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Nesta: «Conosco bene Zeman e il suo Pescara. Vogliamo vincere e toglierci qualche soddisfazione in Coppa Italia»

«Ci siamo quasi tutti, chi è in partenza non è convocato. Ora le gambe sono più leggere ma potremo avere delle difficoltà perché non siamo al 100%, però mi fido dei ragazzi. Pressione? Nessuna, qui c'è passione e voglio sentire l'adrenalina

05.08.2023 15:00

Alessandro Nesta è pronto: 869 giorni dopo l’ultima panchina in Serie B (marzo 2021), il tecnico della Reggiana sta per riassaporare l’adrenalina di una gara ufficiale contro il Pescara del mentore e maestro Zeman. In palio c’è l'ambito passaggio del turno di Coppa Italia e un avversario di categoria superiore da affrontare (il Monza).

Mister, come si presenta la Reggiana alla prima gara ufficiale della stagione?
«Direi abbastanza bene. Dopo i volumi di carico pesanti del ritiro ora stiamo puntando sulla qualità e le gambe sono più leggere. Dovremmo avere una squadra più brillante, manca però ancora qualcosa a livello di rosa: valutiamo chi entra e chi esce, sperando di essere pronti il prima possibile».

Gli acciaccati come stanno?
«Vergara si è ripreso, Guglielmotti viene con noi ma ha svolto il primo allenamento solamente oggi mentre Kabashi non ci sarà. Mancheranno anche Mbaye e Sposito perché non sono tesserati».

I quattro giocatori in uscita saranno convocati? 
«No, tutti gli altri sì».

Vergara, Bianco e gli altri giovani li reputa pronti?
«Qualcuno è più avanti di altri ma l’impatto della Serie B è importante: magari dopo due partite sembrano pronti ma poi calano… Non dimentichiamoci che qualcuno l’anno scorso giocava nella Primavera e quando ti trovi a giocare con i “grandi” hai meno tempo di pensare e ti mettono più forza addosso. Serve un adattamento alla categoria».

Cosa ci può dire su Vido?
«È un ragazzo col quale avevo lavorato bene, una seconda punta importante che qualche anno fa era destinata alla Serie A ma poi ha avuto alti e bassi… È tornato con noi perché si era trovato bene e sa che la Reggiana è una piazza importante, un posto dove può fare il salto di qualità».

Pensa che sia più facile inserire un giocatore italiano o uno straniero?
«Sicuramente è più facile sbagliare lo straniero anziché un giocatore che ha già giocato qui».

Ha avuto modo di studiare il Pescara?
«Sì, è il nostro lavoro. È la tipica squadra di mister Zeman: ho avuto la fortuna di essere allenato da lui per quattro anni e conosco le sue peculiarità, gli piacciono le ali piccole che saltano uomo, l’attaccante boa, i terzini che vanno… Zeman ha sempre preso dei giovani che diventano importanti, è bravo a individuarli e ad addestrarli per farli diventare giocatori veri. La sua gestione emotiva impone certe regole e lui dà una direzione importante. Le sue squadre giocano bene e sono tutte uguali».

Come si affrontano?
«Come filosofia dobbiamo essere bravi in entrambe le fasi: bisogna essere bravi ad abbassarsi e lavorare di reparto ma anche ad aggredire forte l’avversario perché loro ruotano». 

Nesta copia Zeman come allenatore?
«Io ogni tanto ho delle sfiammate ma durano cinque minuti: tendo poi ad andare vicino al giocatore e a mettere a posto le cose. Però ogni tanto qualcosa mi parte…».

Sfidare il suo vecchio maestro che effetto le farà?
«È stata una persona che mi ha cambiato la vita, per lui avrò sempre rispetto infinito. Gli darò sicuramente del lei e non lo chiamerò collega. Anche ad Ancelotti, che era più amichevole, darei del lei: noi siamo della veccia scuola…».

Alla prima Zeman, alla seconda forse il Monza di Galliani…
«Per me sono state persone importantissime. Ogni tanto sento il dottor Galliani, quando trasmettono in TV una nostra vecchia partita manda i messaggi a tutti gli ex giocatori: ci tiene a rivivere il passato».

Che obiettivo si è data la Reggiana in Coppa Italia?
«Noi scendiamo in campo per vincere. Chiaramente la Coppa Italia non è l’obiettivo principale, però andare avanti e magari portare i ragazzi e i nostri tifosi in uno stadio come San Siro, l’Olimpico o altro non sarebbe male…».

La formazione è già decisa?
«Sì, ce l’ho già in mente. È tutto a posto».

Quando la comunicherà ai giocatori?
«Gli altri anni lo facevo nello spogliatoio il giorno della partita, adesso facciamo una riunione la mattina e dopo comunichiamo loro la formazione». 

Il 4-3-1-2 è il modulo base per la sua Reggiana?
«Sì, questa è la nostra quadra. Ma se ci sarà da andare a 5 potremo cambiare in corsa, la base di partenza però è il 4-3-1-2».

È curioso di vedere all’opera la squadra?
«So che potremo avere delle difficoltà perché cambieremo ancora in questo mese e so bene che la Reggiana è in costruzione. Abbiamo gettato una base e una filosofia di gioco, ma per vederci al 100% deve prima chiudere il mercato e dobbiamo avere un pizzico di tempo per dare ordine. Io la pazienza la chiedo ai giocatori, ai tifosi no perché pagano il biglietto e decidono loro se siamo bravi o meno».

La carta vincente potrebbe pescarla dalla panchina?
«Sì, con le cinque sostituzioni si cambia metà squadra. Dal 70’ in poi le partite possono cambiare e qualche giocatore che entra dalla panchina può avere un impatto positivo. E noi due o tre che possono spaccare l’equilibrio li abbiamo».

Dal punto di vista fisico vi ritenete pronti per affrontare supplementari e rigori?
«Non siamo al 100%, ma anche loro. Tutto è proporzionato».

Domani seguirà la gara in piedi o da seduto?
«Dipende dal ginocchio e dal tempo… A parte gli scherzi, la partita la vivo in piedi ma quando vado a sedere lo faccio per confrontarmi con il secondo e con i collaboratori. Sono portato a stare vicino al campo».

Pensa che la sua squadra abbia già raggiunto una certa identità in alcuni reparti?
«L’identità viene data da ragazzi seri, e devo dire che anche quelli in uscita si allenano forte. Mi affido a questo, sono più tranquillo perché ho trovato dei ragazzi a posto».

È curioso di apprendere come sarà giudicato?
«Io spero che mi giudichino bene, comunque è da quando ho 15 anni che sono abituato ad essere giudicato. Tutto questo mi dà adrenalina».

Non avverte la pressione del calcio italiano che attende il suo ritorno in panchina?
«Per niente. So di avere delle responsabilità, qui si vuole vincere e a Reggio, piazza del Nord, avverto la passione del Sud. Tanta gente ti saluta ed è contenta, addirittura in un negozio mi hanno offerto uno sconto per farmi capire che stanno dalla nostra parte. Se faccio questo lavoro è proprio perché ho bisogno di provare tutto questo».

Tra due settimane partirà il campionato: avrebbe preferito avere qualche giorno in più per prepararsi?
«Quando iniziamo non mi interessa più di tanto, mi dà fastidio più che altro il mercato lungo che termina a settembre. Se lo accorciassero, avremmo più tempo per prepararci. Poi dipende sempre dalle tempistiche del nostro mercato che non conosco…».

Si è fatto un’idea sulle favorite?
«Un’idea ce l’ho come potenza di fuoco, ma tante squadre devono ancora completare la rosa e anche loro dovranno sistemarsi».

L’inizio di stagione della Reggiana come lo giudica?
«Dico solo che giocheremo con tutti e quello di Serie B è un campionato tosto e molto livellato. Poi negli ultimi anni la qualità è aumentata con l’arrivo di investitori stranieri».

La prima settimana di lavoro nel nuovo centro sportivo com’è andata?
«Siamo contentissimi, abbiamo due bellissimi campi attaccati, cosa importante e rara da vedere in Serie B. Stanno per finire dei lavori, ma siamo alla grande».

I tifosi potranno assistere ai suoi allenamenti?
«Io sono un ospite, non decido chi viene o no. Comunque, per me i tifosi sono tutti benvenuti, magari non il giorno prima della partita quando possiamo provare qualcosa di particolare…».

Dal punto di vista degli infortuni si può dire che è tutto ok?
«Facciamo le corna, ma nonostante il lavoro importante svolto in ritiro non ci sono stati problemi».

 

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