La scomparsa di GB Fabbri, ex allenatore granata
Se ne va un altro pezzo di calcio del passato, a meno di una settimana dalla scomparsa di Bruno Pesaola, detto il “Petisso”. Il nostro pallone perde un altro dei suoi maestri. La scorsa notte, all'età di 89 anni, è morto a Ferrara Giovan Battista Fabbri, GB per tutti. Era l’emblema del Vicenza più bello di ogni tempo, vicecampione d’Italia nel ’77-78, a 5 punti dalla Juventus ma dopo una lunga battaglia. Allenò anche la Reggiana in Serie B, nel primo anno dell'era Vandelli; la stagione 1982/83 si concluse con la retrocessione in C, nonostante una rosa di alto livello. Era di San Pietro in Casale (Bologna), viveva a Chiesuol del Fosso, una frazione estense: si è spento in una casa di cura privata della provincia, dove si era ritirato, dopo una lunga malattia. Gb fu ala e mediano nella Centese in serie C, tra il 1945 e il 1947, poi al Modena e nel Messina (promosso in B), con la Spal (dove lanciò Fabio Capello, centrocampista) e Varese: 61 presenze e 8 reti in serie A, 140 e 13 in B. Per l’eclettismo e la corsa era soprannominato “brusalerba”, ovvero brucia l’erba. Da allenatore esordì a Varese, poi le giovanili del Torino, quindi Spal, Livorno e Piacenza: in Emilia venne promosso in A e così fu ingaggiato nel 1976 dal Lanerossi Vicenza. “E’ stato il miglior allenatore che abbia avuto”, conferma Giussy Farina, ex proprietario anche del Milan, ora abitante a Verona. Fu Gb Fabbri spostare Paolo 'Pablito' Rossi da ala destra a centravanti, preludio della consacrazione a capocannoniere mondiale, nel 1982. Con il Lanerossi conquistò in due anni la promozione e quel secondo posto. Risultati che gli valsero il prestigioso riconoscimento del Seminatore d’Oro, come migliore allenatore italiano dell’anno, l’equivalente dell’attuale panchina d’oro. Andò poi all’Ascoli, portato al 5° posto, miglior risultato di ogni tempo, nel 1979-80, all’epoca però quel piazzamento non valeva per la coppa Uefa nè per la coppa delle Coppe. Quindi Cesena (esonerato), al Catania (senza riuscire a salvarlo, in A), alla Reggiana (subentrato, retrocesso) e al Catanzaro (promosso in B). Successivamente al Foggia, al Bologna e al Venezia-Mestre. Concluse la carriera di allenatore sulla panchina della Spal, portata dalla C2 alla serie B. Proseguì sino al 1999 con il Club Italia, la squadra federale dei Campioni del Mondo del 1982, per un totale di 57 anni tra campo e panchina. PABLITO ROSSI. "G.B. Fabbri era un grande - ricorda Paolo Rossi -. E’ stata una persona fondamentale per la mia carriera, e per me era come un padre, sotto tutti i punti di vista. Gli volevo bene. Mi ha scoperto dal punto di vista tecnico, cambiandomi ruolo e vedendo in me qualcosa di diverso: doti che altri non avevano visto e e i fatti gli diedero ragione". Pablito tiene a ricordare anche il Fabbri uomo. "Era una persona squisita, ricordo che a Vicenza mi aiutò in tutto e per tutto. A volte mi invitava a mangiare a casa sua, ci siamo frequentati anche quando ho smesso di giocare. Tra noi c'era un affetto forte". Con i biancorossi berici fu un precursore. “Erano gli anni in cui si parlava di calcio totale, e lui ci faceva giocare in quel modo, un football tecnico in cui voleva che tutti partecipassero all'azione. Contribuì a far cambiare l'immagine del calcio all’italiana, sparagnino". LE TESTIMONIANZE. "Ieri notte è mancato un pezzo della nostra storia”, sottolinea il Vicenza Calcio, portato al debutto in coppa Uefa, nel ’78, con eliminazione dal Dukla Praha (Cecoslovacchia) e successiva retrocessione. “Il Vicenza piange la scomparsa di Gb Fabbri, che consacrò al calcio italiano un giocatore rivelazione come Paolo Rossi. Alla sua persona e a quella squadra da lui plasmata, riconosciuta da tutti come Real Vicenza, sono legate le pagine più intense del nostro cammino calcistico. Presidente e consiglio di amministrazione del club si uniscono al cordoglio del mondo del calcio e porgono alla famiglia le più sentite condoglianze”. SOCIAL. Nonostante gli 89 anni, portati benissimo, Fabbri è stato attivo fino all'ultimo anche sul social network Facebook: sceglieva come foto del profilo la maglia biancorossa, insieme a Rossi; poche settimane fa ha postato alcune belle foto del "suo" Vicenza degli anni d'oro, quelli che gli erano rimasti nel cuore. La Reggiana "si stringe attorno alla famiglia di Giovan Battista Fabbri nel momento del dolore in seguito alla sua scomparsa", anche il Bologna "ricorda Gibì con grande affetto e simpatia”. In rossoblù Gb era subentrato dall'aprile 1987, con 10° posto in B. “Era un allenatore che con buonsenso tattico, esperienza e buonumore, ridiede fiducia a un ambiente in difficoltà. Condusse la squadra in acque tranquille, fuori dalla zona a rischio. Amava la sua terra, era umile e pratico, è stato uno dei tecnici italiani più rispettati, sviluppando un'idea di calcio offensivo molto in anticipo sui tempi”. Il suo Ascoli, quel “Picchio” da 5° posto è leggenda, quasi come il Lanerossi. In porta aveva Felice Pulici, con riserva Luigi Muraro. In difesa, Donato Anzivino e Simone Boldini, Angiolino Gasparini e Francesco Scorza. A centrocampo, Eugenio Perico mediano, Gian Franco Bellotto interno goleador, con Giuliano Castoldi riserva. Il trequartista-regista era Adelio Moro, Silvio Paolucci una bella alternativa offensiva, mentre supportava il centrocampo Alessandro Scanziani. Altri talenti eccellenti erano Fortunato Torrisi, poi al Torino, e Carlo Trevisanello, specialisti di fascia destra. L’attaccante era l’ex azzurro Pietro Anastasi, con il 21enne Maurizio Iorio e il lungo Hubert Pircher come primo cambio. Vanni Zagnoli
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