Salerno: «Reggiana-Entella sarà una partita speciale. Negli occhi dei giocatori ho visto grande consapevolezza»
«La squadra sta facendo qualcosa di straordinario, ripetersi non era facile. Ricordiamoci però che il campionato finisce il 23 aprile, non sabato. Il pubblico granata? Posso solo ringraziare i tifosi, non ci fanno mai sentire soli»
Il presidente granata Carmelo Salerno, a margine della conferenza stampa di presentazione delle iniziative solidali che accompagneranno la ‘Giornata Granata’, non si è sottratto alle domande sull’evento calcistico clou della 31ª giornata: Reggiana-Virtus Entella.
Presidente, è soddisfatto di come si arriva a questo scontro al vertice con sei punti di vantaggio?
«La squadra sta facendo qualcosa di straordinario e il merito va dato ai ragazzi, allo staff tecnico e al direttore Goretti. Ripetersi per due anni di fila non era facile, abbiamo fatto benissimo fino adesso però mancano otto partite e dobbiamo mantenere questa media fino alla fine. Io sono orgoglioso di quanto fatto e felice del percorso fino a oggi. Lo ripeto, il merito è tutto della parte tecnica, stanno facendo qualcosa di straordinario».
Si aspetta una risposta importante da parte del pubblico reggiano?
«Possiamo solamente ringraziare i tifosi perché non ci fanno mai sentire soli. Da quando sono dirigente di calcio non avevo mai visto 3000 persone fuori casa come a Cesena: avevo l’impressione di sentire più loro rispetto al pubblico di casa. I nostri tifosi ci riempiono d’orgoglio, vuol dire che abbiamo fatto qualcosa d’importante per meritarli. In casa abbiamo sempre una media di 5-6mila persone: lo stadio a volte sembra vuoto perché i tifosi sono separati mentre in trasferta stanno tutti assieme».
Quanta gente si aspetta sabato?
«Il pubblico può spingere il vento dalla nostra parte, potrebbe essere determinante ma non lo voglio dire per attirare ancora più gente. Sarà una gara speciale, ma va bene anche il solito pubblico affezionato che ci sostiene tutto l’anno».
Cosa la soddisfa maggiormente di questa Reggiana?
«La cosa che più salta all’occhio è la compattezza del gruppo. Mi ha stupito e fatto piacere vedere che la squadra ha acquisito consapevolezza nei propri mezzi. Dopo la trasferta con Torres la squadra ha capito che è un gruppo forte con giocatori importanti e uniti tra di loro. E da lì ha vinto tutte trasferte tranne Ancona. Sono orgoglioso di questo percorso e mi fa ben sperare».
È cambiata la percezione che ha di sé stesso a livello di piazza e tifosi?
«Non abbiamo fatto ancora niente: se riusciremo a vincere e portare la Reggiana dove merita… Solo in quel momento potrò capire se c’è affetto da parte dei tifosi nei miei confronti. Sono stato accolto con molta diffidenza e scetticismo però adesso ricevo tanti messaggi, alcuni anche di scuse non dovute. La diffidenza all’inizio era giustificata, ma aspetto la fine del campionato per capire se si è cambiata idea su di me. Ad ogni modo conta solo di vincere il campionato perché ce lo meritiamo…».
Reggiana-Entella che partita sarà secondo lei?
«Mi aspetto una gara molto difficile. L’Entella è una squadra importante da inizio anno, vince tanto e giocano bene ma noi siamo consapevoli della nostra forza e negli occhi dei ragazzi ho visto grande consapevolezza. Sappiamo che non sarà una gara determinante per noi ma per loro sì. Li affronteremo con consapevolezza, ma devo dire che abbiamo più ansia noi dirigenti rispetto a chi scende in campo. I ragazzi li vedo carichi come sempre sono stati negli ultimi due anni. Sicuramente sarà bella partita, poi il risultato dipenderà da tante cose ma dopo questa gara mancheranno ancora 7 giornate alla fine e bisogna pensare di vincerle tutte».
Lei si farà nuovamente trasportare dalle emozioni come accaduto a Cesena?
«Io le vivo tutte così, non mi rilasso quasi mai. Tutte le sono gare importanti e riuscire a vincere il campionato può rappresentare una svolta per la storia della Reggiana. Fare quanto fatto per due anni di fila non è una cosa che riesce a tutti, quest’anno spenderemo di più dell’anno scorso perché siamo appassionati di calcio e vogliamo portare la Reggiana fuori dalla Serie C, quindi le tensioni che vivo in partita sono date dall’ importanza del traguardo. Tutti noi, anche i tifosi e i giornalisti, viviamo le partite con tensione per l’importanza della posta in palio».
Amadei è soddisfatto?
«È contento di quello che stiamo facendo, ma bisogna tenere piedi per terra e continuare a combattere. La squadra è tranquilla e concentrata, sono sicuro che i giocatori aumenteranno gli sforzi per questa partita. In ogni caso il campionato non finisce sabato ma il 23 aprile…».
Lei è stato inserito nel rinnovato direttivo della Lega Pro: qual è il significato?
«Anche questo è un motivo di orgoglio per tutta la Reggiana e un attestato di stima per la società che viene percepita come realtà importante che non pensa solo ai risultati sportivi. Personalmente è un motivo di orgoglio anche per me perché ho partecipato alle elezioni di Marani convinto che possa essere la guida giusta per il futuro Lega Pro e lui mi ha voluto, spero solo per due mesi, nel comitato esecutivo. Probabilmente qualcosa di buono la so fare anch’io…».
Ci sono aggiornamenti da Via Agosti?
«Il prato ormai è pronto, gli spogliatoi lo saranno tra aprile e maggio. Lo sviluppo del centro sportivo potrebbe riservare sorprese a breve, poi vorremmo trasferire la sede della società lì. I tifosi si devono immedesimare e devono partecipare alla vita Reggiana partendo dal centro sportivo. Sicuramente l’anno prossimo faremo un salto di qualità enorme negli allenamenti perché ci alleneremo su quel prato spettacolare».
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