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Marras: «Dobbiamo credere di più in noi stessi. Contro il Frosinone cercheremo di vincere davanti al nostro pubblico»

«In Serie B la continuità è tutto, anche un pareggio fa la differenza: con il lavoro riusciremo a cambiare trend. Il mio ruolo? Ho quasi sempre giocato a destra come esterno alto o basso, a sinistra è un'altra cosa. La Serie A? Io ci credo ancora»

09.10.2024 20:15

Manuel Marras è sbarcato sul pianeta granata a fine agosto ma, complice una condizione fisica non ottimale e qualche intoppo in allenamento, è entrato a pieno ritmo nelle rotazioni di mister Viali solamente da un paio di partite. E nelle trasferte di Pisa e La Spezia è subito riuscito a far vedere qualche numero del suo repertorio…

«Al “Picco” la prestazione c’è stata come in quasi tutte le partite che ho visto io, ovviamente in questo campionato serve continuità: anche portare a casa un punto è importantissimo e l’ho capito dopo tanti anni in Serie B - ha sottolineato l'atleta classe ‘93, protagonista dell’intervista settimanale che si è svolta presso lo showroom Alfa Romeo dell’azienda partner granata Autostile - C’è rammarico per la grande prestazione, all’altezza di uno Spezia forte che lotterà per andare in Serie A. Noi non siamo stati da meno, purtroppo manca qualcosa in fase di finalizzazione ma con il lavoro e con la voglia di fare qualcosa di importante riusciremo a cambiare trend».

La tua prestazione è stata particolarmente apprezzata da addetti ai lavori e tifosi…
«Piano piano sto trovando la condizione: non fare il ritiro con la squadra non è una cosa positiva, ho avuto bisogno di tempo per entrare in forma poi la testata che ho preso, ho punti in faccia che ancora lo dimostrano, mi ha un po’ rallentato. Recuperare al massimo non è facilissimo ma più adiamo avanti e più riuscirò a dare un contributo alla squadra».

Qual è esattamente il tuo ruolo?
«Ormai i moduli e le posizioni in campo sono intercambiabili, ma il mio ruolo è quello di esterno. Posso fare tranquillamente anche il quinto. Con Viali in due anni a Cosenza abbiamo spesso giocato con il 3-5-2 quindi non ho problemi a difendere».

Potresti giocare anche sulla fascia sinistra?
«Ho quasi sempre giocato a destra come esterno alto o basso, qualche volta è capitato di fare il quinto o il terzino a sinistra ma è tutt’altra cosa: bisogna cambiare postura del corpo e si vede il campo in maniera diversa».

Perché in estate hai deciso di lasciare il Cosenza?
«È stato un mix di tante cose: il mister mi voleva fortemente, per motivazioni familiari volevo avvicinarmi a casa (Genova, ndr), poi cercavo stimoli nuovi dopo un ciclo di un anno e mezzo dove abbiamo prima conquistato una grande salvezza e nel campionato successivo sfiorato i playoff. Era arrivato il momento di cambiare».

Il fatto di essere stato espressamente richiesto dall’allenatore ha facilitato il tuo arrivo a Reggio?
«Fa molto piacere, vuol dire che a Cosenza ho lasciato qualcosa di importante io a lui e lui a me. È anche uno stimolo in più perché non è facile entrare in gruppo già formato e sicuramente una responsabilità in più ma dopo tanti anni nel mondo del calcio so cosa sono le responsabilità: bisogna fare bene e bisogna dare il massimo».

Nelle ultime cinque partite alla Reggiana è mancata solamente la fortuna, considerando i tanti pali presi?
«La fortuna ce la dobbiamo creare e andarla a cercare. Un anno fa Tutino prese 8-9 pali a inizio stagione poi alla fine riuscì a segnare 20 gol. Bisogna credere di più in quello che facciamo. Come ho già detto, i punti e la continuità sono importanti e anche un pareggio può fare la differenza. Sono convinto che andando avanti, le cose cambieranno e faremo sempre meglio».

La prossima sfida casalinga con il Frosinone sarà importante per la classifica e per l’autostima: cosa è lecito aspettarsi?
«Sarà una gara importantissima come tutte quelle di questo campionato. Il Frosinone è in difficoltà: negli anni passati ci sono stati tanti esempi di squadre retrocesse dalla Serie A che non sono riuscite a fornire buone prestazioni dopo una caduta. Noi dobbiamo cercare assolutamente di tornare alla vittoria davanti al nostro pubblico».

La Serie A è ancora raggiungibile per te a 31 anni?
«Io ci credo sempre: se non lo facessi dovrei smettere di giocare. Fisicamente mi sento ancora bene, ci credo e spero di poterla raggiungere con la Reggiana».

Coltivi altre passioni fuori dal rettangolo verde?
«Sono una persona molto tranquilla fuori dal campo, seguo tanti sport: mi considero un malato di calcio ma do spazio anche al basket e al tennis».

 

 

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