Diana: «La squadra mi trasmette dei bei segnali. Contro la Torres dobbiamo mostrare tutta la nostra forza»
«Tanti ragazzi stanno trovando continuità quindi ho alcuni dubbi sulla formazione da schierare. Il rendimento fuori casa? Bisogna mettere dentro un qualcosa in più. La mia panchina è in bilico fin dallo scorso anno, io continuo a lavorare»
«Per la trasferta di Sassari recuperiamo Varela e Guglielmotti – sottolinea mister Aimo Diana in fase di presentazione della sfida in programma domani allo stadio “Vanni Sanna” contro la Torres – Varela si è allenato tutta la settimana, Guglielmotti invece è a disposizione solamente da ieri. Kabashi tornerà in gruppo martedì, mentre Turk è impegnato con la nazionale. Infine, mancheranno i soliti Hristov, Nicoletti e Cigarini».
Domani confermerà il modulo della scorsa settimana?
«Al di là di chi scende in campo noi giochiamo spesso così, con un 3-4-3 o 3-4-1-2 in fase di possesso. Io voglio essere sempre propositivo, sicuramente andremo avanti su questa strada».
Nel 3-4-3 non le sembra che sia mancato un certo equilibrio nella manovra offensiva?
«Secondo me per 70 minuti contro il Pontedera abbiamo avuto buon equilibrio e i valori rilevati sono quelli dello scorso anno. Nell’ultimo quarto d’ora dopo essere passati a 4 si è persa qualche distanza, i ragazzi erano un po’ stanchi e hanno faticato a recuperare le seconde palle concedendo un paio di situazioni soprattutto quando ho chiesto loro di essere maggiormente offensivi. Bisogna lavorare su questi dettagli e provare a cavalcare l’onda del centrocampista o dell’attaccante in più mantenendo comunque un determinato equilibrio dietro».
Sono arrivati anche pochi tiri verso la porta…
«Questo è accaduto perché la squadra ha messo dentro molti cross con poca qualità. Abbiamo attaccato in tanti l’area di rigore e la voglia di vincere porta anche a lasciare scoperta qualche posizione. Avendo grande movimento in tutto il campo il mio centrale di difesa va a fare la punta lo stesso, ma in quelle situazioni si rischia…»
Fino a quanto è allenabile questa situazione?
«I calciatori devono capire i vari momenti della partita, io devo mettere in campo le caratteristiche giuste. Quando si passa a quattro dietro magari cerco di non mantenere i due quinti in campo perché sono stanchi, invece domenica scorsa li ho tenuti e questo può avere creato qualche squilibrio. Ora con il recupero di Varela ho un cambio in più da sfruttare».
Domani ci potranno essere delle novità nell’undici iniziale?
«Qualche dubbio ce l’ho perché in allenamento ho ricevuto buone sensazioni da chi è stato fuori, non solo a centrocampo ma anche in difesa e in attacco. Tanti ragazzi stanno trovando continuità e quando è cosi l’allenamento diventa molto interessante e tutti vogliono metterci qualcosa in più e creare dei dubbi nella testa dell’allenatore».
I test fisici svolti in settimana le hanno dato qualche ulteriore parametro di valutazione?
«Stiamo ancora aspettando i risultati. È giusto che un controllo lo si faccia ogni tanto per osservare se il lavoro procede secondo i canoni prestabiliti. Prenderemo i risultati che ci daranno per provare a fare un passo in più: siamo contenti che la società ci abbia messo a disposizione questa opportunità di crescita».
La crescita della sua Reggiana quanto potrà ancora andare avanti?
«Parecchio. Ci manca la continuità di risultato: a volte certe sconfitte fanno toccare il fondo e portano a un rimbalzo verso l’alto, ma solamente i tre punti danno maggiore consapevolezza anche se si fanno buone gare».
Come procede il recupero di Lanini?
«Non è un giocatore da recuperare, ma come tutti gli attaccanti ha bisogno del gol per sbloccarsi: deve stare tranquillo perché prima o poi arriverà. Si allena molto bene ed è dispiaciuto perché non arrivano i risultati, ma si impegna molto e sapete quanto sia importante per me: Eric è un’arma importante e a me interessa che sia dentro alle partite e sono contento per gli applausi ricevuti dal pubblico domenica scorsa. In attacco c’è tanta concorrenza e dobbiamo essere più incisivi tutti perché mancano i gol anche dalle palle da fermo. Sono tutte piccole cose che messe insieme fanno arrivare il risultato».
La Torres ha perso una sola volta nelle ultime undici partite…
«Abbiamo grande rispetto per la Torres e c’è sempre grande attenzione per tutti gli avversari anche perché vediamo che contro di noi cambiano spesso modo di giocare. Dobbiamo aspettarci questo, anzi dobbiamo essere bravi a snaturarli anche se non credo che cambieranno fisionomia poiché giocano bene e in casa sono molto bravi. Hanno vinto con il Siena e pareggiato a Cesena ma noi andiamo là solo per vincere perché è quello che ci chiedono quindi dobbiamo mostrare tutta la nostra forza».
Chi vi chiede di vincere?
«In generale è quello che si chiede alla Reggiana e anche noi ce lo chiediamo. Vorremmo vincerle tutte ed è quello che dobbiamo provare a fare. Abbiamo un obiettivo alto da raggiungere, servono più vittorie possibili. Non esistono più partite in cui si va in campo per pareggiare, soprattutto nella nostra categoria dove ci sono tante cose che possono cambiare durante la gara».
Al vostro fianco in Sardegna, ancora una volta, più di un centinaio di tifosi in arrivo via nave o aereo…
«Credo che la trasferta dello scorso campionato a Olbia, in un turno infrasettimanale, abbi fatto parlare un po' tutta Italia. Devo dire che il loro attaccamento non è una novità e a noi fa enormemente piacere».
I numeri evidenziano un rendimento sottotono in trasferta per la Reggiana: 8 punti contro i 16 conquistati al “Città del Tricolore”…
«È un dato di fatto, ne parliamo da tempo. Abbiamo perso in trasferta alcune partite, altre sono state quasi vinte senza portare a casa quei due punti in più che fanno la differenza e devono essere recuperati da altre parti. Si inizia a vedere una proposizione del calcio che facciamo in casa e alla lunga giocando bene diventa più facile fare risultato. I nostri sono numeri poco incoraggianti ma se guardiamo al campionato vediamo che tante altre squadre hanno perso qualcosa per strada. Senza il pareggio subìto allo scadere a Carrara ora saremmo primi in classifica, ma non vogliamo che questo discorso diventi una fobia: in trasferta bisogna metterci un qualcosa in più e spero che anche la fortuna ci dia una mano».
La sensazione è che la sua panchina sia in bilico ogni settimana dopo il tracollo di Fiorenzuola…
«Io credo lo sia dalla prima gara dell’anno scorso. Devo pensare a fare il mio e dovete giudicarmi per i fatti: tanti sono buoni altri meno buoni, ma vado avanti con la mia squadra e il mio lavoro. Da secoli noi allenatori siamo continuamente in bilico, poi devo dire che certi cambi tra Serie B e Serie C lasciano un po’ perplessi ma ogni società è libera di fare quello che crede. Io convivo con questa situazione, non è un peso per me».
La squadra pare essere compatta con il suo allenatore.
«È così da sempre. Vista da fuori la situazione può sembrare diversa ma non lo è. Credo che passando una settimana con una squadra di calcio cambierebbero tante idee e pregiudizi, siamo tutti ragazzi, uomini e padri come tanti che vogliono raggiungere un obiettivo di gruppo».
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