Fausto Rossi: «Alla fine conta solo vincere e farlo con spirito di abnegazione è un buon punto di ripartenza»
«Giocare bene e vincere non è sempre possibile, ma dopo un 5-0 è normale essere timorosi. In campo però c'è stata maggiore attenzione rispetto al passato. Pellegrini? Gli abbiamo fatto i complimenti, serve questo spirito di unione in squadra»
Di nuovo al suo posto al centro del campo dopo due gare ai box, Fausto Rossi ha contribuito a portare a casa tre punti preziosi al termine di 95 minuti sofferti contro l'Ancona.
Dopo Fiorenzuola per voi era più importante vincere o fare una buona prestazione?
«È ovvio che alla fine conta sempre vincere. Non abbiamo fatto una prestazione brillante ma dopo un 5-0 c’è da rivalutare qualcosa e rimettere i cocci a posto anche con un po’ di paura. La vittoria di squadra con spirito di abnegazione nonostante la sofferenza, credo sia un punto molto importante per ripartire».
Qual è lo step successivo da compiere?
«Continuare a vincere. L’anno scorso con un buon calcio siamo arrivati secondi. Per noi più esperti potrebbe essere l’ultima possibilità di vincere il campionato e per i giovani potrebbe essere la prima. Sarebbe bello giocare bene e vincere ma se non è sempre possibile, l’importante alla fine sono i tre punti».
C’era un po’ di paura in campo?
«Sì, è normale essere un po’ timorosi dopo un 5-0, ma la vittoria permette di darci più serenità. Avessimo pareggiato o perso non sarebbe stata una settimana felice. Giocare bene ti dà magari qualche certezza in più. Eppure abbiamo avuto più attenzione rispetto a partite come Siena o Fiorenzuola. Abbiamo fatto un’analisi dei nostri errori in settimana e alla fine abbiamo ottenuto i tre punti contro un’Ancona molto dinamico».
Reggiana fortunata e brava a crearsi la superiorità numerica…
«L’ingresso di Pellegrini nel secondo tempo ha portato l’Ancona a giocare con un uomo in meno dopo l’espulsione. Jacopo è entrato bene in campo e tutti nello spogliatoio gli abbiamo fatto i complimenti a fine partita. Serve anche questo senso di unione e d’appartenenza».
Giocare bene però aiuta a vincere…
«Certo, fa felici tutti e crea armonia all’interno del gruppo. D’altro canto però, quando riparti da un 5-0 risulta molto difficile giocare bene e vincere. I contrasti e il senso di unione sono stati diversi rispetto a quelli di Fiorenzuola. Nei momenti di difficoltà bisogna fare questo, anche se mi rendo conto non sia il massimo. Eppure l’anno scorso a Modena hanno vinto un campionato e qui abbiamo pianto… Per fare altri esempi, il Manchester City pur giocando bene non ha vinto la Champions. O al contrario il Real Madrid contro di loro ha sofferto e tirato due volte in porta conquistando la finale…».
La direzione di gara ultimamente lascia scorrere di più?
«Qualcosa è cambiato rispetto all’anno scorso. Gli arbitri fischiano meno alcune situazioni. Forse anche venendo a Reggio Emilia, non sentono sudditanza psicologica ma magari fischiano più a favore della squadra con maggior possesso di palla. In ogni caso, credo che il campionato vada preso a momenti: l’andata è diversa dal ritorno e le partite in casa non sono come quelle in trasferta».
Ora come stai fisicamente?
«Sto bene, ho solo avuto una cicatrice infiammata e nelle ultime partite ho preferito non rischiare. È una situazione risolvibile, ma non si poteva sistemare subito perché avevo del liquido e non si vedeva».
Come ci si prepara per la prossima trasferta a Gubbio?
«Sarà una partita molto difficile. Questo è un campo pesante per la Reggiana, anche perché l’anno scorso ci abbiamo sbattuto il muso e abbiamo perso. Il Gubbio viene da una sconfitta, ma sappiamo già quello che ci aspetta: le squadre di Braglia hanno sempre lottato».
Campionato difficile da decifrare…
«Sì, è un campionato particolare perché finora non c’è una squadra che ha comandato. Ora arrivano tre partite difficili e dovremo lavorare con intensità come abbiamo sempre fatto. Sono tre gare particolari e dovremo cercare di ottimizzarle al massimo a livello di punti».
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