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Vido: «La vittoria di Cremona ha dato una scossa a tutti, con il Modena vogliamo regalarci una grande soddisfazione»

«Il ritorno al gol? Girma sa fare quelle giocate, poi ho pensato solo a tirare sul primo palo. Il mister ci fa ruotare e a me va bene, l'importante è giocare con la testa e lo spirito giusto: il ruolo è solamente un'etichetta»

11.12.2024 18:00

Luca Vido dopo domenica è diventato, assieme a Vergara e Portanova, il miglior marcatore granata con 3 reti all'attivo. Nelle ultime due vittorie della Reggiana c'è stato il suo Zampino: doppietta al Frosinone e sigillo finale nell'exploit di Cremona. Ora arriva il Modena, forse il match più atteso della stagione almeno tra le mura amiche del “Città del Tricolore”. L'obiettivo, chiaramente, è quello di ripetersi…

«Portare il numero 10 mi piace molto - confessa l'attaccante classe '97 - È anche il mio ruolo? Questa domanda me la fanno spesso, ma dico che voglio giocare e basta. Ho capito che le statistiche purtroppo, ma anche per fortuna, contano molto. A fine anno un attaccante solitamente si sente domandare quanti gol ha fatto. Per questo io rispondo che voglio fare la punta…».

Ti senti coinvolto in questa fase della stagione?
«Certamente, ma ci sentiamo coinvolti tutti. Io faccio questo bellissimo lavoro ed è giusto che l’impegno ci sia per giocare 90 minuti o meno. Farò del mio meglio e sono contento che domenica sia andata bene, ora speriamo che sabato vada altrettanto bene. Da parte mia comunque l’impegno ci sarà sempre».

Quel colpo di tacco di Girma a Cremona era inaspettato? 
«Prima di quella giocata ho detto a Natan che una palla può fare la differenza. Lui ha quelle giocate e gli è venuto fuori un colpo di tacco splendido».

Quando ti è arrivata quella palla a cosa hai pensato?
«È una cosa istintiva, mai pensata. Diciamo che guardando il movimento del portiere ho deciso di metterla sul primo palo. Ho anche provato a togliermi la maglia per festeggiare ma in un primo momento non ci sono riuscito allora mi sono fermato per godermi l’esultanza».

Cosa si prova a segnare sotto la curva dei propri tifosi il gol decisivo?
«Si prova un mix di emozioni. Per noi era una partita troppo importante, così come lo sarà quella di sabato. Sicuramente questa vittoria ha dato una scossa, prima di tutto a noi stessi e poi a tutto il resto. Siamo contenti di avercela fatta contro una grande squadra: siamo stati tosti e abbiamo fatto una bella partita, difendendoci in modo egregio e proponendo azioni belle nella fase offensiva. Il primo tempo poteva finire anche con due o tre reti di scarto a nostro favore…».

Hai capito che cosa significa per i reggiani la partita con il Modena? 
«Sì, l’ho capito. Speriamo di darci tutti insieme una grande soddisfazione. Cercheremo di mettercela tutta».

Come reagisci quando dicono che alla Reggiana manca la punta? 
«Diciamo che quando non si vince mancano tutti, mentre quando si vince va bene tutto. Le prime due o tre partite partite vinte le cose andavano bene così e poi no. Fa parte del nostro lavoro. Questo sicuramente ci dà la carica e la motivazione giusta per migliorare».

Il ruolo che ti ha ritagliato Viali ti piace?
«Io gioco come decide il mister: ci fa ruotare sempre e a me va bene, basta giocare. Poi, ovviamente, l’importante è essere lì con la testa, con lo spirito, con la voglia di fare. Il ruolo diciamo che poi diventa solo una conseguenza, un’etichetta».

In che modo vi state preparando per la sfida contro il Modena? 
«Loro sono una squadra diretta: rispetto a Cremonese e Sassuolo giocano in maniera diversa, ma noi questa gara la stiamo preparando come tutte le altre partite. Indipendentemente dall'avversario vogliamo fare la partita, concentrandoci in primis su noi stessi e poi sugli avversari».

Sei superstizioso? Il Modena non vince a Reggio da più di 70 anni e fatica a fare gol alla Reggiana…
«Non sono superstizioso. La Reggiana non era mia stata per due anni consecutivi in Serie B da 25 anni eppure siamo qua. E anche il prossimo anno faremo in modo di essere qua».

Giocare in Nazionale è la cosa più bella per un calciatore?
«È un motivo di orgoglio infinito arrivarci. Quando sei giovane non riesci a vivere a pieno quel momento, te ne rendi conto solamente più tardi. Per me è ancora un sogno tornarci e sognare non costa nulla, anzi è la cosa più bella di questo sport e delle vita…».

 

 

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