Menichini: «Ripartiamo con entusiasmo senza porci obiettivi. Il mercato è lungo, può succedere di tutto...»
Il tecnico granata allontana le polemiche e si concentra sul lavoro quotidiano
Poco più di un mese dopo l'amaro epilogo di Firenze, mister Leonardo Menichini è tornato davanti alle telecamere e ai microfoni della stampa per la prima conferenza della nuova stagione direttamente dal campo di allenamento a Villa Minozzo.
«Non conoscevo questa località dell'Appennino - ammette il tecnico granata - Qui si sta davvero bene e il cibo è ottimo, ci sono tutti i presupposti per fare un buon lavoro. Ci alleneremo tutti i giorni mattino e pomeriggio fino a sabato».
Nell'ultimo mese ha avuto il timore che la società decidesse di cambiare allenatore?
«Non c'è mai stata questa intenzione da parte della società e io non ho mai preso in considerazione l'ipotesi di andarmene perché ho sempre sentito la fiducia della proprietà nei miei confronti».
Lei e il ds Magalini state lavorando per costruire una Reggiana ambiziosa?
«Siamo in perfetta sintonia e ci siamo confrontati quotidianamente dal giorno del suo inserimento. Il mercato non finisce mai, ci sono delle situazioni che cambiano nel giro di poche ore ma vogliamo costruire un'ottima Reggiana per far diveritre i tifosi. È presto per parlare di obiettivi, cerchiamo solo di dare il massimo nei rispettivi ruoli».
I nuovi arrivati li ha suggeriti lei?
«C'è sempre una condivisione degli obiettivi da ottenere con il ds Magalini. Sono partiti diversi giocatori in scadenza o a fine prestito, ma da qui a fine agosto ci potranno essere ancora tanti cambiamenti...».
Ci sono dei punti fermi dai quali ripartire?
«Questa squadra ha uno zoccolo duro importante che la scorsa stagione ha dimostrato di avere un valore tecnico elevato ed un grande attaccamento alla maglia: ripartiamo da loro poi ci sarà spazio e tempo per completare la rosa».
Nessuno è incedibile?
«I punti fermi di questa squadra li abbiamo già tracciati, poi a volte capita che arrivino delle chiamate da squadre di categoria superiore e allora diventa difficile trattenere un giocatore. Io e Magalini sappiamo cosa fare, poi se dovesse partire qualche calciatore importante sarà rimpiazzato in maniera adeguata».
Marchi?
«La società sta valutando assieme a lui cosa fare, la decisione giusta devono prenderla di comune accordo. Marchi viene da una stagione molto sfortunata, di certo noi non vogliamo trattenere nessuno che non vuole restare o ha l'idea di rilanciarsi da un'altra parte».
Ha ricevuto rassicurazioni per il salto di categoria dalla società?
«La società vuole fare le cose per bene, tenendo sempre un occhio al bilancio. Indipendentemente dalle spese ci teniamo a fare bella figura in campo senza porci obiettivi nell'immediato; tireremo un bilancio a fine mercato e solo allora ci daremo dei traguardi più precisi. Resta il fatto che affronteremo avversarie di qualità e dovremo combattere per ottenere dei risultati, ma siamo qui per questo».
È preoccupato per le recenti polemiche interne alla società?
«Io penso solo al lavoro sul campo. Non sono informato sulle situazioni societarie e diatribe varie».
Tatticamente darà una nuova impronta alla Reggiana?
«Io cerco sempre di impostare dei princìpi di gioco più che un modulo. Voglio che la mia squadra controlli la partita con un possesso palla ragionato, in modo da far correre a vuoto l'avversario. La scorsa stagione siamo partiti da un 4-3-1-2 poi ho virato sul 4-4-2 e infine 4-3-3 senza dimenticare la difesa a tre in un paio di occasioni. Lavoro molto sulla testa dei giocatori e a livello tattico cerco di inserirli nel contesto in cui possono rendere al meglio».
La squadra, ad oggi, è più forte rispetto a quella di Firenze?
«Spetta al campo dare questi giudizi, quando inizieremo a giocare sul serio lo capiremo per davvero. Sono arrivati dei giovani interessanti e un portiere d'esperienza come Facchin: mi aspetto tanto da loro».
Fra meno di due settimane debuttere in Coppa Italia...
«Vogliamo andare il più avanti possibile, indipendentemente dal nome o dal blasone dell'avversario cercheremo di ottenere il massimo. Divertirci, divertire il pubblico e fare nostro il risultato sono le cose che contano di più nel calcio...».
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