Alvini: «Troppe occasioni sbagliate e poca fortuna, mi dispiace per i ragazzi»
Il tecnico granata lancia l'allarme: «Non credo che rivedremo Scappini, Marchi e Lunetta in tempi brevi»
C'è dispiacere nelle parole di mister Massimiliano Alvini nel commentare il secondo 0-0 consecutivo in trasferta della sua Reggiana, arrivato questa volta con tante attenuanti.
«È stata una partita uguale a quella di domenica scorsa a Fano - sottolinea il tecnico di Fucecchio - Non l'abbiamo vinta, nonostante le tante occasioni avute. C'è molto rammarico, ma dal punto di vista della prestazione non posso rimproverare nulla ai miei giocatori».
Troppe occasioni sbagliate?
«Sì, abbiamo fatto una buona partita in un campo difficile ma abbiamo sbagliato tanto davanti alla porta. Siamo stati bravi a concedere poco, tant'è che l'Arzignano ha avuto solo una mezza occasione per segnare».
Hanno inciso le tante assenze?
«Dovevo fare delle scelte con quello che avevo. Ora dobbiamo pensare a recuperare Scappini, Marchi e Lunetta, tre giocatori che non credo riavremo a disposizione in breve tempo. Purtroppo qui non si parla di problemi muscolari, ma traumatici. Per quanto riguarda Varone, potrebbe farcela già per domenica prossima: ha un ematoma sul polpaccio dopo la partita col Carpi e oggi non abbiamo voluto rischiarlo».
Perché la Reggiana spreca così tanto là davanti?
«Non so il motivo, la realtà è che abbiamo avuto 6-7 palle gol e non le abbiamo sfruttate. La squadra ha comunque dominato. Mi spiace anche perché se avessimo vinto oggi, avremmo avuto una bella spinta. Se avessi potuto, quelle palle in area le avrei spinte io dentro...».
Espeche centrocampista: le è piaciuto in quel ruolo?
«Non ho bisogno di scoprire Marcos. Ha fatto un bella partita, come ha fatto bene anche Martinelli che ho dovuto sostituire perché era già ammonito. Senza dimenticare Kargbo, Santovito, Haruna, Iaquinta, Zanini...».
In tribuna Varone, Scappini e Marchi hanno incitato la squadra per tutta la partita. Questo è sintomo di un grande gruppo.
«Sì, i tifosi reggiani devono sentirsi felici di questa squadra perché è fatta di grandi uomini. A volte l'allenatore deve pensare prima all'uomo, poi al calciatore. Forse abbiamo sbagliato qualcosa su un calciatore, o meglio, è stato lui che ha voluto lasciarci in maniera assurda (ndr, Rodriguez). Per il resto, so che sto allenando un gruppo di ottimi ragazzi che oggi meritavano di essere premiati ma non sono stati fortunati».
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