foto Silvia Casali
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Nesta: «Siamo calati a causa dell'emergenza, ora bisogna invertire la rotta e ritrovare la nostra identità»

«Il Südtirol è una squadra temibile, la nostra coperta è corta ma andiamo a Bolzano per provare a vincere. La testa conta molto, il recupero di giocatori importanti ci farà crescere mentalmente. Mercato? Servono rinforzi pronti e funzionali»

21.12.2023 15:45

Mancano ancora due giorni allo scontro salvezza con il Südtirol, ma in casa Reggiana la classica conferenza stampa di mister Alessandro Nesta della vigilia è stata anticipata in quanto domani mattina la squadra granata partirà in direzione Bolzano.

Mister, che settimana è stata quella di avvicinamento al match del “Druso”?
«Brutte notizie per fortuna non ce ne sono ma è stata una settimana particolare perché una sconfitta con la Sampdoria ci può stare ma la prestazione non è piaciuta proprio a nessuno. Stiamo recuperando piano piano qualche giocatore e questa è la cosa più importante per il momento».

Kabashi è pronto?
«Torna a disposizione. Vedremo quanto potrà dare, io spero di farlo giocare il più possibile».

Gondo avrà un minutaggio maggiore?
«Sì, questa è la strada da seguire ma l’importante è non fermarsi di nuovo. Da Riva entra, gioca e si ferma… Pajac uguale. Anche Crnigoj molte volte ha fatto così. Queste sono le situazioni da evitare, io poi fatico a spiegare il perché di tutti gli infortuni che abbiamo avuto. Ho allenato altri anni e non era mai capitato…».

I campi ghiacciati al mattino vi stanno creando dei problemi?
«Nessuno, appena esce il sole si risolve tutto».

I giocatori avvertono molta pressione e tensione in questo momento difficile?
«Tutti le avvertiamo. È da tanto che non vinciamo e nelle ultime tre-quattro partite non siamo più gli stessi di prima. Bisogna innanzitutto invertire la rotta e riprendere la nostra identità. Dobbiamo eliminare i cali perché tendiamo spesso sotto la sufficienza».

Il gruppo è coeso e compatto o ci sono delle sfaldature?
«Siamo molto coesi e ho una squadra formata da brava gente, forse pure troppo. Ci manca un po’ di furbizia e sana ignoranza che torna utile, un po’ di mestiere… Tutti tengono alla nostra causa, su questo metto la mano sul fuoco. Chi non ci tiene va via ma nessuno finora ha chiesto di essere ceduto, solamente di giocare di più. E dico che se qualcuno bussa alla mia porta per reclamare maggiore spazio sono contento: Cigarini, per esempio, lo ha fatto tante volte. Questo è il “mestiere” che ci serve, lui è un giocatore competitivo e i campioni non mollano fino a 50 anni…».

La sua squadra non subisce troppi gol?
«La coperta è corta, ma noi dobbiamo riuscire a vincere a prescindere dal numero di gol subiti e bisogna capire come arrivano le reti che prendiamo. Secondo me conta molto l’aspetto mentale perché prendiamo gol all’inizio dei tempi quindi dobbiamo levarci questo brutto vizio. Lo ripeto, il recupero di giocatori importanti aiuta molto a crescere mentalmente perché la nostra è una squadra giovane».

I problemi in difesa come pensa di risolverli?
«Chiaramente siamo in difficoltà, a volte lo sbaglio è individuale altre volte invece è di tutta la squadra. Siamo giovani e anche io ho sbagliato a quell’età ma non ho imparato fino a quando non ho commesso l’errore. Lo ripeto, bisogna ricreare un gruppo con i giocatori esperti per crescere».

La continuità che serve per centrare la salvezza quanto è difficile da raggiunge?
«Nelle prime dieci-undici partite, a parte Terni, abbiamo sempre giocato su un buon livello. Da più settimane invece siamo calati e questa flessione la attribuisco all’emergenza troppo lunga che stiamo vivendo. Purtroppo, certi giocatori entrano per 20 minuti e poi si stirano, e sono tanti quelli che fanno così, ma noi non possiamo permettercelo. Detto questo, io come allenatore devo cercare di mantenere il livello più alto possibile con chi ho a disposizione. È una mia responsabilità».

Siete riusciti a interpretare il gioco del Südtirol ora che ha cambiato allenatore?
«Ci abbiamo provato. Hanno gamba e corsa, pressano forte all’inizio e mettono la partita sul binario fisico: questa è la loro identità, sono temibili».

Il Südtirol ha vinto a Venezia e pare più in salute della Reggiana…
«In questo momento i nostri problemi sono tanti, lo sappiamo, ma andiamo a Bolzano per giocarcela e vincere. Se pensiamo di andare là battuti non avrebbe senso partire. In settimana abbiamo lavorato per aggiustare delle cose poi dobbiamo ritrovare uno spirito importante attraverso alcuni giocatori».

Il presidente Salerno è convinto che a Bolzano la Reggiana riuscirà a svoltare il suo campionato…
«Me l’ha ribadito di persona: vincere sarebbe un bel regalo di Natale per tutti. I tifosi, in questo momento, sono delusi perché i risultati non sono quelli che ci aspettavamo quindi è giusto che critichino o fischino, noi dentro dobbiamo tenere botta: è un mese e mezzo che siamo in emergenza e stiamo friggendo i giocatori come aspetto mentale e fisico».

Sabato giocherete con maggiore prudenza?
«Cercheremo di ottenere il massimo, ma se ci mettiamo bassi come successo a Cosenza non teniamo più di tanto…». 

Tornerà alla difesa a quattro?
«Non so, non credo che la difesa e il modulo siano il nostro problema. Se non recuperiamo i giocatori le incognite restano anche perché i giovani li abbiamo un po’ fritti: Marcandalli, per esempio, ora è stanco e se mancano anche gli altri facciamo fatica».

Al vostro fianco ci saranno più di 700 tifosi granata…
«Ultimamente siamo in debito con loro: a Modena erano tantissimi ed è stato bellissimo ma abbiamo perso il derby. Speriamo di regalare loro una gioia».

Dal mercato di gennaio si aspetta di ricevere una mano?
«Se possiamo ci diamo tutti una mano. Ci servono giocatori pronti e funzionali, ne abbiamo già parlato con il direttore Goretti e con il presidente Salerno: solo così ne trarremo vantaggio. Bisogna però vedere se questo materiale umano sarà possibile trovarlo…».

Cosa ci può dire sul nuovo innesto Reinhart?
«È un mediano tecnico simile a Bianco, stessa altezza magari un po’ più muscolare. Per ora ha fatto due allenamenti con noi, lo vedremo in azione più avanti».

La classifica, ora che si è compattata molto, la preoccupa?
«Dobbiamo invertire la tendenza in calo per ritrovare la sensazione di potercela fare. Non solo come risultati ma anche come atteggiamento. La prestazione minima deve innalzarsi e dobbiamo ritrovare l’entusiasmo che manca. Se avessi la squadra al completo sono sicuro che la classifica sarebbe diversa e ci potremmo salvare, se invece restiamo due mesi senza metà gruppo allora facciamo fatica… Quanto di buono visto a inizio stagione è andato perso perché in tanti sono venuti a mancare e quelli che sono rimasti non possono fare tutto…».

Intanto si può dire che al panettone ci è arrivato...
«A me non piace il panettone, preferisco il pandoro. Faccio questo lavoro per passione e bisogna mettere in conto di poter essere esonerati. A Frosinone è andata così, a Perugia invece ero andato via io. Chiaramente mi darebbe fastidio essere cacciato perché sono competitivo e non accetto di fallire: vendo cara la pelle fino alla fine».

 

 

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