Colucci: «Col Venezia dobbiamo fare risultato a tutti i costi»
Il tecnico granata presenta la sfida alla capolista
Mister Leonardo Colucci riparte nel 2017 ancora più carico e determinato a fare bene nonostante le difficoltà di formazione con le quali domani la sua Reggiana affronterà la capolista Venezia nel big match della 22ª giornata.
Mister, gli uomini per domenica sono contati?
«Sì, mancheranno gli infortunati Maltese, Trevisan e Pedrelli. Sbaffo è rientrato in squadra martedì: vorrebbe giocare dall'inizio, però non può in quattro allenamenti tornare subito in campo però lo porto in panchina».
La formazione della Reggiana è quasi scritta allora...
«Avrò pochi dubbi di formazione, alcuni dovranno giocare fuori ruolo ma non ho problemi su quello. È più importante la professionalità e l'impegno dei ragazzi, sono convinto che chi scenderà in campo farà una buona prestazione per partire con il piglio giusto in questo 2017».
Genevier non è in dubbio, invece Carlini può già trovare spazio?
«Non lo escludo, perchè Manconi in settimana è stato colpito da un virus gastrointestinale e dobbiamo valutarlo bene. Genevier è un giocatore acquistato nel ruolo giusto, un vero professionista integro nonostante l'età avanzata: in rosa non avevamo un play davanti alla difesa, perchè Maltese non è ritagliato per quel ruolo, è una mezzala che è stato adattato a fare il regista».
Il Venezia è la squadra più forte del campionato?
«Le tre settimane di sosta rappresentano un'incognita per tutte. Per me è meglio affrontare una squadra con questo blasone, può dare ancora più motivazioni. Sono fiducioso per domani, nel girone di andata in casa abbiamo fatto spesso delle buone prestazioni: faremo la partita per vincere. Domizzi, Garofalo, Marsura e così via: la rosa del Venezia è di prim'ordine ma abbiamo dimostrato in campionato e in coppa di poterla affrontare alla pari».
Che spirito prevale nello spogliatoio?
«Le ultime 3-4 partite hanno un po' scombussolato il cammino di questo gruppo e non mi sono piaciute per tanti motivi. Ora però la squadra è carica, in queste due settimane abbiamo lavorato bene, domani voglio vedere i ragazzi giocare la partita senza farsi prendere da timori reverenziali».
Si sentirebbe in discussione in caso di risultato negativo?
«La società ha fiducia in me e questo è importante. Qui c'è il concetto serio di progettualità, mentre in tante altre parti d'Italia è inflazionato ma poi nessuno lo utilizza; anche quando ero a Bologna non si parlava di vincere il campionato a tutti i costi, ma sentivo parlare di costruire e di investire nel settore giovanile, per esempio».
Se arrivasse un esito positivo la Reggiana sarebbe guarita?
«No. Quella di domani è una gara da vincere ma soprattuto da non perdere. Dobbiamo fare risultato il che vuol dire giocare per vincere ma senza uscirne sconfitti. La situazone non è facile, ma nessuno si lamenta. In caso di risultato positivo potremmo rimanere attaccati alle squadre davanti e toglierci delle soddisfazioni nel prosieguo del campionato».
Non tutti i tifosi la sostengono...
«Li capisco. Quando non arrivano certi risultati da 18 anni c'è rabbia, ma è espressione di amore per la propria squadra, non di rassegnazione. La società, però, è fatta di uomini importanti, che vogliono il bene della Reggiana e che vogliono costruire il futuro dalle fondamenta. Dico ai tifosi di avere fiducia nella società e nei ragazzi: gli allenatori possono cambiare, ma la maglia rimane».
Capitolo mercato: è soddisfatto delle operazioni della Reggiana finora?
«Sì. Certo che se ci sono delle uscite ci vogliono delle entrate e la società sta lavorando a questo. Al momento siamo carenti a livello numerico. Ci saranno delle entrate a centrocampo, così come in difesa se partiranno degli altri giocatori in quei reparti. Ringrazio il settore giovanile perchè attingiamo da lì per colmare alcuni vuoti».
Ha approvato quindi le cessioni illustri?
«Ho sempre detto che per me in rosa abbiamo 25 giocatori tutti cedibili. Chi gioca a Reggio deve sputare sangue per la maglia che indossa: a volte è meglio prendere un giocatore meno bravo ma con più motivazioni».
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