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Diana: «A Fiorenzuola vogliamo proseguire con la striscia positiva. Il mese di ottobre va approcciato bene»

«Stiamo cercando una nostra identità e continuità in allenamento, di alti e bassi ne vedremo anche domani. Mancheranno diversi giocatori ma non sono preoccupato. Turk o Voltolini? Non ho dubbi. Montalto? Per me è un leader tecnico»

01.10.2022 15:00

Reggiana a caccia del quarto successo consecutivo in quel di Fiorenzuola: mister Aimo Diana deve fare i conti con diversi problemi di formazione ma ha le idee ben chiare sul tipo di squadra da mandare in campo e sul tipo di partita che lo attende domani pomeriggio al Velodromo “Pavesi” dove ad accoglierlo ci saranno circa 1000 tifosi in arrivo da Reggio.

Mister, come sta la squadra?
«Recuperiamo all’ultimo minuto Rozzio e Rossi che verranno con noi ma non giocheranno, Muroni invece è fuori e bisogna valutare l’entità del suo problema e stabilire i tempi di recupero che temo non saranno brevi. Kabashi è ok, poi abbiamo qualche giocatore mezzo influenzato. Ad ogni modo abbiamo ancora una giornata intera e decideremo domani cosa fare. Undici ragazzi da mandare in campo li troveremo».

Senza Rossi, Cigarini e Muroni ha già in mente chi far giocare in cabina di regìa?
«In settimana sono state provate situazioni diverse, ma alla fine credo che non andremo tanto lontani dal solito nostro modulo. Nell’ultima partita ho ruotato tanti giocatori lì in mezzo, compreso Sciaudone. Domani cercheremo di fare la scelta migliore ma ho grande fiducia nei ragazzi. Mi dispiace solamente che manchi un po’ di continuità in allenamento e anche il rientro in ritardo dei nazionali, come Guiebre, non aiuta».

Esiste un dubbio tra Turk e Voltolini?
«Io non ce l’ho, so bene chi farò giocare. Domani lo vedrete».

Montalto in settimana si è presentato bene davanti ai microfoni, ma anche detto di non essere ancora un leader…
«Chiunque arrivi difficilmente può diventare subito un leader. Lui si è presentato con umiltà e sa di avere fatto un grande errore, ma nei suoi confronti non ci sono dubbi sulle qualità che porta alla squadra. Sicuramente per me è un leader tecnico, come lo sono per esempio Cigarini, Rossi e Rosafio. Per diventare leader di spogliatoio ci vuole tanta conoscenza dei giocatori e della loro vita privata, cose che sto cominciando a capire io in questo momento. Ad ogni modo preferisco che a comandare sia solo uno, di leader tecnici invece non mi dispiace averne tanti».

Che Fiorenzuola si aspetta di affrontare?
«È una realtà con un campionato di Serie C alle spalle e lo stesso allenatore da anni. Fin qui i rossoneri hanno utilizzato un 4-3-3 solido, con un buon possesso palla, che ha messo in difficoltà tutte le squadre affrontate: ci siamo preparati al meglio per ribattere colpo su colpo. Non credo che cambieranno nulla contro di noi, come invece aveva fatto il San Donato, perché giocando come sanno hanno ottenuto dei risultati. Ma se lo faranno, ci adatteremo. Sappiamo che contro di noi cercheranno di mettersi in mostra e fermare la capolista, ma sono anche certo che di fronte troveranno un avversario che vuole fare punti e proseguire con la sua striscia positiva. Il mese di ottobre è molto complicato quindi va approcciato bene».

Davanti a circa mille tifosi in arrivo da Reggio, per voi sarà come giocare in casa…
«Con il nostro pubblico è spesso così ed è importante che i nuovi arrivati si rendano subito conto che questa piazza con la Serie C ha veramente poco a che fare. Speriamo di trascinare i tifosi cammin facendo dalla nostra parte».

Sarà l’occasione giusta per dimostrare che la Reggiana può vincere passando anche dal gioco di squadra?
«Finché non troviamo continuità in allenamento dobbiamo aspettarci partite difficili. Di alti e bassi ne vedremo anche domani, dobbiamo lavorare molto su quei 15-20 minuti dove si può soffrire: forse a volte non si accetta di poter vivere queste difficoltà. Noi ci stiamo allenando per praticare un calcio diverso da quello dell’anno scorso e per praticare un gioco corale ci vogliono anche i giocatori adatti per farlo. Col tempo arriveremo anche a quell’obiettivo, ma noi siamo legati ai risultati e dobbiamo portarli a casa. Vincere porta benessere in settimana e ottenere i tre punti è quello che ci chiede la piazza e la società».

È complicato equilibrare il livello di preparazione dei vari giocatori?
«Lo è sicuramente, ma so come gestirli. Sono convinto che allenamento dopo allenamento, aumentando l’intensità, arriveremo dove ci siamo prefissati di arrivare. Al di fuori degli allenamenti vedo che c’è grande integrazione in palestra e c’è voglia di fare bene. Chiaramente qualcuno deve ancora inserirsi nella nostra metodologia e lo farà col tempo».

Percepisce un gruppo coeso?
«Io li vedo sorridere e scherzare e per me va bene così. Entro poco nelle dinamiche extra campo ma vedo che c’è buona coesione, so che i ragazzi si trovano spesso insieme a mangiare e anche la palestra al pomeriggio è bel modo di integrarsi».

Come mai vi allenate solamente al mattino?
«Tante squadre lo fanno, poi così possiamo avere il pomeriggio libero per sviluppare altri programmi come il lavoro in palestra o le sedute video. Sento anche dire che potremmo giocare alle 12:30 e a me non dispiace come idea; bisognerà solamente curare attentamente l’alimentazione mattutina. Ma soprattutto bisognerà garantire l’afflusso allo stadio della gente: chi paga il biglietto come fanno i tifosi deve essere tutelato».

Questa nuova Reggiana concedete tanto ai suoi avversari…
«Con il San Donato è successo, ad Alessandria abbiamo concesso giusto due ripartenze. Non bisogna dimenticare che abbiamo cambiato tanto per problemi fisici e altri motivi e siamo alla ricerca di un undici titolare e dei cinque cambi sui quali fare affidamento».

Però rispetto all’anno scorso riuscite a concretizzare maggiormente le azioni create…
«Diciamo che si arriva in porta più velocemente e c’è un minore dispendio di energie. Ora vediamo che la totalità di tiri in porta a partita è di circa 18-20 come nella passata stagione, mancano però i gol su palla inattiva. Qualche giocatore infatti deve ancora capire cosa deve fare. I numeri degli angoli aumentano però non riusciamo ad essere pericolosi sulle palle inattive o perché le battiamo male o perché ci si muove male. I nostri schemi sono interessanti però si sbagliano i tempi: io dalle palle inattive a fine campionato vorrei avere tante reti come se avessimo un attaccante in più…».

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