Colucci: «A Pordenone per fare la partita, possiamo aprire un ciclo importante»
La Reggiana cerca conferme sul difficile campo del Pordenone, per proseguire la striscia di quattro vittorie consecutive fra campionato e Coppa. Nella rifinitura odierna mister Leonardo Colucci ha concentrato l'attenzione su diverse situazioni tattiche, trovando buone risposte dai giocatori rimasti acciaccati dopo il match di lunedì con la Sambenedettese. Mister, Nolè e Maltese sono recuperati? «Sì, li abbiamo recuperati, ma bisogna vedere le condizioni psicofisiche perchè abbiamo avuto due giorni in meno di recupero, avendo giocato di lunedì. Con pochi giorni di riposo è difficile riprendere la forma, tengo a precisare però che abbiamo avuto tutti infortunati da traumi». Per quanto riguarda Marchi? «È a disposizione, però non è al meglio». Il 4-3-1-2 è diventato il modulo definitivo di questa Reggiana? «Gli schemi tattici si affinano attraverso le partite e gli allenamenti. Non credo sia un discorso di modulo, ma di atteggiamento: rispetto ad un mese fa credo che sia cambiata la consapevolezza fra i giocatori, ora sanno che bisogna scendere in campo per fare la partita e a volte può capitare di soffrire». A Pordenone si accontenterebbe di un pareggio? «Noi dobbiamo affrontare ogni partita per vincere. Ci sono anche gli avversari, il Pordenone ha dei giocatori di qualità ed è candidato a fare un campionato di vertice; abbiamo rispetto di tutti, chi ha più voglia di vincere alla fine riesce a spuntarla». Possono già essere decisive queste sfide? «Si può aprire un ciclo importante, con tante partite ravvicinate e alcuni posticipi forzati che ci mettono alla prova». Il direttore Grammatica ha ammesso che i giocatori sono estremamente fiduciosi in lei... «Vuol dire che la credibilità e la coerenza che mostro nello spogliatoio sono vere. Anche io credo molto in loro, ho vestito la maglia della Reggiana e ho grande senso di appartenenza per questi colori». Tanto sostegno viene anche dal pubblico, lunedì sera allo stadio erano più di 7000 i tifosi granata... «Significa che c'è il coinvolgimento della città e i ragazzi sentono questo entusiasmo. Giocare davanti a 7500 persone in Lega Pro nel proprio stadio non è da tutti: per fare il salto di qualità noi dobbiamo avere la stessa mentalità anche nelle partite in trasferta, ovunque andiamo ci sono sempre i tifosi che seguono da vicino la squadra».
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