L'analisi tattica - Un plauso ai tecnici granata, bravi a cambiare in corsa
Il 4-4-2 prima e il 4-3-3 poi questa volta hanno funzionato
Giù il cappello ai tre allenatori, che, questa volta, hanno azzeccato le mosse giuste. Non lo dico solo per la vittoria, che era assolutamente decisiva, lo dicevo anche venerdì sera durante il secondo tempo in tribuna stampa coi colleghi.
La difesa era ai minimi termini: a parte Crocchianti, che ha giocato nel proprio ruolo, c'era Panizzi che non si cimentava da centrale da tempo, Ghiringhelli a sinistra, che ha dimostrato di aver lavorato molto bene a livello tecnico con un sinistro davvero ottimo, mentre Lombardo, mezzala o mediano, nel ruolo di terzino destro, dove lo aveva già impostato e perfezionato mister Menichini. Ora è fondamentale proseguire su questa strada, con Lombardo titolare a destra, un giocatore che attendeva una chance che ha sfruttato alla grande, al di là del fatto di aver dimostrato doti balistiche su calcio di punizione che non ci aspettavamo; doti che potrebbero rappresentare, com'è stato venerdì sera, un'arma in più per questa Reggiana che fa fatica a segnare. Mattia di punizioni ne ha calciate due in modo magistrale: entrambe potenti, tagliate e sotto la traversa, la prima intercettata alla grande dal portiere avversario, la seconda impossible da prendere per chiunque o quasi. L'anno in cui arrivò Giorgio Rumignani la Reggiana venne salvata grazie ai calci piazzati che l'istrionico ed esperto allenatore preparava in modo quasi maniacale, trascurando tutto il resto. Ma così facendo ci salvò. Bravi anche i tecnici che hanno attaccato gli esterni con un 4-4-2 interessante, che ha messo in evidenza un buon Bobb nel primo tempo, calato poi alla distanza e un po' sciupone all'interno dei sedici metri. Bravi ancora i tecnici a passare al 4-3-3 per coprire meglio in mezzo e anche gli spazi laterali, dopo l'uscita dal campo di Altinier, una soluzione che ha permesso alla Reggiana di essere coperta, ma nel contempo propositiva sia in mezzo che ai lati; una tattica che, la settimana precedente non aveva purtroppo dato esiti positivi, ma che venerdì, invece, ha premiato lo staff granata. Nella gara di mercoledì sera è stato decisivo anche Aiman Napoli, che, appena salito, si è preso un bel fallo al limite dell'aera, dal quale è nata la punizione decisiva trasformata magistralmente da Mattia Lombardo. Insomma, questa Reggiana ridotta all'osso non poteva davvero fare di più, ma anche in mezzo e là davanti, soprattutto con la forza e la qualità di Ghiringhelli da una parte e di Mattia Lombardo dall'altra, ha davvero creato non pochi problemi ad un Fano che, per una ventina di minuti nella prima frazione di gioco, aveva messo in difficoltà i granata. Intendiamoci bene, il Fano non è la Feralpi, ma la Reggiana era davvero ai minimi termini sia in termini di organico che mentali: la tensione la si tagliava col coltello, in campo e fuori e se non fossero arrivati questi tre punti sarebbero stati guai seri, soprattutto sotto il profilo psicologico. Grazie alla magia di Mattia Lombardo e ad un ottimo inizio di gare e soprattutto ad un eccellente possesso palla nel secondo tempo, tutto ciò non è avvenuto.
Ora arriva il Pordenone di Leo Colucci, un allenatore che a Reggio non ha fatto sfracelli, ma che forse la piazza e la società non hanno avuto la pazienza di aspettare, anche perché con una squadra incerottata aveva ottenuto il primo posto, e come ha spesso detto Menichini "quella è stata la nostra sfortuna". Da quel primo posto, poi perso da Colucci e non confermato dal suo successore e dagli attuali tecnici ora, la società ha pensato erroneamente che la Reggiana fosse nata per vincere, mentre per arrivare in Serie B serve davvero ben altro...
(Nella foto, mister Eberini in panchina al "Città del Tricolore" © AC Reggiana 1919)
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