Nesta sprona la Reggiana: «Dobbiamo voltare pagina e ripartire con entusiasmo. A Cremona mi aspetto una reazione»
«La Cremonese rispetto all'andata ha maggiore consapevolezza e un'identità superiore, ma se giochiamo come sappiamo fare abbiamo le armi per farle male. Non alziamo troppo l'asticella, firmerei per ottenere i risultati dell'ultimo periodo...»
Il pareggio con la FeralpiSalò è ancora una ferita aperta in casa Reggiana, ma per chiudere definitivamente questo capitolo e continuare a guardare avanti verso la salvezza bisogna ripartire subito con entusiasmo consapevoli dei propri mezzi: è questo il messaggio lanciato da mister Alessandro Nesta alla viglia della difficile sfida contro la Cremonese.
Mister, la delusione per il pareggio con la FeralpiSalò è stata smaltita?
«Sì, ma abbiamo fatto più fatica rispetto alle altre volte però bisogna voltare pagina. Alla squadra ho chiesto di stare tranquilla, come avevo fatto anche dopo Bari, perché c’è sempre bisogno di equilibrio. Dobbiamo voltare pagina e ripartire con entusiasmo perché senza non si va da nessuna parte».
Non le è parso di notare un approccio alla gara sbagliato, come accaduto in passato?
«Lo abbiamo notato e fatichiamo a darci una spiegazione. Cerchiamo sempre di motivare i ragazzi e alzare la concentrazione ma devo dire che nei primi dieci minuti con i gardesani siamo partiti decisamente male, poi dall’occasione creata da Crnigoj in poi siamo saliti di rendimento».
Fare questo salto di qualità è l'ultimo step che manca alla Reggiana per diventare matura?
«Per me non bisogna alzare troppo l’asticella alla Reggiana: metterei la firma per fare i risultati ottenuti nell’ultimo mese e mezzo. Dobbiamo dare il giusto valore ai punti ottenuti, siamo una buona squadra con delle qualità ma a volte ci dimostriamo fragili. Se si vincono due gare di fila non bisogna pensare ai playoff per forza».
Allo “Zini” si aspetta una risposta da parte della squadra?
«Sì me l’aspetto, siamo tutti sulla stessa barca e tutti insieme dobbiamo andare a Cremona per giocare come sappiamo fare, consapevoli delle difficoltà che affronteremo».
Dall’infermeria quali notizie arrivano?
«Crnigoj e Romagna sono infortunati, Pajac ha un po’ di febbre e penso che non sarà della partita».
Come procede il recupero di Romagna?
«Ha iniziato a correre da qualche giorno: il suo infortunio è meno grave rispetto al precedente e i tempi del rientro sono più brevi, ma bisognerà valutare come reagirà sul campo con la palla tra i piedi».
Sulla destra l’alternativa è sempre tra Portanova e Fiamozzi?
«Fiamozzi sta facendo molto bene, Manolo è un po’ calato e adesso deve ripartire: può giocare sulla trequarti o da esterno. In rosa abbiamo tanti ragazzi che possono ricoprire diversi ruoli anche per venire incontro alle emergenze».
Girma in settimana ha avuto qualche problema?
«Ogni tanto avverte un piccolo fastidio muscolare e lo teniamo a riposo: qualche acciacco capita a tutti, ma lui è a disposizione».
Gondo sarà della partita?
«È recuperato, vediamo se utilizzarlo o meno».
Pettinari in allenamento che impressione le ha fatto?
«Per me lui è sempre lo stesso, non c'è mai stato attrito tra noi ma era stata la società a prendere una decisione diversa. Ha bisogno di stare sul campo e di giocare con la palla perché si è allenato a parte per tanto tempo. Un giocatore con le sue caratteristiche ci avrebbe fatto comodo con la Feralpi perché sa fare gol».
Reinhart si sta inserendo piano piano?
«È così, ma dipende anche dalle opportunità che capitano. Chi gioca ora, lo fa perché si è conquistato la fiducia».
In campo pensa di avere trovato il giusto equilibrio tra giovani e senatori?
«Il campo decide chi è leader e chi no, ora siamo arrivati a un punto in cui i gradi sono stati distribuiti. Quelli che si vedono sono i valori che riconosce loro lo spogliatoio».
Cosa ci può dire sugli ultimi arrivati Blanco e Okwonkwo?
«Blanco piano piano verrà introdotto, è un giocatore mancino che può fare il quinto o il trequartista e noi lo utilizzeremo dove potrà servire e rendere al meglio. Okwonkwo lavora a parte, non l’ho ancora visto all’opera».
La Cremonese prende pochi gol e vince spesso di misura…
«L’importante è vincere, in qualunque modo. È una squadra importante che si è rinforzata con giocatori di spessore e lotterà per la Serie A fino alla fine grazie alla lunghezza e alla qualità della propria rosa. Stroppa è stato un mio compagno di squadra, è un allenatore molto preparato e anche una persona molto divertente».
Il pericolo numero uno da tenere d’occhio è Coda?
«Coda segna sempre contro le mie squadre, ma non solo a me…».
Pensa che sarà una partita simile a quella dell’andata?
«Ogni partita è a sé. All’andata praticando un buon calcio li abbiamo messi in difficoltà però abbiamo sofferto dopo avere smesso. Rispetto a quella partita i nostri avversari ora hanno maggiore consapevolezza, una forma fisica e un'identità superiori. Se non ci giochiamo le nostre chances il risultato diventa chiaro, tenendo la palla si rischia qualcosa ma abbiamo le armi per fare male. Ripeto, bisogna andare a Cremona con entusiasmo dimenticando l’ultima partita».
In questi casi conviene affidarsi all’esperienza dei giocatori più navigati o alla spensieratezza dei giovani?
«Serve tutto, queste sfide vanno lette nei singoli momenti e bisogna avere la forza di rialzarsi quando loro arretrano e non dobbiamo stare sempre bassi altrimenti troveremo delle difficoltà. La Reggiana ha le caratteristiche per creare qualche grattacapo alla Cremonese».
Al vostro fianco saranno presenti oltre mille tifosi: un altro grande successo...
«I nostri tifosi sono venuti sempre e ovunque, quindi speriamo di poter festeggiare qualcosa con loro a fine gara. Noi diamo sempre il massimo per ricreare momenti come quelli vissuti a Bari».
Qual è il suo rapporto con il viceallenatore Rubinacci?
«Lui compensa quello che io non ho e viceversa, ecco perché funzioniamo come coppia. Potevo portare al mio fianco uno dei tanti amici ma ho sempre optato per lui poiché mi aveva stupito la sua preparazione quando l’ho conosciuto al corso per allenatori a Coverciano: ha delle letture del calcio di una volta che io non avrò mai».
I cambi chi li decide?
«Ci confrontiamo sempre tra noi, poi ci dà una mano un nostro collaboratore che ha la possibilità di visualizzare la partita dall’alto».
La dirigenza granata non incide nelle sue scelte, a volte?
«No, mai. Amadei parla spesso con la squadra ma lo fa con grande sensibilità senza imporre nulla. Anche Salerno e Fico non hanno mai messo pressione, anzi sono rimasti al mio fianco nei momenti più difficili».
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