L'analisi tattica - Scelte sbagliate nella sconfitta di Gubbio
Perché domenica i tecnici granata hanno schierato per la settima partita consecutiva, dal primo minuto, Aiman Napoli, un giocatore che là davanti, in sette partite, quindi non in due spezzoni, ha fatto soltanto un tiro in porta rasoterra o poco più? Sembra quasi che io ce l’abbia con lui, ma non è così: io ho la fortuna di poter scrivere quello che ritengo opportuno, in modo totalmente libero, senza condizionamenti; guardo le partite e giudico ciò che vedo. Ebbene, anche dalla gara di Gubbio ho evinto il fatto che Napoli, inserito in questo contesto, visto che magari altrove potrebbe anche fare benissimo, questo non posso saperlo (anche se ho molti dubbi), non è in grado di aiutare la Reggiana a migliorare la propria qualità offensiva, anzi, contribuisce ad affossarla. Ma ci vogliono 7 partite per accorgersene? Per fortuna, almeno questa volta sono in buona compagnia, visto che TuttoReggiana gli ha assegnato un bel 5, la Gazzetta di Reggio, con l’amico Roberto Tegoni, ha dato a Napoli 4,5; il Carlino, con un corrispondente di zona, quindi privo di alcun “background” negativo sul giocatore, gli ha rifilato un 4,5 e il sottoscritto, su La Voce di Reggio, guardacaso, ha confermato il 4,5 dei colleghi, senza averli ovviamente né visti né tantomeno sentiti. È possibile che quattro giornalisti su quattro si siano completamente bevuti il cervello? La domanda è questa: perché non è sceso in campo dall’inizio Carlini? È vero, la settimana precedente non avrà fatto sfracelli, ma Napoli è andato peggio. I tecnici granata avevano avuto l’idea, a mio avviso positiva, come avevo già “suggerito” martedì scorso, di proporre Riverola dietro alle punte, ridando fiducia a Genevier, un’operazione che non ha dato risultati esaltanti, ma non è stata neppure disastrosa e in prospettiva, speriamo celere, potrebbe darne: poi, là davanti, invece di metterci Carlini e Cesarini, quindi i due giocatori tecnicamente più forti della Reggiana, siamo stati costretti a vedere di nuovo Cesarini con Napoli, con tutti il rispetto s’intende per l’ex giocatore del Renate.
La Reggiana mi pare fosse già abbastanza in crisi senza affossarla ulteriormente dall’interno. Come se non bastasse e anche questo lo scrivo da un po’, nel reparto arretrato, a sinistra, ha giocato di nuovo Manfrin, che, a mio modesto avviso è inferiore a Panizzi a livello difensivo: Erik non sarà certamente Mignanelli, ma è in grado di essere più ordinato e attento, pur commettendo anch’egli qualche ingenuità, ma può ricoprire due ruoli, il centrale di sinistra in una difesa a tre o l’esterno mancino, facendolo leggermente meglio di Manfrin (anche se fra i due c’è francamente il filo della polenta). In fase offensiva, invece, il terzino della Bassa ha più gamba e più capacità di arrivare al cross rispetto al compagno di reparto. Perché continuare con un giocatore che, dall’inizio della stagione, con l’uno e con l’altro allenatore, ha giocato benino una mezza partita (forse proprio quella di due settimane fa)? Le altre scelte erano obbligate e comunque erano corrette e i tecnici granata sono stati francamente sfortunati con Ghiringhelli, che dopo 18’ è stato costretto a dare forfait; Genevier ovviamente non è al top, ma è comprensibile; Bobb ha fatto un passo indietro rispetto alle ultime performance, ma può starci; idem Riverola che ha giocato a corrente alternata e lo stesso Cesarini è stato risucchiato in questo marasma. Il problema è un altro: “può starci” per tutti, ma quando è così per tutti è facile che si perda. Vedi Altinier che ha ben pensato di calciare alle stelle la palla dell’1-1 a porta vuota. Può starci anche lì, qual è l’attaccante che non sbaglia un gol fatto...? Il problema è che per lui tale discorso si ripete come un disco rotto ogni settimana.
Insomma, la situzione è davvero drammatica e tornando al vecchio adagio del tecnico reggiano, che stavolta adatterò alla situazione attuale dei granata, è sempre più veritiero: “I più boun (anca se mia dimondi) ghan da suger”.
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