Alla vigilia di una sfida cruciale in chiave salvezza, mister Davide Dionigi in conferenza stampa ha espresso alcuni dei concetti già evidenziati nelle ultime uscite davanti ai microfoni, soffermandosi sulle peculiarità del Cittadella e sulla necessità di non arrendersi mai e di andare oltre l'impossibile per raggiungere l'obiettivo.


Mister, questa sosta forzata è servita o no alla Reggiana?
«Era utile per poter recuperare qualcuno, ma non ce l’abbiamo fatta. Dobbiamo valutare anche un problemino con Vido. Se doveva servire per recuperare, allora bene, altrimenti potevamo giocare. Le carte in tavola non sono cambiate».

Meglio ripartire in casa, anche per Motta al debutto tra i pali?
«Sì, anche per Edo. È un’iniezione di fiducia per un ragazzo giovane, sveglio, con personalità e di prospettiva. Ha bisogno di sentirsi sostenuto, ma in questi giorni l’ho visto sicuro, insieme ai preparatori abbiamo valutato che è pronto. Gli facciamo un grande in bocca al lupo e spero che tutta la gente di Reggio gli stia vicino».

Vergara e Portanova stanno meglio?
«Sì, Vergara è recuperato pienamente, Portanova uguale. Siamo un po’ corti nei cambi, ma in momenti come questo serve compattezza. Anche giocare fuori ruolo deve essere uno stimolo. A volte queste difficoltà si rivelano un bene. Sarà una partita importantissima e vorrei che fosse il proseguimento dopo una prima fase di assestamento, servono unione e consapevolezza a prescindere da tutto».

Quella di domani è una partita da vincere: avere giocatori come Marras, Vergara o Portanova può aiutare chi sta in attacco?
«Sì, può aiutare. Però dobbiamo sempre cercare gli equilibri perché il calcio si gioca su 90 minuti. Nelle due partite che ho fatto, abbiamo alternato Vido e Gondo, con altri giocatori offensivi come Vergara, Girma e Sersanti che sa inserirsi bene, inoltre c'era un quinto a sinistra come Marras che ha partecipato al gol. Cerchiamo sempre di essere pericolosi».

Come sta Destro?
«Mattia è in crescita. Sarebbe entrato contro il Pisa se non ci fosse stato l’infortunio di Meroni. Lo stiamo gestendo bene, è pronto per dare un contributo nei minuti giusti. Le sue qualità non si discutono, ma allenandolo ho capito che è anche un grande uomo: aiuta i più giovani, è importante nello spogliatoio».

Perché un giocatore che state recuperando come Destro non può partire dall’inizio?
«Perché è una questione di ritmo. All’inizio le partite sono intense, servono gambe e copertura lungo tutto il campo. Destro può essere determinante quando le distanze si accorciano e si sta attaccando».

Meroni è ancora out?
«Sì, è ancora fuori. Se lo si forza, si rischia di non averlo per tutte le ultime partite. In questi giorno abbiamo lavorato tanto, questo sì. Abbiamo messo dentro benzina e idee. Tre giorni importanti li abbiamo avuti».

Il recupero di Sampirisi quando avverrà?
«Stiamo provando anche con lui. Mario vuole esserci, lo vedo. Sta lavorando col massimo impegno, speriamo di averlo per le ultime due o tre partite. È un giocatore importante, anche per temperamento. Stiamo cercando di fare il massimo per recuperarlo, in questi casi ci vuole anche un pizzico di fortuna con il ginocchio».

Rozzio giocherà dal primo minuto?
«Sì. L’ho detto anche l’altra volta: è un faro per noi. Per la difesa, per i calci piazzati. È fuori da mesi, ma la sua presenza è fondamentale. Dobbiamo trasformare le nostre difficoltà in forza agonistica e unione: ci devono dare la carica».

Opterà per una difesa a tre o a quattro?
«Stiamo valutando. Abbiamo provato qualcosa in vista di Brescia. In ogni caso non ci sono problemi, perché la squadra ha già giocato con entrambi i moduli. Dipenderà dal numero degli interpreti e dalla gestione dei cambi».

Il Cittadella è un rivale sempre ostico per la Reggiana, e in campionato ha vinto sette volte in trasferta…
«Il Cittadella ha il suo DNA: squadra combattiva, aggressiva, di corsa. Dobbiamo essere come loro mentalmente. A cinque giornate dalla fine contano solo le motivazioni e le sto vedendo nei miei ragazzi. Pensiamo a fare una gara tosta».

Entrando più nel dettaglio: che squadra affronterete?
«È una squadra che gioca in modo diverso in casa e fuori. Hanno gamba, aggressività, e giocatori di qualità. Noi dobbiamo essere sicuro di ciò che facciamo. Le due corazzate che abbiamo affrontato non ci hanno messo sotto nel gioco. Pensiamo alle cose belle fatte in poco tempo: ci devono dare la forza per affrontare le prossime avversarie».

Tra i tifosi c’è una parola sola: crederci.
«Assolutamente. Sto spingendo tanto sul gruppo per far capire che le imprese si possono fare. Contro due squadre fortissime abbiamo raccolto meno di quanto meritassimo. La Serie B è strana: tutti possono battere tutti. Questi 8-9 giorni sono serviti per crescere, adattarsi e lavorare meglio».

Marchetti, ds del Cittadella, ha detto che alla sua squadra manca coraggio: è d'accordo con questa affermazione?
«Sì, sono parole giuste. In certi momenti devi osare, andare oltre. Noi dobbiamo provarci, andare oltre anche l’impossibile. L’aspetto mentale conta più dei moduli».

Le ultime due gare saranno in trasferta: era giusto cambiare così il calendario?
«Meglio giocare in casa, certo, ma alla fine credo che cambi poco. Dobbiamo arrivare bene nelle ultime tre o quattro partite, con la testa e le gambe giuste».

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