Viali: «La Reggiana ha reagito bene dopo Cosenza, ma dovevamo vincere. Resto convinto delle mie scelte»
«È difficile analizzare la prestazione e il risultato, che lascia l’amaro in bocca: siamo stati condizionati dagli episodi in area. Primo tempo quasi perfetto, ma nella ripresa la Sampdoria ci ha costretto a cambiare assetto con l’ingresso di Sosa»

William Viali analizza in sala stampa la prestazione della sua Reggiana nel pareggio interno contro la Sampdoria, evidenziando come, nonostante l’occasione persa, la squadra abbia reagito bene dopo il passo falso di Cosenza. L’allenatore granata sottolinea la necessità di migliorare nella gestione psicologica e tattica della partita, in particolare quando si è in vantaggio. Riguardo ai cambi, Viali difende le sue scelte sostenendo che fossero logiche, anche se il risultato finale può influenzare la percezione delle decisioni prese.
«Abbiamo perso l'occasione di fare un risultato fondamentale per noi. Per vincere le partite facciamo troppo, mentre altre squadre riescono a ottenere il massimo con molto meno - sottolinea amareggiato il tecnico granata davanti ai microfoni - Pensiamo alla nostra ultima gara di Cosenza, per esempio. Sicuramente, per come si era messa, questa partita è un’occasione persa. Però, dopo la prestazione di Cosenza e una settimana pesante, sono soddisfatto di quello che hanno fatto i ragazzi. Hanno avuto il giusto approccio, il primo tempo è stato quasi perfetto. Quando la Sampdoria ha cambiato assetto nei primi 20 minuti del secondo tempo, non so se sia salita un po’ d’ansia da risultato, ma la cosa curiosa è che ci siamo abbassati fino al 2-2 e, dopo il loro pareggio, siamo tornati a giocare nella loro trequarti, creando due o tre palle gol. Portanova ha avuto una grande occasione da pochissimi metri per riportarci avanti. Il problema è che quando sei in doppio vantaggio, il gol del 2-1 ti stronca psicologicamente. In quei momenti devi avere la forza di riallungare il risultato o di resistere fino alla fine. Non siamo stati bravi in questo».
Cosa aveva in mente inserendo Sosa e Kumi a metà ripresa? Inoltre, non crede che l’ingresso di Sosa, con Fiamozzi in fiducia dopo l’assist, possa aver dato un segnale di paura alla squadra?
«No, non credo sia andata così. Anche perché ho lasciato in campo Vergara. Sarebbe stato un cambio di paura se avessi messo Sosa e lasciato Fiamozzi, ma non è stato così. Ho mantenuto i giocatori offensivi del primo tempo. Il cambio era già pronto prima del 2-0 perché nei primi 20 minuti della ripresa stavamo facendo troppa fatica. Poi si sa: se cambi e prendi gol, si dice che hai sbagliato i cambi; se fai gol, i cambi sono giusti. Fa parte del gioco e lo accetto con lucidità».
Vido sembrava disperato all'uscita: di che problema si tratta?
«È un problema muscolare, ma non voglio azzardare ipotesi sull’entità. Se fosse una lesione, potremmo perderlo per qualche settimana. Anche questa situazione ha condizionato i cambi: ho dovuto sostituirlo per forza, speravo potesse restare in campo almeno tre minuti per risparmiare uno slot, ma non è stato possibile. Questo ha influito anche il cambio di Girma, che avrei voluto fare dieci minuti prima: ho dovuto gestire Meroni, che non sapeva se sarebbe riuscito ad arrivare fino alla fine e mi chiedeva di provare per un paio di minuti. Questo ha ritardato l’ingresso di Girma».
Sul piano tattico, è passato a tre dietro: c’è stata una motivazione specifica?
«Mi sono messo a tre al ventesimo perché stavamo facendo una fatica incredibile. Se avessimo tenuto bene nei primi 20 minuti della ripresa, non avrei cambiato. Loro alzavano molto i terzini e ci schiacciavano, con Vergara e Portanova costretti ad abbassarsi troppo. Il cambio tattico era già stato deciso prima del gol di Gondo, per dare più densità e permettere a Portanova e Gondo di essere più aggressivi sui loro centrali. Nel 4-2-4 della Sampdoria stavamo subendo troppo, Gondo era spesso in inferiorità numerica. Il cambio è stato fatto per riequilibrare la squadra».
La marcatura su secondo gol subìto non era perfetta: pensa che il cambio abbia inciso su quella situazione?
«No, perché stavamo già subendo prima. I primi 20 minuti del secondo tempo sono stati difficili e abbiamo cercato di correggere la situazione. Poi, come dicevo, la legge dei cambi è dura: se prendi gol, hai sbagliato; se segni, hai fatto la scelta giusta. Ma io resto convinto che fosse tutto logico».
Guardando al bicchiere mezzo pieno si può dire di avere visto per 60 minuti una Reggiana che ha giocato a testa alta contro un avversario forte?
«Ho grande fiducia nella mia squadra e lo dico sempre. Per coerenza, come ho detto dopo Catanzaro, noi siamo qui per fare punti, quindi non trovo un aspetto positivo. Oggi dovevamo portare a casa i tre punti».
Questa sosta che significato ha e su cosa lavorerete?
«Oggi la squadra ha fatto una partita vera. Il difficile di questa gara è analizzare la prestazione e il risultato, che lascia l’amaro in bocca. Bisogna essere bravi a separare le due cose. È chiaro che stasera andiamo a casa con il rammarico per l’occasione persa, ma dobbiamo rimanere concentrati. Dopo la partita di Cosenza, con tutte le difficoltà mentali che potevamo avere, la squadra ha reagito bene. Si è fatta trovare pronta e ha giocato la sua gara. Quello che ci ha condizionati è stata l’area di rigore e gli episodi: quanto dobbiamo fare noi per segnare e quanto poco basta agli avversari per farci gol. Abbiamo subìto due reti evitabili, pur essendo ben posizionati e con la giusta densità in area».