foto Alex Travaglioli
Primo Piano

Romagna: «La Reggiana deve trovare la continuità che finora è mancata. Atteggiamento e organizzazione sono essenziali»

«Nel 2024 vorrei raggiungere la salvezza e riuscire a dimostrare il mio valore gara dopo gara. Sono rimasto sorpreso da Kabashi, Bianco e Marcandalli. L'avversario più forte? Il Parma, ma in Serie B non esistono risultati scontati...»

01.01.2024 21:30

Tra i principali protagonisti del 2023 granata in Serie B, Filippo Romagna ha tutta l’intenzione di confermarsi anche nel girone di ritorno e togliersi tante soddisfazioni dentro e fuori dal campo: tra pochi mesi diventerà papà di una bambina, un traguardo che vorrebbe festeggiare con la Reggiana confermata nel campionato cadetto per un’altra stagione…

«Per me questi sono stati giorni di relax totale in Austria con la mia fidanzata e altri familiari – ci ha raccontato il difensore centrale classe ’97, 12 presenze in granata tra agosto e dicembre nonché capitano in assenza di Rozzio e Cigarini – A partire da mercoledì con la ripresa degli allenamenti dovremo riadattarci un attimo perché veniamo da un periodo di stop nel quale ci sono stati comunque assegnati dei programmi personalizzati, poi andremo avanti come abbiamo sempre fatto».

Quali ricordi dell’anno appena terminato conservi con affetto?
«Per distacco il momento più felice è stato venire a sapere che la mia ragazza era incinta, dal punto di vista calcistico invece è stato bello ripartire e riassaggiare il campo dopo anni molto difficili».

Che propositi hai per il 2024?
«A livello di collettivo quello che mi auguro è riuscire a raggiungere la salvezza. A livello personale vorrei continuare a dimostrare il mio valore partita dopo partita: senza pensare troppo a lungo termine voglio dare il massimo e provare quanto valgo in ogni incontro».

I problemi fisici che ti hanno tenuto a lungo fermo con il Sassuolo sono completamente superati?
«Era il dubbio che avevano tutti visto che sono rimasto fuori dai giochi per tre anni, ma i problemi al ginocchio sono completamente superati. A inizio stagione ho un po’ faticato a ritrovare la forma, poi ho avuto un problema all’altra gamba perché ho voluto forzare anziché riposare come era stato concordato (nella gara con il Pisa dello scorso 26 settembre, ndr). Ora che sono rientrato anche da questo infortunio posso dire di sentirmi veramente in forma».

La panchina con il Catanzaro è stata una scelta condivisa con lo staff tecnico?
«Esattamente. Ero rientrato da poche settimane e venivo da due partite da 90 minuti; quindi, per non rischiare e con la pausa in arrivo, è stata presa la decisione di scendere in campo con il Südtirol e riposare con il Catanzaro. Alla fine, è andata benissimo: le scelte sono state giuste».

La vera Reggiana è quella che si è vista prima e dopo Natale o quella più titubante delle settimane precedenti?
«La Reggiana deve essere quella delle ultime due partite, come atteggiamento. Dobbiamo provare a vincere sempre, poi arriveranno momenti di difficoltà durante la stagione o durante la partita stessa come successo a Bolzano nel primo tempo, ma in quei casi dovremo resistere senza far venire a mancare lo spirito che si è visto con Südtirol e Catanzaro. Quella è una buona base dalla quale ripartire».

Quanto hanno influito i numerosi infortuni nel vostro rendimento nelle prime 19 giornate?
«Secondo me tanto. Molti giocatori importanti erano fuori o non riuscivano a tornare in forma dopo gli infortuni e ciò ha condizionato il livello della squadra togliendoci dei punti. Ma nonostante questi problemi abbiamo chiuso l’anno a 23 punti e ora dobbiamo cercare di evitare che si ripetano tali situazioni nella seconda parte del campionato».

Aver cambiato preparatore atletico ha portato dei benefici?
«È stata una decisione della società o dell’allenatore e ora è sicuramente cambiata la tipologia di lavoro, ma non posso che parlare bene di chi c’era prima. Bartali e Rognini mi hanno aiutato a tornare in forma dopo tre anni difficili quindi non me la sento di dire che ora va tutto bene mentre prima le cose non andavano per il verso giusto».

Tra i tuoi compagni c’è qualcuno che ti ha sorpreso in positivo?
«Anche se lo conoscevo già dalle giovanili della Juventus devo dire che mi ha sorpreso Kabashi: è veramente un giocatore forte. Poi Bianco per costanza di rendimento e maturità nonostante la giovane età, ma cito anche Marcandalli che ha dimostrato di avere ottime qualità e prospettive: avendo giocato quasi sempre al suo fianco devo dire di essermi trovato veramente bene».

L’attuale classifica è quella che ti aspettavi di trovare al giro di boa o ci sono delle sorprese?
«A inizio stagione sulla carta pensavo che il Parma avesse qualcosa in più e che solamente altre 3-4 squadre potessero giocarsela con i ducali. Si sapeva che il livello della Serie B è molto equilibrato e penso che sia bello perché si può vincere o perdere con tutti e ogni partita non è mai scontata. Credo che chi si trova in questo momento vicino a noi lotterà per il nostro stesso obiettivo ma abbiamo visto che con due o tre vittorie di fila cambiano la classifica e l’umore, quindi nessuno deve restare tranquillo. Dubito però che le prime della classe possano rischiare di retrocedere ma qualcosa di strano può comunque succedere: quando non si è al top a livello mentale, pagare dazio è facile…».

Qual è stato l’avversario più difficile da marcare e qual è stata la squadra più ostica da affrontare nel girone d'andata? 
«Un avversario in particolare non saprei, anche perché in Serie B non ci sono i fuoriclasse che si trovano in Serie A in grado di cambiare il corso della partita anche nelle giornate storte: nel nostro campionato a fare la differenza sono l’organizzazione e l’atteggiamento. Come squadra, il Parma ha dimostrato di avere qualcosa in più sul campo tra le avversarie affrontate. Ma, come si è visto, anche loro possono perdere con tutti».

Il mercato di gennaio può cambiare le carte in tavola?
«Non credo che stravolgerà gli equilibri, ma con le scelte giuste potrà sicuramente dare una mano. Lo ripeto: sono l’organizzazione e l’atteggiamento che contano».

Secondo te la Reggiana deve puntare a rinforzarsi o dopo le ultime prestazioni non vi è più questa impellente necessità?
«Il direttore sportivo conosce la risposta a questa domanda. Posso solo dire che il mio atteggiamento non è mai cambiato e c’è bisogno di equilibrio: non possiamo ritenerci salvi e tranquilli dopo avere vinto due partite e non dovevamo strapparci i capelli qualche settimana fa quando eravamo nella zona rossa. In Serie B è importante non abbassare mai l’attenzione».

Il 13 gennaio farete tappa a Pisa: il match dell’Arena Garibaldi può essere definito uno scontro salvezza visto che in classifica siete separati da un solo punto?
«Non so se lo definirei in questo modo, ma sarà sicuramente una partita importante per i punti che mette in palio e soprattutto perché a noi serve trovare la continuità che è mancata nella prima parte del campionato. Nel 2024 vorremmo ripartire così come abbiamo terminato il 2023».

 

 

📲 Iscriviti al canale WhatsApp di TR

 

Commenti

Il 2023 della Reggiana: un anno da incorniciare e impossibile da dimenticare
Agustin Alvarez suggestione intrigante, Pafundi si avvicina alla Reggiana