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Antonioli: «Tre vittorie mancate ci hanno tagliato le gambe, ma non è questa l'ora di arrendersi»

A mente fredda il tecnico granata fa il punto della situazione ad otto partite dal termine e guarda al futuro

08.03.2019 19:00

Nella settimana di pausa che porta al rush finale della stagione, dopo il preparatore atletico Cosmi e il vice allenatore Piccoli, anche mister Mauro Antonioli tira le somme a due mesi dalla fine del campionato.

«La sosta è arrivata nel momento più opportuno: c'era infatto bisogno di recuperare gli infortunati mentre chi finora è stato spremuto maggiormente ha iniziato a ritrovare la condizione fisica - la prima analisi del tecnico granata - Stiamo facendo svolgere dei lavori personalizzati ai ragazzi per ritrovare una buona forma che ci porti fino al termine del campionato nel migliore dei modi. È importante concludere bene le 8 partite che mancano anche perché la matematica ancora non ci condanna e tra meno di un mese c’è il match più atteso della stagione con il Modena. Nelle ultime settimane non sono arrivati i risultati che speravamo ma la squadra è viva e lo ha dimostrato».

La sua Reggiana percepirebbe l’approdo ai playoff come una magra consolazione o come un’ulteriore opportunità per raddrizzare la stagione?
«Sapevamo fin dall’inizio che non sarebbe stato facile arrivare primi: l’obiettivo era infatti quello di lottare fino alla fine per le prime posizioni ed eventualmente vincere i playoff, due partite secche in cui l’atteggiamento e la condizione fisica faranno la differenza. Purtroppo la Pergolettese sta facendo un campionato sopra le aspettative, altrimento staremmo ancora lottando assieme al Modena visto che nel girone di ritorno abbiamo conquistato lo stesso numero di punti...».

Quali sono i più grandi rimpianti del campionato fin qui disputato?
«Credo che le vittorie mancate contro Fiorenzuola, Lentigione e Vigor Carpaneto siano i risultati che pesano di più in questo momento. Possiamo anche aggiungere la sconfitta con la Pergolettese e il derby di Modena, mentre il k.o. interno con l’Adrense va attribuito alle decisioni avverse dell’arbitro. Non mi va di essere fatalista: se i risultati ottenuti sono questi vuol dire che ci manca ancora qualcosa per fare un salto di qualità. Dobbiamo essere bravi a portare dalla nostra parte gli episodi, speriamo di riuscirci già a partire da domenica prossima».

Di cosa invece va più orgoglioso?
«Del gruppo coeso che siamo riusciti a costruire grazie anche all’aiuto della società che ci è sempre stata vicina facendoci lavorare al meglio. Mi ritengo soddisfatto anche della crescita dei giovani: non bisogna dimenticare che la nostra squadra ha un’età media tra le più basse all’interno del gruppo di testa».

I giocatori hanno sempre dimostrato di essere al suo fianco anche nei momenti più difficili…
«Da quando alleno, di comune accordo con i direttori sportivi, ho sempre cercato di costruire squadre con qualità umane importanti, alla pari delle qualità tecniche, perché dai momenti di difficoltà con la mentalità giusta è più facile uscirne a testa alta».

Il suo rapporto con il pubblico invece viaggia tra alti e bassi...
«Io mi trovo bene in città ed i tifosi sono eccezionali, il vero valore aggiunto di questa squadra: mi aiutano e mi stimolano a migliorare. Se qualche volta ho battibeccato con il pubblico è perché anche noi addetti ai lavori avvertiamo la tensione e nello specifico domenica scorsa ho risposto a chi mi invitava ad accelerare i cambi senza prendere in considerazione che con il regolamento degli under ogni sostituzione deve essere calcolata nei minimi dettagli. Io volevo inserire Ponsat ma la squadra era in difficoltà e con il suo ingresso avremmo rischiato di chiudere in 10 senza poter più ricorrere ai cambi in caso di infortuni».

Lei ha pià volte sottolineato che le critiche eccessive non aiutano la squadra...
«Sono consapevole del malcontento tra i tifosi per gli ultimi risultati e per il fatto che la Reggiana si trovi in Serie D ma il pessimismo non aiuta una società che ha dimostrato di voler abbandonare la categoria percorrendo tutte le strade possibili. Io lavoro per un obiettivo di crescita collettivo e se in futuro la Reggiana riuscirà ad ottenere i risultati sperati anche senza di me sarei comunque contento».

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