sin dal settore giovanile, si è presentato pronto con un percorso di precampionato completo e quindi sono contento anche del suo arrivo».

La formazione titolare ai giocatori quando la comunicherà?
«L'ho comunicata stamattina. Tendenzialmente è una cosa che faccio da sempre e che mi porto dietro da quando ero calciatore. Soffrivo molto gli allenatori che la comunicavano all’ultimo e poi secondo me, se vogliamo parlare di cultura di gruppo, la squadra deve convivere con le scelte. Anche chi non gioca deve sempre lavorare per portare i compagni alla massima attenzione sulla gara. Poi gli allenatori che la davano all’ultimo, forse volevano evitare lo scontro con i singoli oppure con me...».

Non ci potrebbe essere un calo di attenzione da parte di chi non giocherà?
«Se qualcuno avrà dei cali di tensione il giorno prima della partita o il giorno della gara, starà a casa. Non voglio un atteggiamento che vada contro il rispetto della squadra».

 

 

 

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