Nesta: «Andiamo a Cosenza con umiltà, consapevoli che servirà una gara diversa in cui conterà molto l'agonismo»
«Il viaggio è complesso, ma non ci sono alibi. Mi preoccupa l'impatto alla partita: i nostri avversari ci salteranno addosso, quindi dovremo farci trovare pronti. Abbondanza a centrocampo? Tutti devono essere pronti ad accettare la panchina»
Un ultimo sforzo prima del meritato riposo: mister Alessandro Nesta vede così la difficile trasferta di sabato a Cosenza, contro un avversario che in questa prima parte di stagione sta dimostrando di poter puntare a qualcosa di più di una semplice salvezza. La squadra granata svolgerà la classica rifinitura prepartita domani mattina a Reggio e nel primo pomeriggio partirà verso Milano Linate da dove spiccherà il volo verso la Calabria.
Mister, ci sono novità positive dall’infermeria?
«Purtroppo no. Sampirisi ha avuto una piccola ricaduta e non dovrebbe essere della partita. Non ci sono altri aggiornamenti».
La vera Reggiana è quella che ha battuto il Venezia o quella che ha pareggiato con il Lecco?
«Ogni partita ha la sua storia. In questo momento il Lecco sta dando fastidio a tutti, con lo Spezia stava per farcela, e noi contro di loro potevamo vincere al 91’: ora posso dire che il rigore c’era, avendolo rivisto. La Reggiana è una squadra che dà fastidio a tutti, dobbiamo restare in forma ed essere freschi così ce la possiamo giocare con tutti gli avversari ma allo stesso tempo non vuol dire che dobbiamo vincere sempre».
Perché il VAR non è intervenuto su Varela?
«Sinceramente per me il regolamento non è proprio chiaro: a volte dicono che l’arbitro può valutare meglio dal campo rispetto alle telecamere. Io però andrei sempre a vedere allo schermo, così sbaglio meno…».
Si può parlare di classifica corretta o i due punti mancati con il Lecco pesano?
«Sul piatto abbiamo avuto l’opportunità di vincere e non l’abbiamo colta, ma per come ho visto la partita direi che il pareggio è giusto. Certo, se avessi avuto un rigore a favore al 91’…».
Perché la Reggiana sembra spesso andare a intermittenza?
«Durante le gare caliamo e poi ci riprendiamo: a volte è l’avversario che dà una fiammata, altre volte ci mettiamo del nostro. Sono comunque tutti aspetti che teniamo sotto osservazione, speriamo di avere le idee più chiare gara dopo gara».
Lei ha definito le soste come un termometro per capire come sta la Reggiana: alla vigilia del terzo stop, come stanno i suoi giocatori a livello di omogeneità di preparazione?
«Chi non si è più fermato è cresciuto tantissimo: Crnigoj oggi è a posto mentre Melegoni e Da Riva per me sono all’80% della condizione. Chi invece è rimasto fermo come Pajac o Pettinari è indietro. È da 20 giorni che non riusciamo a riposare, quindi affronteremo la partita di sabato come una finale e nelle successive due settimane vedremo di rifiatare».
Antiste è cresciuto, come aveva previsto…
«Tanti allenatori vedono qualcosa in un giocatore, bisogna solo dargli il tempo di crescere soprattutto quando si tratta di giovani. Lui è forte e crescerà ancora».
Che avversario vi attende sabato al “Gigi Marulla”?
«Il Cosenza è una squadra molto offensiva che porta tanta gente vicino alla porta, magari rischiando di più dietro, ma l’identità del suo allenatore è chiarissima. L’ho già incontrato con altre società e so com’è».
Servirà qualcosa di diverso per affrontarli?
«A volte vediamo che in alcune situazioni fatichiamo quindi apportiamo dei cambiamenti. Andremo a Cosenza con umiltà, sapendo che l’aspetto agonistico sarà molto importante. Se poi riusciremo anche a giocare bene sarà tanto di guadagnato».
A livello ambientale cosa la preoccupa maggiormente di questa trasferta?
«Il viaggio è complesso, ma non dobbiamo avere alcun alibi. Là ci salteranno addosso, verranno a pressarci e magari hanno visto la nostra prestazione a Terni e vorranno prendere spunto. Dovremo quindi essere pronti a fare una gara diversa dal solito, mi preoccupa solamente l’impatto alla partita».
La sua Reggiana cambierà mai d’abito?
«Noi da Genova abbiamo preso qualche spunto da usare ogni tanto o a gara in corso, quindi non si sa mai».
Al vostro fianco ci saranno oltre 200 tifosi reggiani, non male…
«Loro vengono sempre dappertutto. Devo dire che a Genova sono rimasto impressionato, è stato bellissimo vederne così tanti. Questa gara sarà ancora più complicata ma fa certamente piacere averli al nostro fianco e sappiamo di avere una grande responsabilità nei loro confronti».
Il Cosenza in casa non vince dal 7 ottobre: può essere un vantaggio per voi?
«No. In casa faranno di tutto per vincere, ci presseranno e non sbaglieranno l’impatto alla partita quindi noi dovremo essere bravi a leggere la gara e a capire le varie situazioni».
Nei secondi tempi la squadra di Caserta fa più fatica delle altre…
«Come la Reggiana, il Cosenza è una squadra importante. Loro hanno giocatori forti, soprattutto davanti, e come noi avranno alti e bassi. L’importante è avere un’identità e un modo di pensare, poi nel corso dell’anno si può capire dove migliorare».
Ora lottano per qualcosa in più rispetto alla salvezza…
«Sì e hanno aumentato la spesa direi: Tutino, Forte, Canotto, Mazzocchi, Marras e Calò sono giocatori importanti».
Come gestirà l’abbondanza a centrocampo?
«Ho tanto giocatori bravi, meno male che ho questo “problema”. Tutti devono restare sul pezzo e accettare di stare furi con serenità anche perché fin qui tutti hanno trovato spazio».
L’obiettivo dei 40 punti lo avete sempre in testa?
«Sì, ci penserei anche se fossi secondo in classifica. Tutti possono sognare, ma noi dentro al mondo Reggiana dobbiamo restare lucidi perché anche dopo tre vittorie l’obiettivo è sempre lo stesso».
In 6 partite, quando siete passati in vantaggio avete ottenuto 3 vittorie e altrettanti pareggi e solamente 2 volte siete riusciti a recuperare dopo essere passati in svantaggio. Cosa le dicono questi numeri?
«Io li guardo ma penso soprattutto alle prestazioni e all’impatto della squadra sulla partita nelle sue varie fasi».
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