Rossi: «Dobbiamo essere orgogliosi del nostro campionato. Ora bisogna spingere al massimo fino alla fine»
«Le difficoltà in trasferta? Sono mancati i punti, non le prestazioni. Ho segnato il primo gol stagionale, spero ne arrivino altri decisivi da qui alla fine. I playoff? Si azzera tutto, bisogna ragionare su 180 minuti»
Al fianco del dg Cattani e di mister Diana durante la presentazione della partnership con Transcoop, Fausto Rossi ha ribadito il suo legame con la città di Reggio e ha fatto il punto della situazione sul suo campionato e sul cammino della Reggiana a quattro giornate dal termine della stagione regolare.
«I numeri parlano chiaro, difficilmente si è vista una Reggiana in Serie C con così tanti punti – ha sottolineato il centrocampista classe ’90 – Ma questa squadra la si ricorderà anche per il grande spirito di gruppo, per l’abnegazione durante le partite, il sacrificio che mette durante gli allenamenti in settimana e in generale per uno spirito d’unione difficile da trovare in una squadra di calcio. Abbiamo un gioco importante e un’identità precisa, frutto di un lavoro partito a luglio quando nessuno avrebbe scommesso nel vederci in questa posizione. Da qui alla fine mancano quattro partite e può succedere di tutto. Noi dovremo fare il nostro, poi se gli altri saranno più bravi vorrà dire che batteremo loro le mani».
Cos’è mancato secondo a questa Reggiana per essere prima ora?
«Non saprei cosa possa essere mancato dopo aver fatti così tanti punti. Se qualcuno è stato lasciato per strada forse è capitato ogni 5-6 partite ma in un campionato ci può stare. Anche in Serie A il Milan che è primo ha perso qualche punto con le piccole. Guardarsi indietro e dire che si poteva fare meglio è difficile: guardando le prestazioni della squadra a prescindere da punti o risultati, si può essere orgogliosi».
C’è un risultato più di un altro che rimpiangi?
«Probabilmente il derby col Modena al ritorno: nell’ultimo quarto d’ora loro erano in dieci e con un episodio a favore o magari un po’ più di spensieratezza potevamo portarlo a casa. Ma non lo definirei un rimpianto…».
Il tuo utilizzo in campo ti ha soddisfatto?
«Fin dall’inizio so qual è il mio valore, la posizione all’interno della squadra e la stima da parte del mister. Giocare 10 o 90 minuti cambia a livello umorale però se i risultati sono questi non c’è nulla da aggiungere. Chiunque giochi ha sempre fatto il suo, dimostrando il proprio valore: io sono contento di quanto fatto finora e cerco di dare il meglio durante la settimana per aiutare la squadra la domenica».
Il ruolo di mezzala ti si addice?
«Durante l’anno le rotazioni in mezzo ci sono sempre state, quindi è normale farsi trovare pronti in qualsiasi posizione quando la rosa è composta da tanti giocatori di valore. Io la mezzala l’avevo fatta in passato a Brescia ed è un ruolo che mi piace e che credo di poter fare senza problemi con qualsiasi compagno al fianco. Cerco di dare il massimo dentro e fuori dal campo, sapete quanto io ci tenga alla Reggiana».
Il primo gol della stagione a Carpineti porta la tua firma…
«Ho fatto il primo, spero di poter segnare anche l’ultimo decisivo… Nella mia carriera di gol ne ho fatti pochi, qualcuno decisivo (al Barcellona, ndr) e so che mi viene richiesto e io cerco di lavorarci. Spero di poterne fare presto qualcuno importante».
Il bilancio della stagione, in questo momento, è di 46 punti in casa e 30 in trasferta: cos'è successo lontano dal “Città del Tricolore”?
«L’approccio di una squadra alle partite in casa è sempre diverso. Quando vengono da noi forse gli avversari hanno una sorta di timore reverenziale nei confronti di una grande e quando imponiamo il nostro gioco fin dai primi minuti faticano a rialzare la testa. Sul loro campo forse traggono forza dal pubblico, ma il nostro dovere da qui alla fine, avendo ben tre trasferte, è quello di riproporci agli stessi livelli e con la stessa mentalità. Giocare lontano da Reggio per noi non è mai stato un problema, anche se i numeri sono diversi: proveremo a pareggiarli».
Paradossalmente potreste chiudere il campionato con 88 punti e non essere promossi: per te sarebbe una beffa o un motivo di orgoglio?
«Secondo me sarebbe un motivo di orgoglio arrivare così in alto anche perché negli ultimi anni non credo ci sia riuscito quasi nessuno, soprattutto alla Reggiana. La società ha fatto grandi sforzi, il mister ha messo su una squadra competitiva e noi abbiamo dato sempre il massimo come faremo fino alla fine. Di rimpianti ne possiamo avere veramente pochi in questa stagione…».
Tra le mura amiche non c’è nessuno che sta viaggiando forte come la Reggiana con 2,55 punti di media: potrebbe essere un vantaggio importante in chiave playoff?
«Avere questi numeri fa certamente piacere, ma con i playoff si azzera tutto e bisogna ragionare su 180 minuti, quindi è vietato pensare di fare bene solo in casa. La nostra mentalità poi non ci porta a fare calcoli e lo si è visto su campi difficili come Ancona dove abbiamo creato decine di palle gol. La difficoltà in trasferta io la vedo solo a livello numerico e non di prestazione».
Questo è il tuo terzo campionato a Reggio: come li descriveresti?
«Sicuramente quando si arriva a Reggio si è consapevoli del tipo di pressione che c’è nell’indossare una maglia che obbliga a vincere, soprattutto in Serie C. Nel primo anno abbiamo viaggiato sulle ali dell’entusiasmo arrivando da un ripescaggio: nessuno si aspettava una Reggiana del genere e il nostro spirito di rivalsa nel farci conoscere e riconoscere ha fatto la differenza. Quello in Serie B è stato un campionato difficile in tutti i sensi, con un calendario pazzo e tanti problemi di partite rinviate o perse a tavolino: sinceramente non saprei come definirlo. Sicuramente viverlo senza tifosi allo stadio è stato brutto. Quello attuale è il campionato della ripartenza e della consapevolezza: fin dall’inizio sapevamo di essere forti, siamo partiti a mille e abbiamo proseguito con grande coscienza di noi stessi e rispetto delle nostre qualità senza farci condizionare quando siamo inciampati. Ora andiamo avanti per la nostra strada cercando di spingere al massimo fino alla fine».
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