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Nesta: «Contro la FeralpiSalò serve la mentalità giusta, non pensiamo ai loro numeri. Dobbiamo continuare a crescere»

«Ho visto uno spirito diverso e più agonismo con il Venezia, ora servono continuità di classifica, morale e convinzione. Giocare a Piacenza? Forse è un vantaggio ma bisogna segnare. Abbiamo tre gare ravvicinate però pensiamo solo alla prossima»

27.10.2023 15:00

Il primo successo casalingo del campionato ha riportato subito il sorriso in casa granata, ma all'orizzonte per la Reggiana di mister Alessandro Nesta ci sono due sfide cruciali in chiave salvezza, inframezzate dalla trasferta di Genova in Coppa Italia: si comincia domani dal delicato appuntamento di Piacenza contro la FeralpiSalò, avversario da prendere con le pinze anche perché dà pochi punti di riferimento avendo appena cambiato allenatore…

Mister, dopo la deludente prestazione di Terni c’è stata una crescita netta: ora è necessario consolidare quanto dimostrato nelle ultime uscite?
«La Feralpi è come noi, deve combattere per salvarsi: se saremo più forti o più deboli lo vedremo a fine campionato. Chiaramente un risultato positivo ci potrebbe dare continuità e in Serie B è fondamentale dare continuità di classifica, di morale e di convinzione».

Quale aspetto positivo l’ha gratificata maggiormente nella vittoria col Venezia?
«Mi è piaciuto vedere giocare la squadra con più agonismo e con uno spirito diverso rispetto alle altre volte. Il calcio è tattica e strategia ma l’entusiasmo e l’agonismo che ci vede tutti coinvolti è fondamentale».

Con che spirito si è allenata la squadra in settimana?
«Dopo una vittoria il rischio è quello di rilassarsi quindi nei primi due giorni abbiamo spinto forte per tenere il livello dell’attenzione molto alto. I miei ragazzi sono in gamba».

Affrontare la penultima in classifica dal punto di vista mentale è più complicato?
«Non lo so, dipende da noi. Lo storico di quest’anno dice che con le formazioni meno blasonate abbiamo avuto qualche problema: il percorso di crescita di una squadra è composto da tanti aspetti e dentro c’è anche quello mentale. Se vogliamo fare il campionato giusto dobbiamo arrivare a queste gare con la mente pronta e tanto agonismo».

La Feralpi va aggredita subito forte perché è fragile psicologicamente?
«Sinceramente non li vedo fragili, a Catanzaro hanno giocato in maniera molto intensa per 70 minuti…». 

Però i loro numeri sono abbastanza preoccupanti: peggior difesa e attacco della Serie B…
«Sì, ma capita ma anche noi di essere un po’ sotto come livello come pericolosità. La classifica gira veloce, bisogna essere equilibrati nel giudicare le prestazioni e le sconfitte. Questo è un campionato complesso».

È stato difficile studiare un avversario che ha appena cambiato allenatore?
«Immagini le scelte che può fare, leggi qualche intervista, guardi le cose del passato e cerchi di intuire la formazione. Nelle prime partite dopo il cambio in panchina i giocatori hanno una botta importante a livello emotivo, sinceramente avrei preferito che non ci fosse stato questo cambiamento…».

Giocare a Piacenza anziché a Salò con la maggioranza dei tifosi di fede granata al seguito può essere un vantaggio?
«Probabilmente sì, però bisogna comunque giocare e fare gol. Speriamo solo che ci sia bel tempo e un campo perfetto. È da tanti anni che non vado a Piacenza, vedremo…».

Come mai avete deciso di andare in ritiro nonostante la vicinanza della trasferta?
«Andiamo a Piacenza stasera perché domani si gioca presto. Se avessimo giocato più tardi saremmo rimasti a Reggio».

La preoccupano gli ultimi aggiornamenti arrivati dall’infermeria?
«Pajac si è fatto male durante la partita con il Venezia e ne avrà per qualche settimana mentre Pettinari oggi ha provato ma non si sente al 100% quindi non è pronto. A centrocampo ci sono tutti, nessun problema per Da Riva e Melegoni».

Melegoni può già avere i 90 minuti nelle gambe?
«Per me ancora no, ma lo sa anche lui. Mi auguro che faccia mezzora bene come i 15 minuti con il Venezia: ha qualità e corsa, quindi può diventare molto importante per la Reggiana». 

Dove potrebbe giocare? 
«Ne parlavo con il mio vice Rubinacci e con lui proprio l’altro giorno: per me può stare sulla trequarti con due sotto punte e una prima punta, o giocare anche da laterale perché ha corsa. A centrocampo sa fare di tutto».

Reggiana che vince non si cambia?
«Vediamo. Noi ragioniamo diversamente, abbiamo sotto gli occhi le prestazioni quotidiane dei giocatori e capiamo il loro entusiasmo quindi cerchiamo di fare le scelte giuste».

La difesa a “tre e mezzo” con Szymiski largo a destra è confermata?
«Potrebbe. Possiamo sempre variare a gara in corso e il nostro percorso porta i giocatori ad essere preparati per affrontare più situazioni. Nella testa ci vogliono alcune alternative e bisogna essere sempre pronti a cambiare».

Portanova con Girma dietro la punta centrale può essere una soluzione da adottare?
«Può essere. Tante volte partiamo in un modo e cambiamo per fare meglio, quindi non si sa mai…».

Portanova dove lo vede meglio in questo momento?
«Da mezzala o anche dove sta Antiste, insomma dovunque. Tanto sa cosa deve fare…».

Quanto è importante Antiste nell’equilibrio della squadra?
«È un attaccante più esterno che interno, ha un volume di corsa che ci dà una consistenza importante poi dà profondità e allunga le squadre attaccando la linea. Ora deve essere più decisivo nel tiro in porta e creare maggiori palle gol. Per me ha grandi margini di crescita, più gioca e più migliora».

Il calendario vi mette di fronte le neopromosse FeralpiSalò e Lecco nelle prossime due giornate: lo possiamo considerare un momento cruciale della stagione?
«Noi proviamo a vincerle tutte ma non bisogna pensare troppo in là bensì gara dopo gara. Gli obiettivi a lungo termine possono far girare la testa, restiamo concentrati su quelli vicini».

La Reggiana ora è pronta per affrontare tre partite in una settimana, considerando anche la gara di Coppa Italia col Genoa?
«Non saprei, ma ad ogni modo la gara di mercoledì a Genova non mi condizionerà nella scelta della formazione».

Da ex calciatore, come giudica le considerazioni del presidente Salerno sul fatto che i calciatori non debbano essere presi come modello dai giovani?
«Il discorso che ha fatto credo sia giusto. Le società di una volta avevano alcuni problemi con i giocatori, oggi il mondo è cambiato e tutti i club devono annusare prima i problemi per i loro tesserati come possono essere i social. Sui social la gente è spietata e non fa bene ai ragazzi leggerli, quindi la gestione dell’informazione non controllabile credo sia da migliorare. Inoltre, va spiegato ai giocatori anche come gestire la propria vita e le proprie finanze una volta conclusa la carriera: so che è complicato, ci sono passato…».

 

 

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