Manconi, golden boy granata: «Testa bassa e tanto lavoro, così nascono i miei gol»
Alzi la mano chi dopo dodici giornate di campionato si sarebbe immaginato Jacopo Manconi capocannoniere della Reggiana. Neanche lo stesso giocatore si aspettava un avvio di stagione così fiammante, eppure con il gran gol segnato lunedì sera alla Sambenedettese si è confermato ancora una volta la punta di diamante dell'attacco granata. «Qui a Reggio sono molto sereno - racconta l'atleta classe '94, di proprietà del Novara - Negli ultimi anni invece ho attraversato situazioni più difficili con in mezzo anche degli infortuni che hanno minato il mio rendimento». Raccontaci il gol segnato alla Sambenedettese... «Avevo due o tre compagni liberi vicino, però mi sono preso la responsabilità di andare avanti fino in ultimo e calciare in porta. Diciamo che è andata bene, però se avessi sbagliato me ne sarei pentito amaramente». Da dove nascono le tue esultanze particolari? «Le preparo assieme ai miei compagni prima delle partite: con Mogos abbiamo il balletto, con Angiulli una stretta di mano particolare». Ti aspettavi una parabola così ascendente dopo il tuo arrivo in sordina quest'estate? «Sinceramente no, però continuo a lavorare a testa bassa come facevo prima. tutto il resto viene da sé». È bello essere il capocannoniere della Reggiana? «Non lo sono mai stato in nessuna squadra finora, è una bella sensazione. Sperò di continuare così...». Quanti gol pensi di segnare in questa stagione? «Penso solo a fare bene con la Reggiana, il numero di reti finali non mi preoccupa». Sabato incontrerai il miglior marcatore del campionato, un certo Rachid Arma... «Sarà una bella battaglia. Andiamo a Pordenone per giocare le nostre carte, chi sarà il migliore vincerà...». Come si espugna un campo difficile come il "Bottecchia"? «Bisogna andare là tranquilli e consapevoli della nostra forza in difesa e a centrocampo per poi colpire con le ripartenze». Quattro giorni bastano per preparare una sfida così importante? «Il mister ci chiede sempre di allenarci ad altissima intensità durante la settimana e noi seguiamo le sue indicazioni: è questo il motivo per cui prepariamo bene le partite». Marchi e Cesarini sono oramai pronti: hai paura di perdere il posto? «Penso che chiunque in questa squadra si debba guardare le spalle, siamo tutti bravi giocatori parte di un gruppo molto unito». Preferisci giocare sulla trequarti o come seconda punta? «Sono più bravo ad attaccare la profondità nei 20 metri finali. Potrei anche fare il trequartista, però mi trovo meglio davanti». Quindi difficilmente potresti agire da trequartista assieme a Cesarini... «Non saprei sinceramente. Io mi identifico di più come attaccante, lui invece si gestisce meglio dietro le punte». Tu lo conosci bene: cosa si deve aspettare il pubblico reggiano dal "Mago"? «Il dribbling è il suo forte. Fidatevi, Cesarini darà sicuramente una mano alla squadra quando scenderà in campo».
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