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La tattica di Reggiana-Santarcangelo: possesso palla lento e scolastico, nel finale 4-4-2 con Petkovic

04.03.2015 20:00

L'analisi tattica del pareggio casalingo con il Santarcangelo a cura di Matteo Genovesi.   PRIMO TEMPO Due cambi rispetto all’undici sconfitto a Piacenza: Rampi sostituisce lo squalificato Andreoni nel ruolo di terzino destro, Maltese rientra dopo l’infortunio ed è preferito a Tremolada in mediana, Bruccini ancora out, in avanti conferma per il tridente Giannone-Ruopolo-Siega. Santarcangelo ben coperto e compatto, granata a fare la partita, fin dall’inizio il copione del match è chiaro. Il possesso palla della Reggiana è però lento e scolastico, non troppo complicato per gli ospiti difendere e limitare le conclusioni da rete. Arriva qualche occasione, in particolare grazie alle iniziative di Giannone (il più vivace), cui Rampi spesso toglie un uomo in marcatura cercando la sovrapposizione. A sinistra Mignanelli è limitato dalla posizione di Argeri, inserito con il chiaro intento di limitare lo straripante laterale granata, dal tecnico dei romagnoli Cuttone. Dopo la metà, si vede una Reggiana più determinata, Siega gioca con intelligenza ma non ha la verve spesso decisiva in passato, in mediana Maltese e Vacca si alternano in regia, manca un centrocampista come Bruccini, dal buon passo e in quasi costante inserimento in avanti. Anche Angiulli non ha piglio e iniziative delle giornate migliori. Termina un primo tempo con pochi sussulti, Reggiana in supremazia territoriale ma troppo prevedibile, in fase difensiva qualche insolita amnesia dei singoli.   SECONDO TEMPODagli spogliatoi esce una squadra più convinta che fin dalle primissime battute della ripresa preme sull’acceleratore, guidata da un Giannone ad alto livello. E’ la fase più convincente del match, occasioni in serie, disinnescate dal bravo portiere ospite Lombardi, prima che Ruopolo su grande spunto (neanche a dirlo) di Giannone trovi il vantaggio con un’ottima torsione di testa. La partita sembra decisamente incanalata dalla parte dei granata, ma se nel recente passato Siega e compagni avrebbero probabilmente colpito e chiuso la pratica con rapide ripartenze, la Reggiana conferma il momento poco brillante gestendo male le situazioni di gioco e arrivando spesso in ritardo sulle seconde palle. Con l’inserimento di Graziani il Santarcangelo guadagna in pericolosità, anche se nel gol del pari, che arriva poco dopo, c’è un evidente complicità reggiana, con la leggerezza di Sabotic. Arrivano due cambi in pochi istanti: Parola rileva Vacca, Messetti sostituisce Maltese, nel tentativo di rinvigorire un centrocampo anonimo. Parola al centro, Siega arretrato sul centro-destra e l’altro neo entrato Messetti sulla fascia sinistra offensiva del 4-3-3 solito. La fase di possesso, proprio grazie all’innesto davanti alla difesa dell’esperto centocampista pisano, migliora, dietro però i granata continuano a regalare situazioni di attacco agli ospiti. Colombo a 5’ dalla fine prova ad inserire Petkovic per Giannone, disponendo la squadra con un 4-4-2 con Siega a destra, Messetti a sinistra e il croato a fianco di Ruopolo. C’è troppa precipitazione nel lanciare lungo per il doppio centravanti, ignorando le fasce; c’è un tentativo di Angiulli poco prima del triplice fischio finale, troppo poco per conquistare i tre punti.

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